TURBINE in panne

CHIETI. Provincia di Chieti: cinque turbine per la neve, su sette, sono rotte. Così come fuori uso è un altro mezzo, Fender, che svolge funzioni simili. L’ultima a issare bandiera bianca è stata...

CHIETI. Provincia di Chieti: cinque turbine per la neve, su sette, sono rotte. Così come fuori uso è un altro mezzo, Fender, che svolge funzioni simili. L’ultima a issare bandiera bianca è stata quella di stazza a Passolanciano. Era il giorno della Befana. Questo è il quadro in cui ci si è trovati a fronteggiare l’emergenza neve in un territorio che su 1.800 chilometri di strade provinciali ne ha 400 in media-alta montagna. Se tenute bene, cioè condotte con esperienza, professionalità e con una manutenzione che non ammette errori (perché è questo il punto cardine del discorso), le turbine hanno una vita di circa venti anni. Ma cinque turbine più il mezzo Fender non hanno potuto svolgere il compito loro preposto in questo periodo di emergenza: liberare le strade di montagna da cumuli di neve alti fino a tre metri per mettere in sicurezza interi paesi. Questa la loro dislocazione: due a Mammarosa (altezza sul livello del mare 1.650 metri), fuori uso; una a Passolanciano (1.300 metri), fuori uso; due a Castiglione Messer Marino (1.000 metri), una in funzione e una fuori uso; una a Palena (767 metri), in funzione; una a Gamberale (1.343 metri), in riparazione da due mesi e ancora parcheggiata in officina. Il mezzo Fender, alla Maielletta, fuori uso. Le turbine sono mezzi potenti e nello stesso tempo delicati. Per la loro conduzione si richiede il possesso di attestati generalmente conseguiti presso le case produttrici.

Bisogna essere attenti a calcolare l’altezza dello strato della neve sul quale muoversi, perché le frese non possono entrare in contatto con il terreno. Una guida senza accortezza è una delle cause di una riduzione della loro vita lavorativa. Altra condizione importante per garantire un impiego prolungato negli anni è la loro manutenzione. Dopo il loro utilizzo, le frese devono essere pulite con accortezza dai residui di neve e sporco; va controllata la lubrificazione, l’efficacia dei cuscinetti sui quali la lama lavora e la pulizia della ventola se è a due strati. Il mezzo va coperto con un telo per metterlo al riparo da raggi solari prolungati, da polvere e umidità che con le basse temperature può gelarsi e intaccare le parti più delicate come indurire e danneggiare la gomma del rivestimento dei manubri, ad esempio. Per ovviare a ciò, le frese devono essere immerse in vasche con gasolio.

Le cinque turbine non sono funzionanti perché queste elementari norme non sono state eseguite, condizione questa che può dipendere da negligenza degli operatori e/o al mancato controllo da parte degli organi preposti a farlo. Difficilmente, considerato lo stato attuale, esse possono essere riparate. Non solo. Le turbine per lavorare hanno bisogno di questi mezzi di supporto: una squadra con gasolio e un’altra con attrezzi. Il parco macchine della provincia di Chieti è trentennale e spesso anche questi mezzi (così come quelli, per esempio, necessari per il taglio dell’erba dalle cunette o degli alberi, nel periodo estivo) sono fuori uso.

Negli ultimi 5 -6 anni questo parco macchine della Provincia è stato dilapidato, spesso attuando questa politica: si vendono tre mezzi per acquistarne uno nuovo. Soldi non ci sono per comprarne di nuovi, o per farli riparare, come capita alla turbina di Gamberale. Ma non mancano i fondi stanziati per assegnare gli appalti a ditte esterne per il piano neve. Risultato: turbine provinciali ferme e mezzi privati che devono svolgere, in parte, anche la loro funzione. Se capita, come quest’anno, una condizione di particolare emergenza ecco che ci si trova impreparati e si è costretti ad arrivare allora le turbine da Rimini, Foggia e Bolzano, che di tali mezzi ne hanno una cura appropriata, alcune delle quali sono state dirottate sulla strada che da Farindola porta a Rigopiano. «Ci sono da rivedere diverse cose nel computo finale, perché nel prospetto della programmazione non può esserci la voce: “Speriamo che non nevichi, speriamo che non piova”...», commenta un operatore della Provincia di Chieti che chiede di rimanere anonimo. Non si sa mai.

©RIPRODUZIONE RISERVATA