PESCARA

Vernice sul volto, sfregio al murale di Willy Monteiro in centro

Vandalizzata l'opera di Ipman, artista di Francavilla, dedicata al giovane ucciso l'anno scorso con calci e pugni a Colleferro

PESCARA. Uno sfregio al murale a pochi giorni dal processo a chi è accusato di averlo ucciso. A Pescara, in via Firenze, il murale che ritrae Willy Monteiro, il 21enne ucciso a botte a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, è stato vandalizzato: il volto del giovane, ritratto come un supereroe, è stato coperto da vernice bianca. Il murale - che poi in realtà un'effige ritratta da Ipman, street artist 28enne di Francavilla - è stato realizzato l'anno scorso.

Proprio giovedì prossimo, 10 giugno, è fissata, davanti alla Corte d'Assise del tribunale di Frosinone, la prima udienza per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e i loro amici Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti accusati di omicidio volontario. Il processo si svolge a porte chiuse anche per evitare la ressa mediatica in tempi di Covid visto il clamore che suscitò il caso per la brutale violenza subita dal giovane chef pestato per avere tentato d difendere un amico. Gli imputati verranno giudicati col rito immediato. Accusati del brutale pestaggio, fatto di colpi ripetuti e ben mirati, sono i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, professionisti della disciplina MMA, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.

Testimoni, in seguito alla morte di Willy, non solo hanno parlato di quella terribile notte ma anche di episodi precedenti accusando in particolare i fratelli Bianchi di atteggiamenti prevaricatori e violenti. I due fratelli erano poi conosciuti ad Artena, il loro paese, anche per il tenore di vita non proprio morigerato fatto di macchine di lusso, vestiti firmati e serate in locali di lusso. Willy Monteiro Duarte la notte dell'omicidio era uscito con degli amici: si trovava a Colleferro in piazza Oberdan quando ha incrociato la cieca violenza del gruppo che si era scagliato contro un suo amico.

Nel tentativo di difenderlo è diventato bersaglio soprattutto dei Bianchi che gli hanno inflitto colpi tali da lesionargli gli organi interni e persino da spaccargli il cuore. I quattro furono arrestati quasi subito grazie proprio ai testimoni. Ora devono rispondere di omicidio volontario rischiando fino all'ergastolo incastrati anche dalle intercettazioni. A maggio inoltre per i fratelli Bianchi è già arrivata una condanna: cinque anni e quattro mesi di carcere per spaccio di stupefacenti. Il pm di Velletri Giuseppe Travaglini aveva chiesto 8 anni di reclusione: per la Procura i due fratelli gestivano lo spaccio di stupefacenti in alcuni comuni dei Castelli Romani, affari che -stando alle indagini - fruttavano loro abbastanza soldi.