Versamenti Imu sbagliati, paga il Comune

Presentate all’ente 120 richieste per recuperare i soldi versati erroneamente allo Stato, la crisi fa crollare il gettito del 5%

PESCARA. L’Imu, la tassa più odiata dagli italiani, rischia di diventare un incubo per alcuni contribuenti pescaresi. Secondo le prime verifiche effettuate dall’Ufficio tributi del Comune, risultano centinaia di versamenti sbagliati della prima rata, scaduta il 17 giugno scorso. Si tratta di cittadini possessori di immobili, escluse le abitazioni principali esentate, che hanno effettuato i pagamenti versando una quota sia al Comune sia allo Stato, come è avvenuto l’anno scorso. Ma la legge è cambiata: quest’anno l’imposta si deve versare esclusivamente al Comune, salvo gli immobili di categoria D (opifici, capannoni industriali, cinema), per i quali continua ad essere richiesto un doppio versamento, come nel 2012.

Un pasticcio che coinvolge direttamente il Comune, costretto ora, secondo quanto prevede la legge, a rimborsare tutti quei contribuenti che hanno versato erroneamente i soldi in più allo Stato. Sarà poi quest’ultimo, ma non si sa quando, a risarcire l’ente.

E la corsa ai rimborsi è già partita, come hanno rivelato l’assessore ai tributi Massimo Filippello e il dirigente del settore Marco Scorrano. Sui tavoli dell’Ufficio tributi si sono già accumulate 120 istanze di rimborso per migliaia, forse centinaia di migliaia di euro.

«Alcuni contribuenti», ha fatto presente Scorrano, «hanno, probabilmente, effettuato i versamenti ricopiando i bollettini e gli F24 dell’anno scorso. Ma non si sono resi conto che la legge è cambiata e che non è più dovuta la quota da versare allo Stato, salvo gli immobili di categoria D». Quest’anno, infatti, l’Imu deve essere versata interamente ai Comuni per quasi tutti i tipi di immobili.

Fortunatamente, la legge consente ai contribuenti che sono caduti in errore di poter recuperare le somme versate in più allo Stato. Il Comune ha tempo 180 giorni per rimborsare i contribuenti esclusivamente della quota versata in più. Facciamo un esempio: un cittadino che ha versato per l’acconto Imu 200 euro, di cui 100 euro al Comune e 100 allo Stato, ma avrebbe dovuto pagare 150 euro direttamente al Comune, riceverà come rimborso 50 euro. Ben più complicata la posizione del Comune, in un certo senso vittima di un doppio danno. Perché oltre a dover rimborsare i contribuenti con le proprie risorse, dovrà attendere chissà quanto tempo per ottenere i soldi dallo Stato. Tra l’altro, il gettito della prima rata dell’Imu non è andato affatto come previsto. «Abbiamo incassato 20 milioni e mezzo di euro», ha rivelato Filippello, «un gettito sicuramente inferiore tra il 5 e il 10 per cento rispetto alle previsioni iniziali».

L’amministrazione comunale imputa il calo alla crisi economica. «Alcuni contribuenti», ha osservato l’assessore, «non avevano, probabilmente, i soldi a disposizione per pagare la prima rata entro il termine del 17 giugno. Forse, si metteranno in regola successivamente con il ravvedimento operoso». All’appello mancano uno o 2 milioni di euro di gettito che rischiano di pesare sul bilancio di quest’anno. Bilancio che l’amministrazione comunale sta preparando proprio in questi giorni.

Senza contare i soldi che l’ente dovrà rimborsare ai contribuenti che hanno sbagliato a fare i versamenti. «Una circolare del ministero delle Finanze», ha spiegato Scorrano, «ci invita ad attendere istruzioni per recuperare i rimborsi pagati ai contribuenti e le somme versate erroneamente allo Stato».

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