Veduta di Bomba, in provincia di Chieti

Toponimi strani d'Italia: Paperino, Purgatorio, Gnocca e Altolà 

Da nord a sud i nomi più curiosi delle località nazionali. Tante anche le stramberie a luci rosse: Orgia, Chiappa, Belsedere e Trepalle

ROMA. Bomba, Paperino, Purgatorio, Orgia, Belsedere, Gnocca, Altolà. Ce n’è davvero per tutti i gusti a scorrere l’elenco dei nomi più astrusi affibbiati a comuni e frazioni della Penisola nel mare magnum di paesini e centri abitati che popolano lo Stivale in tutta la sua lunghezza. Perché si sa, quando si tratta di dare un nome al proprio Paese, agli italiani l’ispirazione e la fantasia non mancano.

leggi anche: Toponimi d'Abruzzo: dai classici Fallo e Bomba a Cianchetta e Forchetta  Ecco da dove vengono i nomi più strani e insoliti delle località della nostra regione. Come Cappadocia, omonima località dell’Anatolia, Tossicia, Filetto e Controguerra 

Si comincia proprio dall’Abruzzo con Bomba, in provincia di Chieti, che ha dato i natali al politico e patriota risorgimentale Silvio Spaventa e all’ex segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, ora discusso pensionato d’oro. Bomba conta oggi meno di mille abitanti ma nel 1866 poteva vantare un certo "peso" politico tanto da riuscire a far eleggere al Parlamento del Regno d’Italia ben 4 deputati. Nel 1269, Carlo d'Angiò donò il paese, insieme a Chieti e a molti altri centri della vallata del Sangro e del circondario, a Ranulfo di Courtenay. Le origini del nome sono però incerte. Alcuni pensano possa derivare da una voce latina onomatopeica, che significherebbe ronzio o rombo, riferito ad una cascata di epoca romanica, mentre altri attribuiscono a Bomba il significato di "bevanda", nel senso di bumba, l’appellativo infantile con cui i bambini sono soliti chiamare una bibita.
E’ in provincia di Prato, invece, la frazione di Paperino. Ma niente a che vedere con il papero più sfortunato del mondo, qui Walt Disney infatti non c’entra nulla giacchè il nome sembrerebbe derivare da Paperium, legionario romano, fondatore di una delle 45 ville circostanti il territorio pratese, anche se c’è chi fa risalire il toponimo ad un’erba palustre molto diffusa nella zona fino all’epoca delle bonifiche. Il piccolo centro toscano ha avuto un momento di notorietà negli anni Ottanta grazie al film con Francesco Nuti, Alessandro Benvenuti e Athina Cenci, intitolato ‘Ad Ovest di Paperino’. Il paese è conosciuto soprattutto per la festa del carnevale, una delle più interessanti di tutta la piana fiorentina e pratese, che quest’anno compie 40 anni.
Purgatorio, un nome che è tutto un programma, è invece una frazione di Custonaci, in provincia di Trapani. Certo, in quest’area dell’entroterra siciliano il caldo estivo arriva a punte davvero infernali, lontano quindi da quell’anticamera dell’Eden di cui si parla nell’Antico Testamento. Ma per questo è sufficiente spostarsi verso la costa, da Erice e Scopello, per assicurarsi un vero "angolo di paradiso". Quello siculo comunque non è l'unico centro abitato della Penisola battezzato con questo nome: ce ne sono altri due, uno nei pressi di Pordenone e un altro vicino a Salerno.
Nomi curiosi ma non solo. Nell’elenco delle stramberie anche Comuni e frazioni dai nomi…a luci rosse: Orgia, Gnocca, Sesso, Fallo, Belsedere, Chiappa, Godo, Trepalle, Chiavano, tanto per citarne alcuni. Orgia è una frazione di Sovicille, in provincia di Siena. Appena 66 abitanti. Il borgo è documentato per la prima volta in una donazione effettuata nel 730 da Matilde di Canossa al vescovo di Volterra. Fu devastato nel 1332 durante le guerre tra Siena e Massa Marittima dalle truppe pisane di Ciupo Scolari, alleati con i massetani. Non è dato sapere quale sia l’origine del nome, ma forse è opportuno evitare facili ironie…
Gnocca, invece, è una frazione di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, non distante da un altro piccolo centro, Donzella. E ci si potrebbe chiedere a questo punto se i due nomi non siano in qualche modo collegati. Sesso si trova in Emilia. L'origine del ‘bollente’ toponimo non è, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, del tutto certa ma potrebbe derivare dalla distanza in miglia dal centro di Reggio, il sesto miglio, oppure da sessum, che significa sedimento, legato all'alveo del torrente Crostolo che scorre verso ovest. Sesso è famosa per la sua centenaria fiera, che ogni anno si tiene nei primi giorni di settembre, una sagra paesana che ha quasi due secoli.
Per parlare di Fallo occorre tornare in Abruzzo, in provincia di Chieti. Il nome deriverebbe dall'antico faldus, cioè alle falde delle montagne, e ricorre in molti documenti della diocesi di Chieti, mentre per ammirare Belsedere occorre recarsi in provincia di Siena. Nessun tesoro architettonico o artistico per questa frazione. Piuttosto, al di là delle suggestioni che può generare il nome, Belsedere è famosa per il vino dal colore rosso rubino molto intenso, dal bouquet elegante e complesso con sentori di frutti di bosco. Perfetto, dicono i sommelier, per accompagnare carni rosse, selvaggina e cacciagione, ideale con formaggi stagionati e salumi. Il gemellaggio ideale? Facile: con Chiappa. Ben quattro le frazioni che portano questo curioso nome: due in Liguria e due in Piemonte.
Scorrendo la lista ‘hot’ si arriva a Godo. Due i borghi censiti, uno in Romagna e l’altro in Friuli. Si chiameranno così perché i loro abitanti se la spassano alla grande? Difficile immaginare che sia questa l’origine del toponimo. Di certo, invece, c’è che la Godo romagnola è stata rappresentata nel massimo campionato nazionale di baseball fino a due anni fa.
Facile ironia anche per Trepalle, frazione di Livigno, i cui abitanti non si chiamano superdotati bensì trepallini. Con i suoi 2.069 metri di altitudine, Trepalle è il secondo centro abitato più alto d’Europa, dopo Juf in Svizzera (2.126). Ed è anche uno dei più freddi del Vecchio Continente: nel 1956, infatti, il termometro toccò i 41 gradi sottozero, record italiano poi superato negli anni Duemila da altre località del Trentino e del Friuli dove sono stati sfiorati i meno 50 gradi. La carrellata dei nomi ‘per soli adulti’ di comuni e frazioni si conclude (anche se volendo ce ne sarebbero altri) con Chiavano, in Umbria. In questo caso è tutta una questione di accento: se è posto nella prima sillaba è un conto, se invece cade sulla seconda, allora è tutta un’altra storia, più…movimentata.
Strangolagalli, in provincia di Frosinone, sembrerebbe un luogo ad alto rischio per i pennuti, anche se, ovviamente, non è così. Il nome potrebbe derivare dal termine bizantino strongylos, cioè circolare, insieme a quello longobardo wall, vale a dire palizzata, per indicare una località fortificata da un recinto circolare in legno. La leggenda popolare invece parla di un assedio che sarebbe dovuto iniziare col cantar del gallo, assalto che la popolazione scongiurò strangolando tutti i galli. Un’altra suggestiva ipotesi è quella secondo cui ai tempi dell’invasione dei barbari, questi furono sconfitti con una manovra di accerchiamento detta, appunto, a ‘strangola galli’.
Dal nome non si direbbe. Poi, magari i suoi (pochi) abitanti, appena 253, sono molto ospitali. Stiamo parlando di Altolà, frazione di San Cesario sul Panaro (Modena). Non vi sono né chiese, né banche, né farmacie. Ma basta percorrere poco più di 3 chilometri per risolvere il problema. Fiumelatte, in Lombardia, deve il suo nome al corso d’acqua che lo attraversa, il più corto d’Italia, di appena 250 metri. E’ chiamato così perché ricco di salti spumeggianti che rendono, appunto, l'acqua bianca come il latte.
E a proposito di alimenti, ecco la short list di frazioni con nomi che parlano di problemi in dispensa: Mancasale, in Emilia, Mancalacqua in Veneto, Mancapane in Valtellina e in Lombardia. La toponomastica ha poi pescato a piene mani nel regno vegetale, come dimostrano i paesini di Nespolo, Mirto, Oliva, Olmo, Pigna, Pero, Pesco e Noci, qua e là lungo la penisola.
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