Titolare di un’impresa Il dolore degli amici «Un ragazzo d’oro»

Il giovane appassionato di motori come il papà Giorgio Aveva da poco comprato una macchina da corsa

SAN GIOVANNI TEATINO. Un ragazzo d'oro. Esuberante, amante della vita, del lavoro, delle moto e delle macchine da corsa. La passione per le moto gliela aveva trasmessa il papà Giorgio, 52enne, che nella sua vita ne ha avute tante. Ultimamente aveva acquistato anche una macchina da corsa, perché la sua personalità si realizzava soprattutto a bordo di un veicolo da brivido. Anche la moto che guidava ieri era un bolide, una Bmw 1200, di quelle che schizzano appena si tocca l'acceleratore.

Ma Danilo, oltre che esperto e capace di gestire la velocità, era anche prudente e sapeva quando affondare o andare piano. Conosceva le strade e le difficoltà della guida. Ma perdere il controllo del proprio veicolo può capitare a tutti. E ieri la sorte si è fermata su Danilo. Chissà quante volte ha percorso quel tratto di strada, curve, asperità del fondo, dislivelli che conosceva a memoria, eppure ieri la passeggiata che stava facendo con il padre, in tutta sicurezza, gli è stata fatale. Al chilometro 198 + 600 la Statale 5 Tiburtina Valeria è pianeggiante, invita a dare gas al mezzo, ed il tratto che percorreva Danilo è una semicurva a sinistra lunghissima, di quelle che aspetti e sgrani gli occhi per vedere il tratto in rettilineo che arriverà.

Inspiegabile dire cosa sia successo: un guasto, una distrazione, una sbandata che anche un pilota esperto come Danilo non ha potuto gestire. Lui, titolare di una impresa di movimento terra trasferitagli dal padre, era giornalmente alla guida di qualche mezzo: se non era la moto era una vettura, o un camion, o un trattore o un mezzo da cantiere. La sua vita era modulata con i motori. Da poco aveva ricominciato a riprendere in mano la sua moto e fare qualche passeggiata: da quando aveva chiuso il rapporto con la fidanzata che gli vietava di usarla perché aveva paura che gli potesse capitare qualcosa.

Un presagio? A dirla con il senno di poi... Le qualità di Danilo escono dalla bocca di tutti gli amici, distrutti dal dolore. Da poco aveva conseguito il diploma di ragioniere seguendo corsi serali. Un’impresa portata avanti dopo il lavoro con duro sacrificio, ma svolto con passione e molto volentieri, un percorso che doveva consentirgli di avere un titolo, un diploma ed anche per essere più preparato alla gestione dell'azienda di famiglia. Il papà Giorgio, da qualche tempo con problemi di salute, l'aveva ceduta a lui, figlio unico, proprio per investirlo di maggiore dignità e di responsabilità. E lui era felicissimo di essere entrato in quel ruolo. Gli amici lo descrivono benevolmente come un tipo un po' «accelerato», iperattivo, sempre interessato a tutto e rapido nel prendere iniziative. Un giovane che si muoveva comunque con grande onestà, sia nel lavoro, che nei rapporti con gli altri, solare, educato, rispettoso, amato e rispettato a sua volta dalla comunità cittadina. Lacrime, tante lacrime ieri sono state versate nell'obitorio dell'ospedale di Popoli, dove il corpo è stato composto e dove in massa sono arrivati amici e conoscenti da San Giovanni Teatino e dai centri vicini per l'ultimo saluto a Danilo. (w.te.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA