Traforo, Toninelli dice no alla chiusura 

In campo la Protezione civile. Strada dei parchi soddisfatta

L’AQUILA. Un commissario ponte scelto dalla Protezione civile in attesa della conversione in legge della norma Sblocca cantieri che deciderà il vero commissario e soprattutto darà la certezza dei finanziamenti di oltre 170 milioni di euro per mettere in sicurezza l’acqua del Gran Sasso. È questa la chiave di volta per scongiurare definitivamente la chiusura del traforo dell’A14 di cui lo Stato si è ufficialmente fatto carico.
LO STATO C’È. Le basi di questa soluzione sono state poste ieri sera con l’affidamento proprio alla Protezione civile del ruolo di primo attore nella pianificazione dell’emergenza che, di fatto, significa già commissariamento. Mentre il compito dei controlli accurati, continui e soprattutto potenziati, in modo da rassicurare anche la procura di Teramo che ha chiesto il processo per la presunta contaminazione della falda acquifera avvenuta nel 2017, sarà svolto direttamente dal ministero dell’Ambiente.
SOLO LIMITAZIONI. Infine, per quanto riguarda l’impegno della società concessionaria, Strada dei Parchi, di Carlo Toto, questo consisterà nel disporre limitazioni al traffico nel traforo che si riassumono nel rispetto delle distanze, dei limiti di velocità e di stazza dei mezzi pesanti. Ma non ci sarà alcuna chiusura delle gallerie del Gran Sasso.
LA NOTA CHE CONFERMA. La ricetta che salva l’Abruzzo dall’isolamento è stata trovata alla fine del mega vertice andato in scena a Roma, dalle 18 alle 20, che ha spinto il ministro Danilo Toninelli ad assicurare che l’interdizione del traffico non ci sarà. E Strada dei Parchi ad annunciare la revoca della paventata chiusura per la mezzanotte di domenica. Il Mit (ministero delle Infrastrutture dei trasporti) in una nota ha sintetizzato così quanto finora scritto.
«Un protocollo rafforzato di monitoraggio ambientale e della risorsa idrica facente capo al Ministero dell’Ambiente, una pianificazione dell’emergenza demandata alla Protezione civile di concerto con la Regione e un piano di limitazione della circolazione sulla tratta autostradale, operato dal concessionario Strada dei Parchi di concerto col concedente, ossia il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: su queste tre direttrici», dice il direttore generale del Mit, Gino Scaccia, «si articolerà nell’immediato l’azione di risposta, in attesa che il Commissario straordinario, previsto da un emendamento governativo allo Sblocca cantieri, possa prendere in mano la situazione, con le dovute risorse e prerogative, per la definitiva messa in sicurezza del sistema idrico».
Ed è lo stesso Mit a dire che, con l’adozione «congiunta e coordinata di queste azioni inter-istituzionali», il Traforo «non necessita di essere chiuso» e che la tutela della salute dei cittadini e della salubrità dell’acquifero del Gran Sasso «è comunque garantita, nel breve e nel lungo termine, senza compromettere la circolazione delle persone e delle merci».
CHI C’ERA. L’accordo su questi obiettivi è stato siglato da tutte le parti invitate al vertice romano: i rappresentanti del Dipartimento della Protezione civile, del ministero dell’Ambiente, e dell’Istruzione, del Provveditorato alle Opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, il presidente e il vicepresidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio ed Emanuele Imprudente, nonché esponenti di Ruzzo Reti e Gran Sasso Acqua, le due società degli acquedotti coinvolte nella vicenda, di Ispra, Arera, Iss, Ersi Abruzzo, Infn e dell'Autorità Distretto Appennino Centrale. Con l’interessamento anche di una rappresentanza dei parlamentari del territorio e dei sindaci dell’Aquila e di Teramo, Pierluigi Biondi e Gianguido D’Alberto, che però ieri sera, a fine riunione, si sono dichiarati molto scettici sugli effetti immediati della riunione.
E ciò nonostante la dichiarazione ai microfoni di Rai 3 dello stesso ministro Toninelli: «Stiamo lavorando con un tavolo permanente», ha detto il pentastellato, «anche oggi ci sono tutte le istituzioni, gli enti pubblici, ministeri: l'obiettivo è quello di evitare una chiusura che recherebbe danni enormi».
I SINDACI DEL NO. Ma Biondi e D’Alberto non credono al dietrofront di Sdp, il primo dei due annuncia che oggi esternerà le sue perplessità in un incontro previsto in prefettura. Ma a sgomberare il campo da ogni tipo di dubbio arriva, dopo le 22 di ieri, questa dichiarazione, al Centro, di Mauro Fabris, vice presidente di Strada dei Parchi: «Quanto definito nel vertice di oggi al ministero corrisponde all’intesa raggiunta tra noi e il Mit. Siamo sulla strada che abbiamo indicato per poter revocare la decisione che avevamo intrapreso, e che ha consentito che la questione assumesse finalmente il rilevo che merita con le soluzioni nel frattempo arrivate».
I FONDI SVELATI. E il governatore Marsilio? La sua maggioranza non vuole che ricopra il ruolo di commissario dell’emergenza Gran Sasso. E neppure lui lo vuole davvero temendo di diventare un commissario senza fondi. Ma forse il presidente non sa di un accordo, non ancora ufficializzato, che può fargli cambiare idea perché impegna il ministero dell’Ambiente a finanziare 50 milioni di euro, e Miur e Mit metterci il resto. In altre parole i fondi ci sono già.
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