Violenza sulle donne «Serve più formazione per le forze di polizia»

Trifuoggi interviene al convegno organizzato dal Coisp Il segretario del sindacato: impegni disattesi dalla politica

MONTESILVANO. Un convegno dedicato alla violenza sulle donne e rivolto alle forze di polizia, spesso primo avamposto per mogli e fidanzate che decidono di denunciare soprusi e maltrattamenti da parte dei rispettivi uomini. Un tema caldo, che solo nell’ultimo mese ha visto all’Aquila e a Montesilvano due donne uccise da ex che non si rassegnavano alla fine della relazione e che il Coisp, il coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia, ha affrontato con addetti ai lavori e politici che ieri hanno preso parte all’incontro organizzato dal neo eletto segretario provinciale Giovanni Catitti al Grand hotel Adriatico di Montesilvano. Un’occasione di aggiornamento per la folta platea di rappresentanti della Questura pescarese (presente anche il vice comandante dei carabinieri di Montesilvano) a cui si è rivolta, prima tra i relatori, Roberta Pellegrino, presidente dell’associazione Ananke e fondatrice del primo centro antiviolenza in Abruzzo. Un intervento in cui la sociologa ha ribadito la necessità di rifinanziare il piano nazionale e la legge regionale del 2006 contro la violenza, sottolineando l’importanza di istituire un albo regionale dei Centri antiviolenza e delle case rifugio e la necessità di un’adeguata formazione per gli operatori socio-sanitari e delle forze dell’ordine attraverso le competenze delle associazioni di donne. Un aspetto ribadito anche dall’ex procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi: «È necessaria una preparazione specifica da parte delle forze di polizia. Perché spesso il primo impatto, con la donna che si decide a denunciare, è con l’operatore di polizia». Di qui la necessità, rimarcata da Trifuoggi, di adottare un comportamento uniforme come quello che lui stesso aveva fatto proprio e diffuso tra le forze di polizia giudiziaria a Pescara. «Determinante, ad esempio, evitare errori tipo quelli di voler mettere pace o consentire il contraddittorio tra vittima e carnefice». Quanto ai tempi che corrono tra la denuncia della donna e l’eventuale provvedimento nei confronti del presunto stalker, Trifuoggi ha sottolineato la difficoltà di questo tipo di indagini: «La denuncia va prima riscontrata, perché i provvedimenti dipendono dai tempi tecnici necessari per indagini che non sono sempre semplici e in cui è importante coinvolgere persone a cui solitamente non si pensa. Mi riferisco al salumiere, alla parrucchiera a tutti quelli che possono aver avuto particolari confidenze dalla donna e possono meglio testimoniare determinate circostanze». E sempre a proposito dei tempi, Trifuoggi ha commentato anche il caso della donna bruciata dall’ex compagno a Montesilvano un mese dopo che lei l’aveva denunciato: «I tempi della Procura sono i più brevi possibili, ma speriamo che casi così non si ripetano». Poi è toccato all’esperta di problematiche educative Anna Paola Sabatini parlare dell’importanza della scuola nell’educare i bambini alla differenza di genere, mentre i tre candidati politici intervenuti, il consigliere regionale Nicoletta Verì, il consigliere comunale Gianluca Fusilli e la deputata Vittoria D’Incecco hanno trattato a grandi linee, ognuno secono le proprie competenze, quello che la politica può fare. Tante idee che il segretario generale aggiunto del Coisp Domenico Pianese, affiancato dal segretario nazionale Mario Vattone, ha stroncato nel suo intervento di fine lavori: «Come Coisp è dal 1996 che ci occupiamo di atti persecutori sulle donne. Ma tutti gli impegni presi in campagna elettorale sono stati sempre disattesi. Le forze di polizia sono figlie di tutte le opposizioni e orfane di tutte le maggioranze. Ma per le indagini servono strumenti e risorse umane. È ora che passi la mentalità che bisogna investire sulla sicurezza per ottenere un tessuto sociale degno dell’Italia. È questo che chiediamo alla politica».(s.d.l.)

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