Via al predissesto finanziario: tagli ai servizi e tasse al massimo

L’amministrazione è pronta a varare un piano lacrime e sangue che può durare fino a dieci anni Previsti aumenti per le rette degli asili e per i musei, blocco delle assunzioni all’interno dell’ente

PESCARA. L’amministrazione comunale ha ufficializzato la decisione di avviare la procedura di predissesto finanziario per risanare i conti in profondo rosso, lasciati in eredità dalla precedente giunta di centrodestra. Per i cittadini significa che arriveranno altre stangate. Dopo gli aumenti al massimo delle tasse, già approvati nei mesi scorsi, il Comune sarà costretto a varare un’altra manovra lacrime e sangue, questa volta fatta di tagli alle spese, aumenti delle tariffe dei servizi e un blocco delle assunzioni all’interno dell’ente.

«Ci dovranno essere dei tagli e delle razionalizzazioni», ha spiegato ieri il sindaco Marco Alessandrini, «si dovrà fare un piano di rientro con una durata massima di dieci anni e minima di tre. Ma è molto probabile che il risanamento andrà avanti anche nella prossima consiliatura». Tutto questo attraverso il vaglio costante, cioè ogni sei mesi, della Corte dei conti e dei ministeri dell’Interno e dell’Economia. In pratica, il Comune di Pescara diventerà vigilato speciale e dovrà rinunciare alle grandi opere pubbliche, a meno che non intervengano finanziariamente i privati.

Avviato il dissesto controllato. La procedura che il Comune intende adottare è quella già utilizzata da altri enti locali in Italia. Si chiama procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, cioè il dissesto controllato e serve per rimettere in ordine i conti con misure di contenimento della spesa e di incremento delle entrate. Il primo passo da fare è quello dell’approvazione in consiglio, entro la fine dell’anno, della procedura di predissesto prevista dall’articolo 243 bis del Testo unico degli enti locali.

Poi, dopo 60 giorni, verrà predisposto un piano di rientro finanziario che dovrà essere inviato, dopo l’approvazione, ai ministeri dell’Interno e dell’Economia e, successivamente, da questi trasmesso alla Corte dei conti per il via libera. Alessandrini e l’assessore al bilancio Bruna Sammassimo hanno già incontrato i sindacati e le associazioni produttive di categoria per informarli di questa decisione.

Tagli ai servizi. Una delle misure, che l’amministrazione comunale sarà costretta ad adottare per risanare i conti, è il taglio alle spese per i servizi offerti alla cittadinanza, pari al 10 per cento in tre anni. L’elenco dei servizi è lungo: si va dalla cultura e turismo, alle associazioni, dal canile, agli impianti sportivi, dai mercati, alle scuole, fino alle spese per l’ambiente e l’illuminazione. Non verranno risparmiati nemmeno la protezione civile e la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, con il rischio di vedere in futuro una città più sporca.

Aumenti delle tariffe. «Non ci saranno nuovi aumenti delle tasse, perché le aliquote sono già al massimo», ha assicurato il sindaco. La stangata per i cittadini, in compenso, colpirà i fruitori di alcuni servizi. Alessandrini ha rivelato, in proposito, che verranno colpiti tutti i servizi con copertura economica al di sotto del 36 per cento, cioè quelli che operano con i conti in profondo rosso perché le entrate non bastano a coprire le ingenti spese. Tra questi ci sono gli asili nido comunali, la cui copertura finanziaria raggiunge a malapena il 30 per cento. Ciò significa che dovranno aumentare le rette. Ancora peggio per i musei, che hanno una copertura di appena il 7,17 per cento. Ci sono, poi, i mercati che arrivano al 16,54 per cento.

Blocco delle assunzioni. Un’altra misura dolorosa riguarderà il personale dell’ente. «L’amministrazione», spiega in sintesi la legge, «è soggetta al controllo sulle dotazioni organiche e sulle assunzioni di personale». Ci sarà una riduzione dei fondi per le risorse decentrate con la rideterminazione della dotazione organica. «In altra parole», ha sottolineato Alessandrini, «non si assume più». I dipendenti che andranno in pensione non verranno più rimpiazzati. Così, ai giovani in cerca di un lavoro verrà preclusa la possibilità di trovare un’occupazione nella pubblica amministrazione e aumenterà, di conseguenza, l’esercito dei disoccupati. L’organico del Comune, già sceso negli ultimi anni a 795 dipendenti, è destinato a calare ancora.

«La colpa non è nostra». Alessandrini e la Sammassimo continuano a puntare il dito contro la passata amministrazione Mascia per i conti in rosso lasciati in eredità. «Quando la giunta D’Alfonso lasciò il Comune nel 2009, in banca c’erano 19 milioni di euro», ha fatto presente il primo cittadino, «quando siamo arrivati noi, nel giugno scorso, in banca c’era uno scoperto di 26 milioni di euro». «Ricordo che il bilancio del 2013, quello della precedente amministrazione, non ha ricevuto il parere favorevole dei revisori dei conti», ha osservato l’assessore Sammassimo. «Coloro i quali hanno governato questo ente sono rimasti inerti», ha concluso Alessandrini, «e adesso su certi cartelloni pubblicitari dipingono il sottoscritto come Dracula».

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