Vitalizi, scattano i nuovi assegni: dai mille ai 3.900 euro

Sono 21 i fortunati eletti abruzzesi, i nuovi entrati li riscuoteranno a 65 anni. Colletti (M5S): rinunciamo ai privilegi. Castricone (Pd): è una pensione

PESCARA. Mentre parte in commissione Affari Costituzionali del Senato l'iter del disegno di legge per l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari approvato dalla Camera il 26 luglio scorso, ieri è stato un giorno importante per i 417 deputati e i 191 senatori di prima nomina che hanno visto maturare il loro primo vitalizio allo scoccare dei 4 anni, sei mesi e un giorno di legislatura. Per loro è garantita una prima fetta di vitalizio (calcolato con il contributivo) di circa 1.000 euro lordi che inizieranno ad incassare al compimento dei 65 anni di età, in base alla riforma del 2011.
Per chi invece ha già delle legislature alle spalle, l'età si abbassa ma non può essere inferiore ai 60 anni (precisamente, per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni). Tra i 21 eletti in Abruzzo le matricole del vitalizio sono undici: alla Camera Maria Amato (Pd), Antonio Castricone (Pd), Andrea Colletti (M5S), Daniele Del Grosso (M5S), Yoram Gutgeld (Pd), Giulio Cesare Sottanelli (Scelta Civica) e Gianluca Vacca (M5S). C’è anche una dodicesima matricola, ma è un caso particolare, perché Gianluca Fusilli (Pd) è subentrato dal 7 ottobre 2014 a Giovanni Legnini chiamato alla carica di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Quindi ha meno anzianità dei colleghi e dovrà decidere se riscattare o meno l’intera legislatura. Al Senato le matricole abruzzesi che matureranno il loro primo assegno vitalizio di mille euro a 65 anni sono quattro: Enza Blundo (M5S), Gianluca Castaldi (M5S), Federica Chiavaroli (Ap), Stefania Pezzopane (Pd). Per quanto riguarda invece i nove veterani, sei sono alla Camera e tre al Senato. A Montecitorio troviamo Fabrizio Di Stefano (Forza Italia) che con le sue due legislature cumula un vitalizio di 3.608 euro lordi che comincerà a riscuotere all’età di 60 anni, stando alla legge vigente. Stesso importo ha il vitalizio di Vittoria D’Incecco (Pd), di Tommaso Ginoble (Pd), Gianni Melilla (Mdp-Articolo 1) e Paolo Tancredi (Alternativa popolare). Si stacca dal gruppo Filippo Piccone (Alternativa popolare) che cumula 3.913 euro.
Al Senato è già in quota vitalizio rispetto all’età Paola Pelino che se non verrà rieletta nel 2018 incasserà un assegno mensile di 3.913 euro. Stessa cifra per Gaetano Quagliariello (Id-Pl). Chiude con il medesimo importo Antonio Razzi, anche lui già in età di pensione. Ma come si forma questo tesoretto? Per garantirselo i parlamentari accantonano ogni mese un terzo della loro indennità, circa mille euro lordi mensili che andranno a formare il monte pensionistico. Per i veterani il calcolo è diverso è più vantaggioso, ma se dovesse passare la riforma dei vitalizi in discussione anche per loro scatterebbe il contributivo, penalizzante ma non quanto quello dei concittadini delle buste arancioni dell’Inps.
I commenti da una parta e d’altra. Esordisce il M5S: «Noi matureremo il diritto al vitalizio solo al compimento del 65esimo anno di età», spiega il deputato abruzzese Colletti, «Abbiamo comunque richiesto, con una lettera ai presidente della Camera, Laura Boldrini, e del Senato, Pietro Grasso, che ci venga dato come la legge Fornero prevede per i comuni cittadini. Proprio oggi (ieri, ndr) abbiamo tenuto a Roma una conferenza stampa per spiegare questa nostra decisione necessaria visto che la legge che annulla i vitalizi non verrà mai approvata dal Partito Democratico. Per me il vitalizio è un privilegio insostenibile soprattutto ora che chiediamo agli italiani di fare sacrifici». Per Toni Castricone del Pd invece: «Noi non percepiremo un vitalizio ma una pensione calcolata sulla base di contributi versati. I vitalizi si riferiscono alle legislature pregresse escluse quella in corso e la precedente. Nella legge di riforma, di cui sono un firmatario», specifica il deputato abruzzese, e votata a larga maggioranza alla Camera, oltre all’abolizione dei vitalizi, sia per le legislature pregresse che per i consiglieri regionali, ci saranno anche il ricalcolo con il sistema contributivo e l’allineamento dell’età pensionabile a quella dei comuni cittadini».