Terremoto, l'Abruzzo conta i danni: duemila sfollati nel Teramano

Sgomberati i centri storici di Montorio al Vomano, Isola del Gran Sasso e Tossicia. Tensione nel carcere di Teramo per i detenuti che non volevano rientrare. Nuovi crolli a L'Aquila. Nella notte altre 114 scosse, la più forte a Perugia di magnitudo 4.2

TERAMO. Teramo trema. Una scossa dopo l’ altra in un film purtroppo già visto eppure sempre più spaventoso con numeri che raccontano centri storici sgomberati e gente sfollata, crolli e panico. Ma nella domenica di paura e corse fuori casa c’è anche spazio per la “normalità” di un battesimo che si celebra nella piazza del capoluogo dopo la chiusura delle chiese.

leggi anche: Terremoto: crolli, paura e centinaia di sfollati in Abruzzo Gente in strada e tanta paura nei centri montani e a L'Aquila. A Teramo una persona ferita mentre scappa da casa, il sindaco chude il cimitero. All'ospedale di Atri dichiarato inagibile il reparto di Rianimazione: ricoverati trasferiti a Giulianova e a Sant'Omero. Sgomberati i centri storici di Montorio e Isola del Gran Sasso, chiuso un ponte a Penne e un tratto di statale 80. Danni al viadotto di Popoli dell'A25. Messe all'aperto mentre lo sciame sismico prosegue senza soste. Controlli avviati su strade, viadotti, gallerie, dighe e rete ferroviaria

I numeri che i sindaci sgranano come i grani di un rosario danno il senso di quello che succede anche se sono in drammatica evoluzione: duemila fuori casa tra Montorio, Isola del Gran Sasso, Tossicia e Penna Sant’Andrea, Civitella del Tronto, Valle Castellana con la chiusura dei centri storici, più di duecento nel capoluogo. Ed è una corsa frenetica nell’allestimento di palasport e strutture dove sistemare brandine ed offrite pasti caldi per trascorrere la notte, mentre dalla costa arrivano le disponibilità di amministratori e albergatori pronti ad ospitare gli sfollati. Paura all’ospedale di Atri dove in mattinata a scopo precauzionale è stato chiuso il reparto di rianimazione con i pazienti trasferiti in altre strutture. Più di quattrocento le chiamate ai vigili del fuoco che per tutta la giornata ha fatto sopralluoghi e verifiche. A Castiglione Messer Raimondo hanno salvato un anziano residente rimasto bloccato nella casa in parte crollata, mentre a Rapino un uomo è stato colpito alla testa da un pezzo di tegola mentre fuggiva. A Sant’Omero sgomberata la casa di riposo. .La Provincia ha chiuso la Biblioteca Delfico e il centro per l’impiego di Teramo, chiuso il ponte sulla 262, quello di Nocella all’ingresso di Campli e la provinciale 61 di Campovalano, mentre Ponte di Aprati resta interdetto agli autobus. Sono stati aperti Coc nei comuni di Teramo, Montorio, Torricella, Crognaleto, Civitella, Castelli, Atri, Corropoli, Cellino Attanasio e Cortino.

«La situazione è drammatica. Abbiamo un numero altissimo di sfollati e la Protezione civile non ci sta dando il supporto necessario nella loro sistemazione» dice il sindaco di Montorio Gianni Di Centa che ieri mattina ha sgomberato il centro storico. Ovunque crolli. Il palazzetto dello sport e i campi coperti aperti per ospitare gli sfollati. Centri storici chiusi anche ad Isola del Gran Sasso, Tossicia e Penna Sant’Andrea. «Una decisione presa in attesa di verifiche. Per salvaguardare l'incolumità dei cittadini abbiamo delimitato e chiuso un'area centrale dove ci sono gravi danni e sgomberato le trenta famiglie residenti rimaste» spiega il primo cittadino Isola Roberto Di Marco.

Crolli e paura a Teramo capoluogo dove si contano più di duecento sfollati con palazzine inagibili non solo in centro ma anche nel quartiere La Cona. «L’emergenza è tanta», dice il sindaco Maurizio Brucchi che così come i suoi colleghi per tutta la giornata ha fatto sopralluoghi e incontrato persone dopo aver chiuso i cimiteri e sospeso tutte le manifestazioni previste in città, «e i numeri sono destinati ad aumentare». Sette le aree di ritrovo all’aperto organizzate per chi non vuole trascorrere la notte in casa e tre quelle di ricovero notturno riservate agli sfollati. Dice il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino: «Danni così non si erano visti nemmeno nel 2009. Abbiamo girato tutto il territorio, i sindaci sono in grande difficoltà perchè tantissime sono le case inagibili. C’è bisogno di un raccordo sul territorio e con gli amministratori comunali». E ieri dopo la grande scossa della mattinata attimi di tensione nel carcere di Castrogno con molti detenuti che si sono rifiutati di rientrare. A riportare la calma gli agenti di polizia penitenziaria e alcune volanti della polizia che per tutta la notte hanno presidiato l’esterno della struttura.

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