Viaggio nella notte, Pescara senza controlli / Video 1-2

Cronisti in strada tra le 24 e le 6, dalla stazione dormitorio alla movida degli universitari: una città quasi senza controlli, solo 4 pattuglie, ora sono i netturbini a presidiare la città

PESCARA. Piu netturbini che poliziotti e carabinieri messi insieme. È una notte più arancione che blu quella di Pescara, illuminata soltanto dai lampeggianti dei camion di rifiuti: 16 mezzi schierati in strada contro le 3 volanti della polizia e la pattuglia dei carabinieri che si dividono il controllo della città. Tra mezzanotte e le 6 i netturbini li incroci sempre, le forze dell’ordine quasi mai: «Perché siamo pochi», confessa un poliziotto alle 3,20 davanti a un caffè che dovrà tenerlo sveglio fino alle 7. Sei agenti della polizia e 2 carabinieri presidiano Pescara, quasi 130 mila abitanti: messi a confronto con le squadre di Attiva – un esercito di 67 lavoratori in divisa verde che spazza, raccoglie e carica – quasi non si vedono neanche. Siamo stati in giro per tutta la notte tra mercoledì e giovedì scorso, tra ragazzi che si divertono e prostitute ai bordi di via della Bonifica e corso Vittorio Emanuele, tra disperati accampati alla stazione di Pescara centrale, tra i guai di chi chiede alle forze dell’ordine un intervento che non arriverà facilmente.

È semplice il meccanismo dei controlli a Pescara. L’incrocio tra il fiume Pescara e la ferrovia divide la città in 4 zone: il centro con le strade delle boutique, Zanni e Colli con le case popolari, Rancitelli e San Donato quartieri dei rom regno dello spaccio di droga e Porta Nuova area dei locali. Sono i quadranti, così li chiamano le forze dell’ordine: di notte, 3 sono coperti dalla polizia e quello che resta dai carabinieri. Controlli a rotazione, quasi con lo stesso schema di una squadra di pallavolo. Quattro quadranti e, di solito, 4 macchine in giro per la città. Più una pattuglia che sorveglia Montesilvano – città come Chieti, fa notare un investigatore, ma presidiata soltanto dai carabinieri – e un’altra che dovrebbe avere i superpoteri per controllare insieme Pescara, Penne e Popoli.

«Più passa il tempo e più stiamo peggio», sbotta il poliziotto poggiando la tazzina. Le forze dell’ordine hanno gli stessi problemi di personale di tanti altri enti: tra ferie e malattie capita che la polizia riesca a mettere in campo soltanto 2 volanti a Pescara città, più una dei carabinieri. Quando accade, Pescara resta sguarnita dei controlli lasciando campo libero ai delinquenti. Anche perché bastano un paio di incidenti stradali per mandare a monte il dispositivo studiato a tavolino e concordato tra il questore Paolo Passamonti e il prefetto Vincenzo D’Antuono: alle 24 finisce il turno dei vigili urbani – «Alle 24? Pensavo prima», dice ironico il poliziotto, «di solito a quell’ora non li vediamo quasi mai» – e rilevare gli incidenti tocca a chi resta, polizia stradale, volanti e carabinieri.

Ma da mezzanotte Pescara inizia a vivere la sua seconda vita e lo fa anche di mercoledì: alle 24,25 un autobus scarica i pendolari universitari della movida in viale Pindaro davanti al Cantinahdemia. Gli studenti si mettono in fila per entrare al Bunga Bunga, così si chiama la festa. Pietro Kus stacca i biglietti all’ingresso, quasi si affanna per gestire la folla.

Prima di staccare il turno all’una, sono le 24,40, una volante punta su un gruppo di prostitute in via della Bonifica e poi si dirige in via Silone: «Sono sempre le stesse, quando finiscono di lavorare vanno al bar a bere bicchieroni di Coca Cola alti così», ci racconta un altro agente. Sembrano minorenni: hanno 19, 21 anni, secondo la polizia.

Di notte, i controlli sono come i cani che si mordono la coda: di pattuglie della Stradale ogni notte ce n’è soltanto una e dovrebbe avere il dono dell’ubiquità per coprire nello stesso momento la zona Vestina (distaccamento di Penne), l’area della Val Pescara (sezione di Piano d’Orta) e tutta la città di Pescara senza tralasciare interventi a Montesilvano. «Quelli di Vasto stanno ancora peggio», commenta un altro poliziotto, «il loro territorio arriva fino a Francavilla». Che succede? «La Stradale comincia il turno e resta quasi sempre bloccata a Pescara», rivela l’agente Orazio Colantuono, sindacalista Siulp. Il resto della zona assegnata è fuori controllo: a Penne e Popoli restano un pugno di carabinieri a correre dietro ai ladri di rame.

La coperta è corta e un investigatore di Montesilvano lo dice senza giri di parole mentre la città si ripopola di prostitute e transessuali attorno alla pineta di Santa Filomena e lungo la riviera: di notte, un incidente come tanti altri e una lite condominiale o per un ubriaco che non vuole smetterla di molestare chi gli capita a tiro blocca 2 pattuglie per almeno 2 ore e la città si ritrova senza controlli. Poi, però, capita di vedere che i cancelli dell’ex colonia Stella Maris sono spalancati e chiunque può entrare, anche alle 4. Se succede qualcosa, a Montesilvano arriva il rinforzo da Pescara ma così lascia il suo settore sguarnito: è l’arte di coprire e scoprire.

Ma i residenti non possono saperlo e continuano a chiamare il 112 e il 113: lo fanno perché sotto casa ci sono le prostitute o per i passi carrabili occupati. Lo fanno anche da piazza San Francesco per il sottofondo di grida, musica e rumori che sale dalla strada. Sono le 3,53 e registriamo con un telefono quello che si sente dalla strada e che dentro gli appartamenti rimbomba ancora di più. Gente che urla e musica alta: qui nessuno interviene e le luci dei palazzi sono ancora accese. Così, dormire non è facile.

Alle 3 passate non si dorme neanche sul lungofiume Paolucci, palazzo Quadrifoglio: una folla di ragazzi balla e beve al Cutty Sark. Dalle finestre si vede che il locale è pieno: è una notte di affari per i Gemelli, Manuel e Alessio Leonzio. Fuori ci sono 12 gradi e i ragazzi fumano sigarette in canottiera mentre sulla ringhiera i bicchieri mezzi vuoti stanno in fila: di pattuglie non se ne vedono. A calmare chi ha bevuto troppo ci pensano i buttafuori. Anche dal ponte del Mare, dominano le luci dei camion di Attiva.

La stazione è un dormitorio. Nel sottopassaggio tra via Ferrari e l’area di risulta una famiglia ha tirato su una casa fatta di stracci: stanno tutti rannicchiati sotto le coperte, con le scarpe poggiate fuori. Passiamo e nessuno si sveglia. Dentro la stazione, sulle panchine e dentro le cabine telefoniche contiamo 15 senzatetto che dormono, coperti dalla testa ai piedi: sembrano bagagli abbandonati, invece, sono persone. Restiamo mezzora e non incontriamo neanche un poliziotto: ne incontreremo uno soltanto alle 4 mentre controlla le auto parcheggiate.

L’aeroporto, invece, è chiuso con le porte a vetro: è presidiato lo stesso 24 ore su 24 dalla polizia di frontiera e dalla finanza e dagli addetti delle pulizie che tirano a lucido il pavimento che, tra poco, sarà calpestato dai passeggeri del volo Pescara-Milano. Poi, poco più in la, c’è il reparto volo: l’elicottero della polizia, di notte, non può volare ma la squadra non abbandona mai caserma e hangar.

Chiuso anche il posto fisso di polizia dell’ospedale: alle 3 passate il Pronto soccorso è quasi un deserto. Con la gara d’appalto per la vigilanza della Asl che va a rilento dopo un azzeramento degli atti, la zona ospedale è controllata da un vigilantes. In proroga da 6 mesi.

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