Visite non pagate, inviati 80 mila solleciti

Controlli della Asl sui ticket del Pronto soccorso mai versati negli ultimi dieci anni: buco di circa tre milioni di euro

PESCARA. Più di 18 mila lettere «con valenza di ingiunzione di pagamento» inviate soltanto nel 2014, altre 17 mila nel 2013. La Asl scava nel suo archivio contabile per dare un nome e un cognome ai pazienti morosi e recuperare i soldi mai pagati «per le prestazioni di Pronto soccorso» dal 2004 fino a oggi a Pescara, Penne e Popoli. Un controllo lungo 10 anni, sui ticket dei codici bianchi e codici verdi, che ha già riportato nelle casse della Asl 1.266.462 euro per il 2004, 2005, 2006 e parte del 2007 e del 2008. Finora, comprese le lettere spedite nel 2013 e nel 2014, sono stati inviati quasi 80 mila solleciti che bloccano la prescrizione di 10 anni e mettono in mora i debitori. Adesso, ci sono altri 6 anni da controllare, dal 2008 fino al 2014, e nei prossimi mesi saranno mandati quasi altri 100 mila avvisi per una cifra che potrebbe superare un milione e mezzo di euro.

Quindici giorni per pagare. Così, se negli ultimi 10 anni non avete pagato le visite non urgenti al Pronto soccorso, stavolta, siete stati scoperti e non c’è tanto da fare: dal momento del ricevimento della raccomandata della Asl con ricevuta di ritorno, avete 15 giorni per pagare altrimenti, precisa la lettera della Asl, «in caso di mancato pagamento si provvederà ad avviare la procedura per il recupero coattivo del credito con l’aggravio di interessi e spese». Se, invece, avete pagato ma avete buttato la ricevuta, potreste essere costretti a ripagare un’altra volta: la ricevuta deve essere conservata 10 anni, così ripetono dalla Asl. La prescrizione, infatti, è decennale perché il ticket ha lo stesso valore di una tassa statale.

Visite a pagamento. È dal 2001, con una legge regionale, approvata dall’amministrazione Pace che i pazienti sono obbligati a «compartecipare» alle spese per le visite non urgenti al Pronto soccorso: in Abruzzo, visto i conti della sanità e il piano di rientro, sono a pagamento non solo i codici bianchi ma anche i verdi. Le tariffe vanno dai 25 euro per i codici bianchi ai 36,15 per i verdi. Al termine delle visite, infatti, i medici del Pronto soccorso rilasciano ai pazienti certificati che hanno un valore legale e, in calce, si stabilisce se le prestazioni sono a pagamento oppure no. Ma, come dimostra la mole degli avvisi inviati, sono ancora in tanti a ignorare che i codici bianchi e verdi sono a pagamento.

Gli avvisi via raccomandata. «A seguito di un riscontro contabile», così si aprono i solleciti, «risulta che la signoria vostra non ha effettuato il pagamento della prestazione di Pronto soccorso». Segue il costo più 4,35 euro «per le spese postali» della raccomandata con ricevuta di ritorno.

Una dipendente. A portare avanti il controllo è una dipendente soltanto, la stessa che firma gli avvisi, Adriana Caravaggio, coordinatrice dell’ufficio recupero crediti della Asl. A dirigere il riscontro contabile è Federico De Nicola, direttore amministrativo dei presidi ospedalieri di Pescara, Penne e Popoli. Dal 2014, a supportare Caravaggio ci sono altri due dipendenti ma soltanto nelle ore di straordinario.

Gli esenti? Nel totale delle lettere inviate, però, ci sono anche gli esenti per il ticket: «Qualora usufruisse dell’esenzione del ticket», spiegano le lettere, «per l’archiviazione della pratica occorre recarsi in uno degli sportelli Cup della Asl di Pescara dove esibire un documento di riconoscimento valido e una copia del certificato di esenzione, valido alla data della prestazione». Secondo la Asl, il controllo è basato sul sistema contabile interno e se una somma non è annotata lì, allora, è quasi certo che non sia stata pagata: nel caso in cui l’importo richiesto fosse stato già pagato, è possibile inviare la ricevuta del pagamento al numero 085.4252384.

Senza riferimenti sanitari. La lettera della Asl non contiene, «per la tutela della privacy», riferimenti alle visite fatte se non il numero seriale: «La documentazione sanitaria non può essere allegata ma», precisano gli avvisi, «potrà essere ritirata dal diretto interessato o da persona delegata in possesso di fotocopia di un documento di identità del delegante all’ufficio Cartelle cliniche dell’ospedale di Pescara».

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