Ultrà ucciso, Ciarelli ai legali: "Non ho ucciso io" Ma davanti al pm decide di tacere / Foto

Interrogatorio di garanzia nel carcere di Vasto per il rom. Ciarelli si avvale della facoltà di non rispondere davanti ai giudici, ma nega l'omicidio ai suoi avvocat
VASTO. Ai magistrati non parla, ma si difende in privato con gli avvocati: "Non sono stato io". Così Massimo Ciarelli, il 29enne rom accusato di aver ucciso l'ultrà del Pescara Domenico Rigante la sera del primo maggio scorso. Oggi nel carcere di Vasto, davanti al gip di Chieti Antonella Redaelli, competente per la convalida del fermo, e al pm di Pescara Salvatore Campochiaro, ha scelto di avvalersi ancora della facoltà di non rispondere. Ma davanti ai suoi avvocati, Antonio Valentini e Franco Metta, il rom si è difeso negando di essere stato lui a sparare durante il blitz del primo maggio nella casa di via Polacchi a Pescara.
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