Tajani dice la sua su Taroccopoli: «Come con Silvio, si vuole vincere con i giudici»

Il vicepremier difende Masci all’iniziativa di Forza Italia: «Volontà popolare chiara». E Sospiri aggiunge: «Io ho detto di non fare ricorso, se andiamo al voto li asfaltiamo»
FRANCAVILLA AL MARE. È un grande, enorme abbraccio che esplode in un scroscio di applausi quello che avvolge il sindaco di Pescara Carlo Masci quando entra al Museo Michetti di Francavilla al Mare per il convegno di Forza Italia sulla riforma costituzionale della giustizia. Centinaia i presenti e tante le personalità forziste invitate per l’occasione, tra cui il segretario nazionale, ministro degli Affari esteri e vicepremier Antonio Tajani (collegato da remoto), il deputato Nazario Pagano, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e l’onorevole Enrico Costa. Il tema del convegno non poteva cadere più a fagiolo: è soltanto del giorno prima la notizia dell’annullamento, da parte del Tar, del risultato elettorale di 27 delle 170 sezioni di Pescara che all’ultima tornata avevano decretato la vittoria di Masci (Forza Italia) al primo turno. Ora che una bufera si è abbattuta su di lui, il suo partito gli si stringe attorno.
«Mando un abbraccio affettuoso al sindaco di Pescara», dice Tajani, in collegamento da Bruxelles, «a Roma diciamo “non ce vonno sta”. Fanno come con Berlusconi: perdono le elezioni e provano a ricorrere alla via giudiziaria. Ma non sarà certo una sentenza del Tar a fermare la volontà popolare». È una difesa a spada tratta quella del ministro degli Affari esteri, particolarmente legato alla città di Pescara e al sindaco. È qui, infatti, che Tajani ha svolto il servizio militare da giovane ed è stato lui ad aver spinto affinché il G7 sullo sviluppo dello scorso ottobre avvenisse proprio a Pescara. È stato sempre lui a confermare la seconda candidatura di Masci quando era sindaco uscente e nulla era ancora certo. Quella stessa tornata elettorale che oggi è al centro delle polemiche.
«Abbiamo vinto alle elezioni comunali, alla Regione, è inutile cercare di offuscare una vittoria ricorrendo alla giustizia. La volontà popolare ci ha premiati». «Mio caro», conclude il vicepremier rivolgendosi direttamente a Masci, «sei il nostro sindaco e continuerai a esserlo. Andiamo avanti, conta sul sostegno del tuo partito. Conosco bene la città Pescara e, quindi, so per certo che tu sei il sindaco della città, non saranno 27 sezioni contestate per errori formali a farti cadere. I cittadini vogliono te». Applausi scroscianti.
Poi è Pagano a prendere la parola: «Volevamo parlare di giustizia penale e civile, ma ci siamo trovati costretti a parlare della giustizia amministrativa. Siamo di fronte a una sentenza del Tar stravagante, che ha azzoppato Masci e la sua Giunta, visto che ora si possono occupare solo di affari correnti. Ma siamo sicuri che il Consiglio di Stato rimetterà le cose a posto».
Il deputato continua entrando nel merito della sentenza: «Da quello che abbiamo letto pensiamo che queste irregolarità non avrebbero portato alcuna differenza per quello che riguarda la vittoria di Masci. Noi dobbiamo tutelare in primis la volontà popolare: se fossero state così gravi queste irregolarità, il presidente della Corte d’Appello avrebbe annullato le elezioni. E non sarebbe stata una novità, nemmeno a Pescara. Ai tempi del sindaco Mario Collevecchio - era il 1994 – a meno di un anno dalla sua elezione, avvenuta in maniera assolutamente corretta, il Tar ravvisò delle irregolarità nella parte iniziale delle votazioni, annullò le elezioni e fu tutto da rifare». «Evidentemente questa volta le irregolarità non sono state tali da far ritenere che il voto fosse d annullare», aggiunge ancora Pagano, che conclude confermando il ricorso al Consiglio di Stato e contestualmente la richiesta della sospensiva nei confronti della sentenza del Tar.
Ma è del presidente del Consiglio regionale il discorso dai toni più arrembanti. «Io non vorrei, ma devo dire qualcosa su quello che sta accadendo», comincia Sospiri, «vorrei evidenziare tre elementi di questa sentenza che, di fatto, ha congelato il governo della più importante città d’Abruzzo, con delle conseguenze economiche importanti. La prima cosa che ho letto e mi ha sconvolto è che questo dispositivo è costruito dalla parte finale e giustificato nelle 98 pagine precedenti. Si è partito da un assunto e si è cercato di raggiungere un risultato. Pensate che si fa riferimento a un sentenza della Corte di giustizia europea su un cittadino azero a cui è stato riconosciuta la violazione del suo diritto a correre liberamente alle elezioni. Ma cosa si vuole dimostrare? Che Masci avrebbe ordito una trama con i presidenti dei seggi per impedire ai suoi concorrenti di vincere in quelle sezioni? Io non sono amareggiato, sono indignato. Mi dispiace per il Masci sindaco, per il Masci avvocato e per il Masci uomo, perché quelle elezioni sono state vinte giustamente. E badate che non si dice mai il contrario nella sentenza, si fanno solo supposizioni».
E nel finale Sospiri tira la stoccata: «Io ho detto al sindaco di non ricorrere in Consiglio di Stato ma di andare al voto, perché questa volta li asfaltiamo, li doppiamo». Tripudio. La platea si alza in piedi. Forza Italia è pronta a sostenere il suo sindaco, fuori e dentro le aule di tribunale.
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