Tavoli all’aperto, nuovo vertice: ora parte la trattativa sugli orari

15 Novembre 2022

Incontro in Comune tra l’amministrazione Masci e le associazioni degli esercenti di piazza Muzii Rapposelli: i locali devono chiudere prima, così si abbattono i rumori. Confcommercio: no ai tagli

PESCARA. «Non è riducendo il numero dei tavoli che si risolve il problema dei rumori. Anzi, in questo modo le attività rischiano di licenziare il personale o di chiudere. È necessario rivedere gli orari di chiusura». Sono i presupposti su cui oggi si confronteranno le associazioni dei commercianti di piazza Muzii e dintorni che parteciperanno alla commissione Attività produttive, convocata per le 13 dal presidente Fabrizio Rapposelli, e alla seduta con i capigruppo in programma alle 16. «Non si possono scaricare tutte le responsabilità dell’acustica sui locali della movida», dice Rapposelli, «perché il brusìo che infastidisce i residenti, con i quali bisognerà finalmente trovare un’intesa, è prodotto anche solo dalla gente che passeggia e chiacchiera, ma non consuma. Le associazioni mi hanno chiesto questo incontro», spiega Rapposelli, «esprimendo la preoccupazione di tutto il settore merceologico soprattutto alla luce della determina dirigenziale del Comune, protesa all’eliminazione dei tavoli, che crea allarme tra i commercianti e che riteniamo troppo restrittiva in un periodo in cui stiamo passando da un Covid sanitario a un Covid energetico. La città di Pescara ha regolamentato da tempo l’occupazione del suolo pubblico e ha detto sì ai tavoli all’esterno dei locali che ci devono stare, indipendentemente dal numero. Il problema sono semmai gli orari, da rivedere». Rapposelli auspica un cambio di mentalità: «Se quella zona lavorasse di più di giorno» i locali ne trarrebbero beneficio e «si potrebbero accorciare i tempi della movida notturna». Attualmente la chiusura è fissata a mezzanotte fino al giovedì, fino alle 2 nel fine settimana.
«La soluzione non è la riduzione dei tavoli», commenta Vincenzina De Sanctis, vice presidente di Confcommercio, «anzi sarebbe un danno per le attività che rischierebbero di chiudere o perdere posti di lavoro. Soprattutto nel fine settimana, tutto il centro e non solo piazza Muzii, si riempie e diventa rumoroso. Accade in tutte le città del mondo. Vogliamo trasformare il centro in un dormitorio dopo aver promosso campagne pubblicitarie per trascinare la gente a Pescara? Il brusìo non si può spegnere, la città non si può spegnere. Con i residenti, che hanno avviato ricorsi e cause legali con richieste di risarcimento, si dovrà trovare un’intesa».
«Si dovrà tenere conto delle richieste dei residenti, ma non si possono ignorare le legittime aspettative dei commercianti alle prese con troppe emergenze», media Luciano Di Lorito, referente Cna per commercio e turismo, «non si possono penalizzare i locali perché non tutti consumano, tanta gente passeggia e chiacchiera solamente. Ci vuole buon senso, altrimenti si rischia di generare un domino che potrebbe coinvolgere il commercio di altri quartieri e financo della Grande Pescara».
Marina Dolci, presidente di Confesercenti esprime una preoccupazione: «Spero non passi la norma nazionale dei tavoli fuori e i locali vuoti, i locali lavorano sulle centinaia di coperti all’esterno. Con i residenti dovremo venirci incontro». E rilancia l’idea dei pannelli acustici o dei dehors. Dehors che sono la soluzione per Dino Lucente di Casartigiani che va controcorrente: «Sono favorevole ai limiti dei tavoli e le attività non devono dare da bere da asporto per evitare di vedere gente che degenera in giro».