Uccide il padre a Popoli, sì alla perizia psichiatrica ma è già libero

La consulenza disposta dal giudice dovrà stabilire se Sante Corazzini fosse capace di intendere e di volere quando, nel 2013, uccise il padre. Era già stato condannato e graziato per un altro omicidio nel 1992

PESCARA. Affidato dal Gup del Tribunale di Pescara Nicola Colantonio l'incarico all'esperto in psichiatria Maurizio Cupillari, che avrà il compito di eseguire la perizia per stabilire se Sante Corazzini, l'uomo che nell'agosto del 2013, a Popoli, uccise a coltellate il padre Angelo, era capace di intendere e di volere al momento dell'omicidio. L'esperto dovrà anche valutare la pericolosità sociale dell'imputato, che da un anno è stato rimesso in libertà. La perizia, tramite incidente probatorio, è stata richiesta nel corso della precedente udienza dall'avvocato difensore Paolo Marino. L'esperto avrà 60 giorni di tempo per consegnare la propria relazione. La prossima udienza si terrà l'11 febbraio del 2016. Sante Corazzini, 43 anni, è accusato di omicidio volontario pluriaggravato.

leggi anche: Popoli, uccide il padre con una coltellata: arrestato il figlio 40enne già graziato per un altro omicidio Sante Corazzini, 40 anni, ha ucciso il padre Angelo (66) al culmine di una lite. Il figlio ha atteso che il padre andasse a letto e lo ha colpito al torace e al collo con un coltello da cucina. Inutili i soccorsi e la corsa in ospedale. Il 40enne era in cura nel centro di igiene mentale ed era affidato al padre. Negli hanni '90 fu condannato per aver picchiato e ucciso un anziano: sostenne di aver subito attenzioni sessuali. La pena venne prima attenuata in appello e poi condonata nel 1999 con la grazia

Padre e figlio convivevano in una casa nella zona peep di Popoli e la notte del 6 agosto del 2013, dopo una lite, il figlio attese che il genitore andasse a dormire, per poi raggiungerlo nei pressi del letto e colpirlo mortalmente con una serie di coltellate sferrate al collo e al torace. Il padre provò a difendersi e a chiamare aiuto, ma stramazzò al suolo prima di riuscire a contattare la figlia. L'omicida era da tempo in cura nel Centro di igiene mentale di Tocco da Casauria ed era stato affidato ai genitori in quanto ritenuto seminfermo di mente. La madre morì d'infarto tre anni prima dell'omicidio. Diversi testimoni, dopo il delitto, riferirono di liti continui tra Sante e Angelo Corazzini, con il figlio che avrebbe già tentato di accoltellare il padre un anno prima.

Negli anni Novanta Sante Corazzini era già stato condannato per un altro caso di omicidio volontario: il tribunale di Pescara gli inflisse una pena di dieci anni di carcere, riconoscendolo colpevole di avere picchiato e ucciso, nel gennaio del 1992, l'anziano Nazareno Frascarella, il cui cadavere era stato rinvenuto nello spogliatoio del campo sportivo di Popoli. La Corte d'appello dell'Aquila, in seguito, ridusse la condanna a sei anni di carcere, concedendogli l'attenuante della provocazione, sulla base delle dichiarazioni dell'omicida, che affermò di avere picchiato il pensionato per liberarsi dalle sue attenzioni a sfondo sessuale. Sante Corazzini tornò libero prima del previsto, in quanto nel 1999 l'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli concesse la grazia.