Zeman: occorre maggiore umiltà

Il tecnico: non vorrei che qualcuno si consideri troppo bravo
VICENZA. Lui non è contento. Lui, Zdenek Zeman, pretende di più: lo dice dopo un pareggio acciuffato per i capelli. Secondo risultato positivo conquistato in inferiorità numerica, dopo il successo con il Gubbio. «Non vorrei che qualcuno avesse iniziato a guardare la classifica», mormora il boemo in sala stampa. «Non vorrei che quel secondo posto condizionasse qualcuno. Vedo troppi colpi di tacco, qualche pallonetto di troppo...». Lui la butta lì, ma queste parole rappresentano un messaggio preciso allo spogliatoio: «Ma che vi siete montati la testa», sembra voler dire ai suoi.
Ne ha per tutti il boemo. «Dalla squadra mi aspettavo una partita diversa, più propositiva. Non vorrei che qualcuno si sentisse troppo bravo. Non bisogna guardare la classifica e giocare sempre con umiltà».
Zeman bacchetta anche l'arbitro, Silvio Baratta. «Molte decisioni non le ho condivise. Erano contro quello che ho visto io. Mi dispiace perché in squadra ci sono tanti giovani che possono farsi condizionare. Non va bene. Il gruppo deve imparare a convivere con gli errori arbitrali senza lasciarsi influenzare».
Ne ha anche per se stesso. «Perché ho fatto giocare Togni? Volevo preservare Verratti che era diffidato, ecco perché ho scelto il brasiliano. E, invece, contro il Grosseto mi mancheranno sia l'uno che l'altro». E poi ancora sulla squadra: «Sì, è vero un pareggio conquistato più con il carattere che con il gioco. Ho la sensazione che la squadra non abbia ancora convinzione in quello che sta facendo. E questo non va bene. Il Vicenza? Ha fatto bene per un'ora, ci ha messo in difficoltà. Poi, però, si è stancato».
E Zeman ha fatto tre cambi contemporaneamente, perché? «In quelle condizioni dovevo modificare qualcosa», la replica, «dovevo rischiare per cercare di riprendere la partita. Ci siamo schierati col modulo 4-2-3 ed è andata bene».
Ha segnato Soddimo, il decimo biancazzurro in gol dall'inizio della stagione. «E' un giocatore di qualità, finora ha inciso poco. Sono contento per lui e spero che riesca a ritrovare lo spirito e la concentrazione necessari per fare bene».
Il Torino in vetta alla classifica e poi la grande ammucchiata alle spalle. «Ma credo che sarà così fino alla fine», la replica di Zdenek Zeman, «grande ammucchiata e poi a primavera chi avrà più birra nelle gambe spiccherà il volo. Io, però, voglio che la squadra non guardi la classifica».
Un altro messaggio da recapitare a un Pescara che sabato affronterà il Grosseto (si vocifera di un altro cambio in panchina con Cuccureddu al posto di Giannini) senza Togni, Verratti (squalificati) e con Kone (impegnato in nazionale).
Se Zeman non è contento, Luigi Cagni è scuro in volto. «Purtroppo», ha detto l'allenatore del Vicenza subentrato a Silvio Baldini dopo un avvio di campionato deludente, «la squadra ha peccato di personalità. Ha avuto paura di vincere, pur giocando con un uomo in più. Si è tirata indietro, anziché cercare il raddoppio. Non lo accetto. Meritavamo la vittoria, la meritava la squadra che per un'ora ha giocato un gran calcio, creando diverse palle gol». E il Pescara? «Se è lassù in classifica è perché se lo merita. Io contro le squadre di Zeman me la gioco sempre a viso aperto, può andar male o bene, ma me la gioco. Oggi (ieri, ndr) credo che il Pescara sia stato premiato dal risultato oltre i suoi meriti».
Prima e dopo la partita è stato rinnovato il gemellaggio esistente (da trenta anni) tra le due tifoserie. Anche durante la gara con cori e slogan. In totale circa 200 supporters al seguito.
Ne ha per tutti il boemo. «Dalla squadra mi aspettavo una partita diversa, più propositiva. Non vorrei che qualcuno si sentisse troppo bravo. Non bisogna guardare la classifica e giocare sempre con umiltà».
Zeman bacchetta anche l'arbitro, Silvio Baratta. «Molte decisioni non le ho condivise. Erano contro quello che ho visto io. Mi dispiace perché in squadra ci sono tanti giovani che possono farsi condizionare. Non va bene. Il gruppo deve imparare a convivere con gli errori arbitrali senza lasciarsi influenzare».
Ne ha anche per se stesso. «Perché ho fatto giocare Togni? Volevo preservare Verratti che era diffidato, ecco perché ho scelto il brasiliano. E, invece, contro il Grosseto mi mancheranno sia l'uno che l'altro». E poi ancora sulla squadra: «Sì, è vero un pareggio conquistato più con il carattere che con il gioco. Ho la sensazione che la squadra non abbia ancora convinzione in quello che sta facendo. E questo non va bene. Il Vicenza? Ha fatto bene per un'ora, ci ha messo in difficoltà. Poi, però, si è stancato».
E Zeman ha fatto tre cambi contemporaneamente, perché? «In quelle condizioni dovevo modificare qualcosa», la replica, «dovevo rischiare per cercare di riprendere la partita. Ci siamo schierati col modulo 4-2-3 ed è andata bene».
Ha segnato Soddimo, il decimo biancazzurro in gol dall'inizio della stagione. «E' un giocatore di qualità, finora ha inciso poco. Sono contento per lui e spero che riesca a ritrovare lo spirito e la concentrazione necessari per fare bene».
Il Torino in vetta alla classifica e poi la grande ammucchiata alle spalle. «Ma credo che sarà così fino alla fine», la replica di Zdenek Zeman, «grande ammucchiata e poi a primavera chi avrà più birra nelle gambe spiccherà il volo. Io, però, voglio che la squadra non guardi la classifica».
Un altro messaggio da recapitare a un Pescara che sabato affronterà il Grosseto (si vocifera di un altro cambio in panchina con Cuccureddu al posto di Giannini) senza Togni, Verratti (squalificati) e con Kone (impegnato in nazionale).
Se Zeman non è contento, Luigi Cagni è scuro in volto. «Purtroppo», ha detto l'allenatore del Vicenza subentrato a Silvio Baldini dopo un avvio di campionato deludente, «la squadra ha peccato di personalità. Ha avuto paura di vincere, pur giocando con un uomo in più. Si è tirata indietro, anziché cercare il raddoppio. Non lo accetto. Meritavamo la vittoria, la meritava la squadra che per un'ora ha giocato un gran calcio, creando diverse palle gol». E il Pescara? «Se è lassù in classifica è perché se lo merita. Io contro le squadre di Zeman me la gioco sempre a viso aperto, può andar male o bene, ma me la gioco. Oggi (ieri, ndr) credo che il Pescara sia stato premiato dal risultato oltre i suoi meriti».
Prima e dopo la partita è stato rinnovato il gemellaggio esistente (da trenta anni) tra le due tifoserie. Anche durante la gara con cori e slogan. In totale circa 200 supporters al seguito.
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