Un’altra centrale del falso scoperta a Montesilvano

Blitz della squadra mobile nel “ghetto” dei senegalesi di via Ariosto L’appartamento trasformato in fabbrica di abiti e scarpe contraffatti

MONTESILVANO. Lungo le scale della palazzina di via Ariosto, a Montesilvano, si sentiva forte l’odore inconfondibile della marijuana. I poliziotti della squadra mobile di Pescara, giovedì scorso, hanno bussato alla porta dell’appartamento sicuri che dentro ci fosse della droga ma nessuno ha aperto. C’è voluto poco per forzare la porta: all’interno non c’era un deposito di marijuana ma una fabbrica di false griffe. Un laboratorio abusivo per riprodurre i loghi dei marchi famosi: Prada, Gucci, Chanel, Tods, Louis Vuitton, Liu Jo, Hermes e Armani. Una centrale del falso con una macchina da cucire professionale, 29 matrici in ottone per contraffare i marchi e una pressa. E poi, a terra, in una quindicina di sacchi di plastica, circa un migliaio di capi di abbigliamento contraffatti tra felpe, t-shirt, pantaloni e borse per un valore stimato sul mercato nero di quasi 40 mila euro. Moncler, Adidas, Bikkembergs, Colmar, Converse, Obey: questi i marchi falsificati a testimonianza che i senegalesi di via Ariosto sono diventati sempre più professionali e inseguono le nuove tendenze della moda.

La scoperta della polizia, subito dopo i 10 arresti della guardia di finanza tra Pescara e Napoli per il grande affare della contraffazione nel centro della città, è un’altra conferma del salto di qualità dei senegalesi: da semplici rivenditori, in tanti sono diventati produttori e grossisti di abiti e accessori falsi. Nell’indagine della finanza, le intercettazioni raccontano la compravendita dei falsi tra i grossisti napoletani e i senegalesi: dalle etichette a 12 centesimi l’una fino alla merce già completa, come le ricercatissime scarpe Hogan vendute poi sulle bancarelle da 30 a 70 euro. Ora, anche l’operazione della Mobile, guidata dal capo Pierfrancesco Muriana, disegna i nuovi ruoli del mercato delle griffe false.

Al momento del blitz, l’appartamento era vuoto e non sono scattate denunce. Per ora. Perché sulle attrezzature la Mobile andrà a caccia di impronte digitali e potrebbero scattare accuse pesanti: la scoperta della fabbrica dei falsi potrebbe essere il primo tassello di una nuova inchiesta contro la contraffazione.

In via Ariosto, gli agenti della Mobile sono arrivati per caso indagando sul furto di computer in tre scuole di Pescara, Montesilvano e Pineto. Dopo aver recuperato già 4 computer nelle disponibilità di senegalesi o rivenduti sempre da senegalesi a terze persone, è scattato il blitz nel “ghetto”: non sono stati trovati altri computer e i poliziotti hanno cominciato a seguire l’odore della droga. In pochi minuti, la presenza della polizia ha richiamato un centinaio di africani che hanno circondato il palazzo oggetto dei controlli. Sono dovuti arrivare rinforzi dalla questura per portare a termine l’operazione.

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