Il cantiere della Mare-monti bloccato e mai portato a termine

PESCARA

Tentata estorsione a D’Alfonso: geometra condannato a 2 anni

Nel 2017 la richiesta di 130mila euro in cambio del suo silenzio nel processo della Mare-monti. L’allora governatore, imputato e poi assolto, lo denunciò: per lui un risarcimento di 5mila euro. E il cantiere della strada è sempre bloccato

PENNE. Due anni di reclusione per la tentata estorsione all'allora governatore dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso, con un risarcimento danni di 5mila euro in favore dell'esponente politico che denunciò quel ricatto alla Procura. È la condanna inflitta  al geometra Giuseppe Cantagallo che, ai tempi in cui D'Alfonso era presidente della Provincia, in relazione alla realizzazione della strada Mare-monti, aveva eseguito dei lavori: rilievi topografici propedeutici al progetto che altri stavano realizzando. Per quei lavori Cantagallo, a distanza di anni, e approfittando del processo penale in corso dove figurava anche D'Alfonso, nel 2017, inviò a D’Alfonso una mail con la richiesta di 130mila euro per evitare di andare a testimoniare in aula. Immediata partì la denuncia per estorsione  
Per D'Alfonso e gli altri imputati del processo mare-monti scattò poi la prescrizione, alla quale però l'attuale senatore rinunciò, andando nel merito davanti alla Corte d’Appello dell'Aquila che lo mandò assolto. Nel frattempo il cantiere della Mare-monti è sempre bloccato.

«Preciso che le risorse del citato risarcimento saranno devolute per le realtà scolastiche di Penne - commenta oggi D'Alfonso. Procederò anche in sede di giudice civile». (m.c.)

copyright il Centro

ARTICOLO SUL CENTRO IN EDICOLA