Pescara

Il nipote di Galeone in curva Nord: «Che emozione cantare con i tifosi per zio Gianni»

13 Novembre 2025

Il 51enne Filippo Toneatto da Udine allo stadio Adriatico domenica scorsa per la commemorazione del tecnico morto il 2 novembre scorso

Filippo Toneatto, 51 anni, domenica era in curva Nord allo stadio Adriatico-Cornacchia. Non tanto per vedere Pescara-Monza. È un giornalista freelance di Udine, ma è, soprattutto, il nipote di Giovanni Galeone, il compianto ex allenatore del Pescara scomparso il 2 novembre scorso a 84 anni. Nipote per parte della moglie. È stato invitato dairappresentanti della curva e si è fatto tutta domenica in viaggio per essere presente nel settore della tifoseria organizzata, alle 17,15, e cantare i cori dedicati a Giovanni Galeone. «È stato tutto molto bello e commovente», racconta a mente fredda, «direi indimenticabile. Seguo zio Gianni dai tempi della Spal, prima di Pescara. È chiaro che in biancazzurro iricordi sono più nitidi e più belli. Ho vissuto tutta l’epopea galeoniana a Pescara». E vai a sfogliare l’album dei ricordi, partendo dagli anni Novanta. «Nondimenticherò mai quando Max Allegri ha dribblato il matrimonioperVanilla.Eroconlozio a Stintino (in Sardegna, ndr). Max chiama il giorno prima e il giornodelmatrimonio, al mattino, siamo andati a prenderlo io e zio Gianni all’aeroporto di Alghero. A Stintino avevamo la casa io sopra e lo zio sotto. E’ lì che trascorrevamo le vacanze. E poi le promozioni. E io ho tanti ricordi legati a una carriera ricca di soddisfazioni. Devo dire che lui amava Pescara ed è stato un amore ricambiato anche nel corso dell’ultimo viaggio. Tanta gente da Pescara ai funerali. C’erano gli amici più stretti, Max Allegri il più commosso di tutti, ma c’era soprattutto Pescara».Cheoggidiscute su come rendere il nome di Giovanni Galeone immortale. «So tutto. Posso solo dire che lo zio sarebbe fiero di quello che sta accadendo in questi giorni». Storia di un sentimento corrisposto. «A Pescara si sentiva a casa sua, forse per via del mare. Di certo, lo fermavano ovunque per una foto o per un autografo quando era inAbruzzo. Nonostante fossero passati decenni da quegli anni magici in cui il Gale, come lo chiamate voi, ha ottenuto grandi risultati in panchina, compreso due promozioni in serie A. Seguivae sapeva tuttodelPescara, anche l’ultima promozione in B». Le condizioni di salute del Profeta sono peggiorate negli ultimi mesi. «Diciamo dopo Ferragosto», ha aggiunto Filippo Toneatto, «quando il quadro clinico è diventato complesso e difficile. Gli sarebbe piaciuto tanto tornare a Pescara in estate, ma non era il caso. E poi lui voleva che la gente conservasse il ricordo e l’immagine degli anni migliori». L’ultima apparizione pubblica è avvenuta a giugno, allo stadio Curi, alla festa organizzata dal Perugia per io 120 anni di storia. «Era già claudicante», rammenta il nipote, «aveva fatto tanta fatica. Ma era contento per aver rivisto degli amici. E anche a Perugia gli hanno voluto e gli vogliono bene per quello che ha fatto». Da lì ogni settimana un cedimento. «A fine agosto è venuto (prima di Udinese-Milan, ndr) Max Allegri a trovare zio Gianni Galeone in ospedale», aggiunge, «lui chiamava ogni giorno per sapere come stava. Max è stato il figlio che zio e zia non hanno avuto. E poi Maurizio Trombetta (l’ex vice allenatore di Giovanni Galeone oggi nello staff di Allegri, ndr). Non tanta gente del mondo del calcio. Zia (Anna Maria, detta Checca, Toneatto, ndr) è piuttosto riservata, abbiamo cercato di non far sapere niente». Dopo i funerali la salma di Giovanni Galeone aspetta di essere cremata nell’impianto di Paderno allaperiferiadiUdine. «Epoi si vedrà», conclude Filippo Toneatto, «zia è ancora abbastanza scossa. Sì, c’era stata questa chiacchiera di spargere le ceneri nell’Adriatico, maunadecisionenonè stata ancora presa. Ci penserà zia. Concalma».