Violenza sessuale su una 14enne Pescarese condannato a 6 anni 

La vicenda risale a giugno 2020, alla fine di una festa tra amici a casa della madre della ragazzina Secondo il racconto della minore, l’uomo avrebbe abusato di lei sorprendendola nel sonno

PESCARA. Finisce con una condanna a sei anni di reclusione, con il rito abbreviato davanti al gup, una brutta storia di violenza sessuale di un uomo nei confronti di una ragazzina di 14 anni, figlia della sua ex compagna. L’imputato, originario di un piccolo centro della provincia pescarese, ha 34 anni e la vicenda risale al giugno del 2020, e quindi in piena pandemia. Si sarebbe trattato di un singolo episodio, estremamente grave, perché con la ragazzina l'imputato avrebbe avuto un rapporto completo e mentre si trovava nell’abitazione della vittima e della madre.
Tutto sarebbe accaduto nel corso di una serata organizzata a base di alcol, durante la quale la madre della ragazza invita alcune persone a casa e, fra queste, anche il suo ex.
Si beve molto, forse troppo, e quando tutti vanno via, l’imputato resta a parlare con la sua ex e rispolvera una performance sessuale, complice forse anche la sbronza di entrambi. Sta di fatto che, a una certa ora della notte, l’uomo lascia la stanza della ex e invece di andare via, si infila in quella della figlia della donna che stava dormendo nel suo letto. Si stende accanto a lei, comincia a toccarla sul corpo e nelle parti intime. La ragazza è pietrificata, rimane bloccata, incapace di una qualsiasi reazione per quello che stava facendo quell’uomo che fino a poco tempo prima era stato il compagno di sua madre. L'uomo, invece, non si fa nessuno scrupolo: non ci pensa due volte e si congiunge con la vittima. Poi sente dei rumori provenire da fuori la stanza e decide di andarsene come se nulla fosse accaduto. La ragazzina non riferisce nulla, subito, alla madre. Ma passa qualche giorno e quel macigno che aveva in corpo riesce a farlo uscire, mettendo la madre a conoscenza di quello che era accaduto quella terribile notte, la violenza. E a quel punto la donna litiga con il suo ex e parte la denuncia.
La parte offesa viene sentita per due volte dal magistrato, in audizione protetta, e riesce a raccontare l’accaduto di quella notte chiudendo il racconto con una frase terribile: «Ha fatto quello che voleva», riferisce al pm Rosangela Di Stefano, titolare dell’inchiesta, «e se ne è andato».
Stando a quanto accertato dalla procura, che esaminò telefonini e telefonate, poco tempo dopo il fatto, la madre della ragazza riprese a scambiarsi messaggi con l’uomo senza mostrare risentimento o quant’altro. Sta di fatto che, dopo la richiesta di processo, l’imputato, davanti al gup Fabrizio Cingolani, ha preferito essere giudicato con il rito abbreviato evitando un dibattimento pubblico e strappando anche una riduzione di un terzo della pena. Il pm in aula, Anna Benigni, ha chiesto la condanna a 6 anni di reclusione e il giudice ha inflitto all'uomo la stessa pena richiesta dalla pubblica accusa.
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