"Vietati i jeans strappati a scuola", insorgono 500 studenti a Città Sant'Angelo

27 Ottobre 2016

Sciopero allo Spaventa contro le nuove regole dettate dalla preside. "No a direttive arbitrarie, siamo costretti anche a restare in aula durante la ricreazione"

SANT’ANGELO. Hanno fatto sentire la propria voce, ieri mattina, gli oltre 500 studenti dell’istituto omnicomprensivo Bertrando Spaventa di Città Sant’Angelo protestando verso la gestione della neo dirigente Danila De Angelis. I ragazzi, affiancati anche da alcuni genitori, hanno contestato le scelte della preside che, a loro dire, sarebbero state prese in maniera arbitraria o poco condivisa. Al centro della protesta una circolare, del 19 ottobre scorso, in cui la dirigente scolastica ha invitato i docenti «a istruire gli studenti relativamente a un adeguato abbigliamento da indossare all’interno dei locali scolastici come ad esempio pantaloni eccessivamente strappati, uso delle cuffiette, cappello e altro, e di segnalare personalmente alle famiglie i casi di non rispetto di tale regola».

I ragazzi non ci stanno verso tale diktat: vogliono esprimere la propria giovinezza e il proprio modo di essere anche attraverso l’abbigliamento. Ma se il modo di vestire potrebbe essere l’ultimo dei problemi, parlando di un presunto abuso di potere da parte della preside, gli studenti hanno chiesto, con megafono alla mano, di poter partecipare alla stesura del nuovo regolamento di istituto perché vogliono regole certe e non improvvisate giorno per giorno. Contestata invece dai genitori, la circolare del 20 ottobre, attraverso la quale la De Angelis ha emanato direttive ben precise per ciò su entrate posticipate o uscite anticipate da parte degli alunni che devono avvenire tramite una richiesta scritta e motivata almeno il giorno precedente a quello interessato. La preside, sempre nella stessa circolare, ha chiesto ai genitori di controllare che gli alunni svolgano i compiti loro assegnati e che si rechino a scuola provvisti del materiale richiesto. «Non è consentito», afferma la De Angelis, «consegnare materiale dimenticato durante le lezioni o provvedere a fornire merende oltre l’orario d’ingresso. Gli alunni e/o studenti non potranno recarsi in aula, oltre l’orario di uscita, per recuperare cose dimenticate».

Gli studenti insomma denunciano un clima di chiusura e una mancanza di confronto tra la dirigenza scolastica e gli stessi studenti in una scuola che si è sempre contraddistinta per l’ottimo rapporto tra genitori, docenti e alunni. Chiara Colangelo, rappresentante degli studenti, denunciando che l’organizzazione scolastica viene valutata esclusivamente dalla preside e dal suo staff, ha messo nero su bianco circa quelle che sono le rivendicazioni degli studenti. «Non abbiamo un regolamento scolastico scritto e chiaro mentre noi lo rivendichiamo a gran forza per poter rispettare regole certe e non arbitrarie. Rivendichiamo i diritti dei genitori di poter prelevare i propri figli a scuola senza un preavviso via mail di 5 giorni. Chiediamo una libertà di movimento e di socializzazione all’interno dell’istituto visto che nemmeno alla ricreazione ci è permesso di uscire dalle aule».

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