Una molecola intelligente può sconfiggere il cancro 

A studiarla, a Chieti, grazie ai fondi Airc, è l’équipe di cui fa parte Gianluca Sala Si tratta di un farmaco che agisce in modo selettivo contro le cellule maligne 

PESCARA . Il suo nome è EV20/MMAF, una sigla che dice poco a chi non è del mestiere, ma è la nuova frontiera nella lotta contro i tumori. Si tratta di un anticorpo monoclonale “armato” con un potente farmaco che va ad agire selettivamente solo sulle cellule neoplastiche, senza danneggiare quelle sane.
GLI ARTEFICI. A metterlo a punto è stata l’équipe del Laboratorio di Biochimica Cellulare e Molecolare di cui fa parte il dottor Gianluca Sala, 46 anni, di Pescara, che da dieci anni è impegnato in un’attività di ricerca che ha come principale obiettivo proprio quello di sviluppare farmaci antitumorali innovativi, conosciuti come farmaci a bersaglio molecolare. Il laboratorio fa parte dell’Unità di biochimica e biologia cellulare diretto dal professor Vincenzo De Laurenzi, ordinario di biochimica clinica, del Cast (Centro di Studi e Tecnologie Avanzate). Lo studio è finanziato con i fondi raccolti dall’Airc, che oggi (sabato 9) torna nelle piazze con “I Cioccolatini della Ricerca”.
STUDIO DELL’AIRC. «Negli ultimi dieci anni», spiega il dottor Sala, «si è assistito a un notevole incremento nello sviluppo clinico di terapie mirate per il trattamento del cancro. Farmaci “intelligenti” sono stati progettati per incrementare l’attività della chemioterapia tradizionale bloccando selettivamente vie di segnalazione che permettono alle cellule di proliferare e sopravvivere».
UNA NUOVA SFIDA. I risultati sono sempre più promettenti, ma la nuova sfida che è emersa nel corso degli anni è rappresentata dalla resistenza associata a questo tipo di farmaci, resa possibile dalla capacità delle cellule tumorali di aggirare il blocco della crescita imposto dal farmaco. In particolare, come numerosi studi hanno evidenziato, è il recettore HER-3 a causare questi fenomeni di resistenza.
UN’ARMA POTENTE. Lo scopo di questo studio è quello di sviluppare un nuovo agente antitumorale che ha come bersaglio il recettore Her-3”. E qui entrano in gioco gli “immunoconiugati”, tra i quali la molecola che stanno studiando a Chieti, che hanno la potenzialità di veicolare in modo specifico potenti agenti citotossici all’interno del tumore.
MOLECOLE INTELLIGENTI. «Queste molecole “intelligenti” riconoscono in modo selettivo proteine presenti sulla superficie delle cellule tumorali», spiega ancora il dottor Sala, «e sono in grado di rilasciare all’interno della cellula malata il potente agente antitumorale, uccidendola. Sono molti i tumori in cui è stato dimostrato il coinvolgimento del recettore HER-3 nei fenomeni di resistenza ai farmaci mirati. Noi in questo progetto ci focalizzeremo su tre modelli: il carcinoma della mammella, l’epatocarcinoma e il melanoma. Studieremo quindi l’effetto della terapia di combinazione di immunoconiugati anti-HER-3 con farmaci attualmente in uso clinico». Attualmente lo studio ha superato la fase pre-clinica, dimostrando sul modello animale attività terapeutica importante, ed è già stato pubblicato si riviste scientifiche internazionali. Tecnicamente, dunque, sarebbe pronto per essere usato sull’uomo, anche a livello sperimentale. A mancare, come al solito, sono i finanziamenti per continuare la ricerca. Contribuire si può, aderendo alle campagne di raccolta fondi che vengono organizzate periodicamente dall’Airc.