Trifuoggi, sfuma Roma"Vorrei finire il processo Sanità"

Il collegio ha ribaltato la decisione del Tar del Lazio: la Procura genereale della Corte d'appello a Ciampoli

PESCARA. E' sfumato per Nicola Trifuoggi, il procuratore capo di Pescara, l'approdo della sua quarantennale carriera alla procura generale presso la Corte d'Appello di Roma: il Consiglio di Stato ha deciso di accogliere il ricorso presentato dal magistrato romano Luigi Ciampoli e di annullare la decisione del Tar del Lazio che aveva messo in corsa Trifuoggi per la poltrona più importante d'Italia. Una decisione frutto di una «valutazione complessiva e unitaria dei requisiti», scrive il presidente del collegio Gaetano Trotta, nata dal confronto delle carriere dei due magistrati e dei tre parametri - attitudine, merito e anzianità - da analizzare, scrivono i giudici, «in maniera integrata». Ai primi di novembre, Trifuoggi dovrà lasciare il quinto piano della procura di Pescara perché il suo mandato scadrà.

Che farà il magistrato? C'è una prospettiva che privilegia l'ambiente, il percorso professionale e che potrebbe sfociare nel non dire addio alla regione in cui Trifuoggi vive e lavora da tempo. Ma c'è anche una sirena che si chiama processo sanità a cui il procuratore potrebbe cedere, continuando a tenere le fila dell'inchiesta che ha cambiato il volto della regione sedendo al banco, stavolta, da sostituto procuratore. Nato ad Avellino 68 anni fa, Trifuoggi è arrivato a capo della procura pescarese nel 2004. Otto anni in cui, la procura ha toccato nervi scoperti facendo emergere reati gravi: la concussione, l'associazione a deliquere, la corruzione. «Mi piacerebbe restare fino alla sentenza del processo della sanità», dice Trifuoggi che, a novembre, potrebbe comunque scegliere la pensione.

LA SENTENZA.
Intanto, la corsa a Roma si è interrotta con una sentenza senza sorprese del Consiglio di Stato e che dà continuità alla linea che era stata già segnata dal Consiglio superiore della magistratura.

E' il 2009 quando il nome di Trifuoggi viene inserito nella rosa dei papabili alla Corte d'appello di Roma. Ma il Csm boccia la sua candidatura in favore di quella di Ciampoli: il 21 dicembre 2009 il plenum del Csm esprime 14 preferenze per Ciampoli e 7 per il procuratore capo di Pescara.

Trifuoggi presenta ricorso contro il ministero della Giustizia e il Csm, il Tribunale amministrativo del Lazio gli dà ragione. Scrivono i giudici: «La sua carriera è stata ingiustamente sottostimata dal Csm e avrebbe meritato ben diversa considerazione. Il confronto con Ciampoli, sotto il profilo delle esperienze di carattere direttivo e organizzativo, dimostra la presenza di uno sbilanciamento in favore di Trifuoggi». Da quel momento, si apre uno spiraglio per la procura generale della Corte d'appello, una finestra oggi vanificata dal Consiglio di Stato, che non ribalta il Csm.

IL CONFRONTO.
E' sempre dal confronto e dalle carriere dei due magistrati che è nata la valutazione del supremo organo giuridico-amministrativo che ha ripercorso i profili dei due magistrati. Ciampoli è stato sostituto procuratore a Roma nel 1970 svolgendo indagini per i reati di terrorismo e di mafia ed è stato sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma e presso la Corte di Cassazione. Trifuoggi, invece, è stato sostituto procuratore della Repubblica generale a Genova fino al 1982, procuratore della Repubblica all'Aquila e, dal 2003, a Pescara. Esaminati i profili, la sentenza spiega che i requisiti «primari» sono i «tre parametri di attitudine, merito e anzianità che devono essere presi in considerazione integrati». E, quindi, andando verso la decisione spiega: «Ponendosi dunque il confronto tra due figure di magistrati entrambe caratterizzate da profilo estremamente brillante, non può vedersi come vizio di legittimità il fatto che il Csm non abbia attribuito rilevanza decisiva al fatto che solo Trifuoggi abbia svolto in precedenza funzioni direttive: un tale automatismo contraddirebbe il criterio della necessaria globalità ed elasticità che connota i giudizi. In altri termini», continuano i giudici, «dalla documentazione curriculare dei due magistrati non può essere irragionevole un giudizio che, senza svalutare le pregresse esperienze direttive, abbia attribuito valenza decisiva - tenuto conto della complessa e articolata realtà dell'incarico - alla maggiore versatilità dell'esperienza di Ciampoli».

«AMBIENTE CAPITOLINO».
Ma c'era un altro criterio per cui il Tar del Lazio aveva rimesso in corsa Trifuggi per Roma: il localismo. La sentenza del Tar del Lazio spiegava che, durante la votazione in favore di Ciampoli, aveva prevalso il localismo, la maggiore conoscenza di Ciampoli dell'ambiente romano: «La relazione approvata dal plenum del Csm ha orientato la preferenza espressa a Ciampoli anche in relazione alla sua conoscenza approfondita dell'ambiente giudiziario di Roma».

Oggi, invece, il Consiglio di Stato dice che quel criterio è secondario: «La maggiore conoscenza dell'ambiente giudiziario che il Csm ha riconosciuto a Ciampoli è un aspetto marginale nell'ambito della valutazione comparativa, nel senso che il giudizio finale del candidato risulta tranquillamente in grado di sorreggersi sul piano documentale e motivazionale».

PROCESSO SANITA'.
Sarà nel pieno delle udienze del processo sanità che Trifuoggi terminerà il suo percorso a Pescara, una sede giudiziaria strategica anche per la sua vicinanza a Roma e tra le principali del centro Italia.

Il procuratore potrebbe andare in pensione oppure potrebbe scegliere di continuare a lavorare fino al 2017, fino al compimento del suo 75º anno di età. Perché? Trifuoggi è il magistrato delle grandi inchieste: è stato lui, insieme al suo pool di magistrati, a firmare gli arresti dell'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso e dell'ex sindaco di Montesilvano Enzo Cantagallo. Ed è stato sempre Trifuoggi che, il 14 luglio 2008, ha cambiato il volto della regione arrestando Ottaviano Del Turco, ex ministro delle Finanze e, tre anni fa, governatore di centrosinistra dell'Abruzzo. Il procuratore, così, potrebbe decidere di vedere come andrà finire il processo che ha spazzato via una giunta di centrosinistra, messo nei guai politici del centrodestra e un sistema sanitario con enormi falle.

Il processo della sanità è appena iniziato: la prima udienza si è celebrata il 15 aprile e, dopo la pausa estiva, si tornerà in aula il 30 settembre. Ma la strada è ancora lunga: per il momento, l'accusa ha ascoltato una ventina di testimoni appartenenti a una lista complessiva che supera oltre 300 nomi e che farà arrivare a Pescara i big della politica: da Romano Prodi a Ignazio Marino a Sandro Bondi.

TRIFUOGGI IN ABRUZZO.
E se invece il procuratore capo decidesse di abbandonare il processo sanità? Non è escluso neanche che Trifuoggi presenti la domanda per la procura antimafia dell'Aquila che attualmente è guidata da Alfredo Rossini che, nell'agosto del prossimo anno, terminerà il suo incarico. Così, nel ventaglio delle possibilità, c'è anche quella che vede il procuratore ancora legato all'Abruzzo e restare nella regione.

L'iter, comunque, comincerà a novembre, quando Trifuoggi lascerà il piano più alto della procura e le funzioni di procuratore verranno coperte, nel frattempo, dall'attuale procuratore aggiunto Cristina Tedeschini.

Occorrerà, infatti, molto tempo prima che il nuovo procuratore arrivi a Pescara e forse bisognerà aspettare la primavera del prossimo anno. Intanto, la corsa è già cominciata: i candidati alla successione di Trifuoggi sono 26.

Nella scelta del Consiglio superiore della magistratura entreranno in gioco diversi fattori: il curriculum con i relativi meriti, la partecipazione a corsi e incontri di studio, le pubblicazioni realizzate e il lavoro svolto soprattutto in sedi disagiate.

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