cittÀ sant’angelo

Una “catarsi in nero” nei quadri di Candeloro

SANT’ANGELO. “Catarsi in nero” è il titolo della personale della pittrice Lucilla Candeloro inaugurata giovedì scorso nel Museo laboratorio dell’ex manifattura tabacchi di Città sant’Angelo (aperta...

SANT’ANGELO. “Catarsi in nero” è il titolo della personale della pittrice Lucilla Candeloro inaugurata giovedì scorso nel Museo laboratorio dell’ex manifattura tabacchi di Città sant’Angelo (aperta tutti giorni fino all’8 settembre, dalle 19,30 alle 23,30 ,lunedì e martedì chiuso). «Oggi, siamo sempre e nuovamente alla ricerca di noi stessi», si legge nelle note di presentazione del critico Domenico Spinosa,«divisi tra forma interna e forma esterna con la sperata illusione che l'una si risolva nell'altra. Ancora una volta, ciò che ne va di mezzo è la questione del reciproco rapporto tra oggetto e soggetto e inevitabilmente veniamo a ritrovarci qui, sulla soglia perplessi di fronte a una prospettiva secondo cui facciamo parte di un "intero" dove il proprio e l'estraneo, appunto il soggettivo e l'oggettivo, stanno insieme, in una vera e propria dissolvenza dell'io assoluto e verso una rapsodia di parti senza classificazioni (apparenti). A tutto questo, come di sicuro anche ad altro, i nuovi intensi lavori di Lucilla Candeloro rimandano le nostre emozioni, riportano la nostra attenzione». «Candeloro, con i suoi doni» prosegue Spinosa, «ci invita e ci conduce verso l'apertura di un universo poetico che consente a noi l'identificazione con ciò che ci appare straniero. Forse ciò induce, proprio come in una purificazione classica, a un momentaneo allontanamento in silenzio dal regno dei viventi. Eppure questo è profondamente vitale, intimamente nostro, in quanto siamo in una continua metamorfosi».

Insieme alle opere di Candeloro, nello spirito del progetto “Il grado zero dello sguardo” che il Museo laboratorio sta portando avanti, i fruitori potranno essere contemporaneamente spettatori del film Medea (1988), diretto da Lars von Trier e basato su una sceneggiatura di Carl Theodor Dreyer per un progetto filmico mai realizzato.