Treni fra le case, muro antirumore

22 Ottobre 2011

Progetto delle Ferrovie, ma la Regione e il Comune sono contrari

MONTESILVANO. «Non è una barriera antirumore, ma un muro di Berlino»: la Regione e i Comuni si oppongono alla realizzazione del progetto della Rete ferroviaria italiana per l'installazione di pannelli fonoassorbenti lungo il tracciato ferroviario. Stando al Piano nazionale antirumore, entro il 2017, la partecipata delle Ferrovie dello Stato dovrà equipaggiare con dispositivi antirumore i binari che attraversano i centri abitati. Nel 2003 la Regione Abruzzo, i Comuni e Rfi hanno siglato un protocollo d'intesa. L'iter per la realizzazione delle barriere fonoassorbenti si è interrotto nel 2006 quando in una riunione tra i delegati della Spa di FS, la Regione e i comuni abruzzesi, è stato presentato il progetto preliminare.

«Sono barriere in materiale cementizio alte fino a 7 metri», spiega Iris Flacco, a capo della Direzione regionale per la Politica energetica e la qualità dell'aria, «Nel caso di Montesilvano e Pescara, tagliano la città da una parte all'altra. Un vero e proprio muraglione di cemento, un muro di Berlino». Nel 2006, la Regione ha richiesto di modificare le barriere sostituendo le parti in cemento con del materiale trasparente come quello già impiegato in alcuni tratti a Pescara. «Il nostro standard», si legge nella lettera di risposta inviata dal quartier generale della Rfi, «non prevede l'uso di materiale trasparente che, per fenomeni di riflessione, potrebbe determinare un peggioramento del clima acustico su alcuni ricettori».

A questo si aggiunge il problema degli elevati costi per questo tipo di strutture. «Non è che i Comuni non vogliano le barriere», spiega la Flacco, «non vogliono quelle barriere. Abbiamo anche proposto di intervallare i pannelli con della vegetazione, ma sono tutte soluzioni che Rfi giudica troppo onerose». In alcuni tratti i pannelli fonoassorbenti dovrebbero essere installati vicino al mare, danneggiando le località che vivono di turismo. «Anche le Marche e altre regioni», riferisce Flacco, «si stanno attivando e abbiamo fatto degli incontri interregionali per trovare una soluzione per la riviera adriatica».

L'Abruzzo sta spingendo perché Rfi intervenga sulla fonte del rumore, sul materiale rotabile. «Ci sono esempi in Europa di interventi fatti sui treni per ridurre le emissioni di rumore», spiega Andrea Veschi, responsabile tecnico dell'ufficio Energia e qualità dell'aria, «un compromesso potrebbe essere utilizzare barriere meno impattanti che riducano del 50-60% i decibel prodotti e per i restanti lavorare sul rinnovamento della linea».

Il braccio di ferro rischia di ritardare l'attuazione del progetto sulle barriere antirumore che da due anni attende il nulla osta dei consigli comunali. A Montesilvano, tagliata in due dalla ferrovia, il problema è particolarmente sentito, con i cittadini che si sono ripetutamente rivolti al Comune. Per le questioni più urgenti, l'amministrazione ha deciso intervenire a proprie spese. E' il caso di via Saragat dove, essendo prevista la realizzazione di una scuola, Palazzo Baldoni sborserà 150 mila euro per l'installazione delle barriere antirumore previste dalla legge. Sul resto del tracciato, per ora, è tutto fermo in attesa di una risposta da Rfi. «Le barriere proposte», dice l'assessore all'Urbanistica Mimmo Di Giacomo, «erano una cosa agghiacciante, ancora di più l'idea che debbano essere installate in zone centrali come viale Abruzzo».

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