PESCARA

Teodoro, la lotta ai bivacchi del signore della politica 

Il neoassessore alla Polizia municipale subito alle prese con l’emergenza degrado. E già annuncia controlli a raffica: «Nei prossimi giorni, azioni sempre più evidenti»

PESCARA. La prima tessera della Dc a 16 anni, nel 1980, dopo il volontariato nella chiesa di San Gabriele dell’Addolorata; a 26 anni, nel 1990, il debutto con la prima elezione in consiglio comunale e poi la nomina a presidente della circoscrizione Fontanelle-San Donato; a 49 anni, siamo nel 2003, la svolta di una carriera politica che non si ferma grazie a una dote di quasi tremila voti.
Voti decisivi per l’elezione a sindaco di Luciano D’Alfonso contro Carlo Masci e ricompensati con il posto autorevole di vice sindaco. Da quel preciso giorno, 25 maggio 2003, Gianni Teodoro è l’ago della bilancia delle amministrazioni, sia di centrodestra che di centrosinistra: uno che sposta gli equilibri da una parte all’altra. E adesso, tornato in giunta con l’incarico di assessore alla Polizia municipale, tocca proprio lui affrontare il tema del degrado di Pescara. Nessuna paura per uno che è cresciuto a San Donato, tra pane e strada, e che proprio nella periferia ha costruito il successo di una famiglia votata alla politica.
Dopo i primi sgomberi di due giorni fa, l’assessore annuncia la «tolleranza zero» contro i bivacchi: «La guardia è altissima e i controlli saranno sempre più evidenti e percepiti nei prossimi giorni, perché questo fenomeno venga arginato il più possibile». Una dichiarazione che tratteggia la figura di un assessore interventista ma non sceriffo perché Teodoro sa che la diplomazia è un’arte: «La nostra Polizia municipale è impegnata su questo fronte in modo assiduo e ormai continuativo. Tolleranza zero, ma si tratta di un’azione che riguarda più aspetti, per questo sarà necessario tornare ad agire com’è già accaduto per capire al meglio la situazione anche da altri punti di vista, perché la soluzione non sia solo repressiva».
Per Teodoro – tra le altre cose è stato anche presidente dell’azienda di trasporto Gtm – il lavoro di assessore non è una novità: è stato consigliere comunale dal 1994 al 2003 con il centrodestra di Carlo Pace; poi, l’approdo al centrosinistra alla corte di D’Alfonso; rieletto nel 2008 con il D’Alfonso-bis durato soltanto un anno per l’inchiesta giudiziaria sul Comune, alle successive elezioni del 2009 ecco il ritorno al centrodestra con Luigi Albore Mascia che lo premiò con l’incarico di assessore ai Lavori pubblici, incarico durato solo 5 mesi per una lotta intestina; poi, ritrovatosi fuori dal Comune, l’ingresso in Provincia.
Una famiglia in politica: a gennaio scorso Gianni ha passato il testimone di consigliere provinciale al fratello Piernicola, che oggi è anche consigliere a Pescara. Il maggiore della famiglia, il commercialista Maurizio, è stato consigliere regionale nel 2000 con la Margherita. E la dinastia non si ferma: a soli 19 anni la figlia di Teodoro, Veronica, ha fatto parte della prima giunta del sindaco Marco Alessandrini. Fuori la figlia per i rimpasti, ora in giunta c’è il papà. Con un lungo elenco di deleghe in cui spiccano la Polizia municipale, la Protezione civile, e l’Edilizia residenziale pubblica, cioè le case popolari.