Uno studio sui primi sintomi del Covid 

La ricercatrice Di Pizio di Celano coordina i colleghi italiani: «Studiamo la casistica sulla perdita di gusto e olfatto»

PESCARA. Gusto e olfatto che spariscono all’improvviso sono sintomi che alimentano il sospetto di essere affetti da Covid-19. Per monitorare i casi in tutto il mondo è nato un consorzio internazionale di ricercatori, il Global consortium for chemosensory research (Gccr), che ha appunto l’obiettivo di studiare la perdita di olfatto e gusto. Il consorzio ha una voce abruzzese, la dottoressa Antonella Di Pizio, di Celano che lavora al Leibniz-Institute for food systems biology at tum, Germania), ed è la coordinatrice dei ricercatori italiani del consorzio (email: gccr.italia@gmail.com).
In risposta alla casistica registrata nelle ultime settimane che riporta una perdita di olfatto e gusto in persone risultate positive al Covid-19, più di 500 ricercatori provenienti da 38 Paesi hanno costituito appunto il Gccr, che ha l’obiettivo di valutare le possibili relazioni tra malattie respiratorie (compreso il Covid-19) e i loro effetti su gusto e olfatto. A coordinare i lavori del consorzio è proprio una ricercatrice italiana, la dottoressa Valentina Parma, che al momento lavora alla Temple University a Philadelphia.
Più di trenta ricercatori e medici provenienti da università e ospedali distribuiti in tutto il territorio italiano, nonché ricercatori italiani che lavorano all’estero, si sono uniti a questo progetto. La prima iniziativa lanciata dal consorzio è un questionario online rivolto a tutti i pazienti che hanno o hanno avuto malattie respiratorie, quali influenza stagionale e raffreddore, o Covid-19. Il questionario è disponibile sul sito ufficiale del Gccr in inglese, tedesco, italiano, francese, spagnolo, portoghese e verrà presto tradotto in altre lingue: https://sites.google. com/view/gcchemosensr/.
Si compila in 15 minuti circa e la partecipazione è volontaria. Le informazioni, raccolte in tutti i Paesi nel rispetto delle norme sulla privacy e la protezione dei dati, verranno archiviate in un unico database accessibile all’intera comunità scientifica.
Il questionario non ha scopi diagnostici né terapeutici, ma rappresenta una immancabile occasione per fornire informazioni utili alla ricerca e così contribuire a studi interdisciplinari e trans-culturali su scala globale!
«Molti pazienti positivi a questo nuovo coronavirus», sottolinea Antonella Di Pizio, «sono affetti da disturbi legati al gusto e all’olfatto. I medici italiani sono stati tra i primi a segnalare queste alterazioni come sintomi preliminari e a proporre screening sensoriali come strumenti diagnostici per il Covid-19. Purtroppo i dati che abbiamo a disposizione non sono sufficienti per capire se effettivamente questi disturbi sono causati dal virus e quali sono i meccanismi coinvolti».
Un impegno in prima persona per combattere questo nemico invisibile che sta cambiando la vita delle persone in tutto il mondo.
«È vero», conferma la dottoressa abruzzese, «il Covid-19 ha cambiato molte cose nella nostra vita, e molte anche nel mondo della ricerca. Lavorare a un obiettivo comune, in collaborazione con colleghi, al di là dei confini geografici e disciplinari è la parte più bella di questo lavoro. Ma questa pandemia ha coinvolto tutto il mondo e l’urgenza di trovare soluzioni ha reso questa collaborazione ancora più importante. Per la prima volta lavoro in un progetto che ha messo insieme più di 500 medici e ricercatori in tutto il modo».
«Si lavorerà in “open-science”», conclude, «e tutti i ricercatori, non solo quelli del consorzio, avranno accesso ai risultati della ricerca. Questo significa che anche la competizione, l’attaccamento alla “proprietà scientifica e intellettuale” è stato messo da parte, lasciando spazio alla completa condivisione dei saperi. I pazienti Covid-19 non sono solo oggetto di studio, ma sono chiamati a prendere parte in modo attivo alla ricerca. Partecipare a questo questionario significa costruire insieme questo progetto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA