Calcio sporco, da Savona arriva un assist per il Teramo

16 Luglio 2015

L’ex consulente Ceniccola a Palazzi: "Volevo vendere quote della società, non la partita"

TERAMO. «Gli incontri con Di Nicola non servivano per vendere la partita Savona-Teramo, ma per la cessione di quote della società». Questo il succo della dichiarazione che Enrico Ceniccola, ex consulente della società ligure, ha rilasciato ieri al procuratore federale Stefano Palazzi. Ceniccola è comparso ieri davanti all’organo inquirente della Federcalcio insieme ad altri tesserati o ex tesserati del Savona: il calciatore Marco Cabeccia, e gli ex Alessandro Marchetti, Fabio Eguelfi e Jacopo Galimberti, Tutti comparsi – ma non indagati – nelle intercettazioni della Procura di Catanzaro che riguardano la presunta combine per la partita che ha dato al Teramo la promozione in serie B.

Tutto ruota intorno a Ercole Di Nicola – l’ex ds dell’Aquila che avrebbe ricevuto dai vertici della società biancorossa l’incarico di aggiustare la gara di Savona – la cui posizione sembra la più compromessa sia nell’ambito dell’inchiesta penale che di quella sportiva. Ma le dichiarazioni di Ceniccola potrebbero rappresentare per lui e per il Teramo un assist importante. Tutto dipenderà, ovviamente, da come le giudicherano Palazzi e gli altri inquirenti della Federcalcio. Ad illustrare, almeno parzialmente, il contenuto della deposizione di Cennicola è il suo legale, l’avvocato Paolo Gallinelli. Il quale spiega che Cennicola aveva ricevuto dall’ex presidente del Savona Aldo Dellepiane un formale mandato per la vendita del 56% delle quote della società. Ceniccola era stato tesserato dal Savona nel dicembre scorso come consulente di mercato e per ironia della sorte la prima partita alla quale aveva assistito in questa veste era stata Teramo-Savona, finita 4-0 per i biancorossi. «Abbiamo prodotto a Palazzi una documentazione», dichiara l’avvocato Gallinelli, «che dimostra l’esistenza di un mandato conferito dal presidente Dellepiane per la vendita di quote del Savona calcio». Di Nicola, aggiunge Gallinelli, si era incontrato con Cennicola per fargli sapere che era in contatto con alcuni imprenditori interessati a rilevare le quote della società ligure e perché stavano trattando anche la cessione di tre giocatori del Savona all’Aquila, tra cui Eguelfi.

Ma quando e dove sarebbero avvenuti questi incontri? «Questi sono dettagli che non posso rivelare», dice l’avvocato, che però parla di un’altra questione che riguarda Marco Barghigiani, l’altro ex consulente del Savona che si sarebbe incontrato con Campitelli ad Albissola il giorno della partita incriminata. «Barghigiani e Ceniccola operavano all’unisono», dice ancora il legale e questa affermazione ha un significato ben preciso: è una risposta indiretta alle dichiarazioni di Dellepiane, pubblicate ieri dal Resto del Carlino, il quale ha smentito categoricamente di aver mai affidato a Barghigiani alcun mandato per vendere le quote della società. «Il mandato ce lo aveva Cennicola», precisa l’avvocato Gallinelli, «ma Barghigiani operava insieme a lui».

Le audizioni della procura federale dovrebbero continuare anche oggi: in programma ci sarebbe il secondo interrogatorio di Di Nicola, ma – come ha fatto sapere il suo avvocato Libera D’Amelio – l’ex ds non può muoversi dalla sua abitazione di Morro d’Oro dove è agli arresti domiciliari. La procura federale avrebbe in mano solo l’autorizzazione della procura di Catanzaro, ma perché Di Nicola possa lasciare la sua abitazione senza incorrere nel reato di evasione, occorrono le autorizzazioni di altre quattro procure (Teramo, L’Aquila, Rimini e Velletri) che per ora la Federcalcio non ha. Nessuna notizia, infine, circa un’eventuale audizione di Campitelli. Non è arrivata finora alcuna richiesta, fa sapare l’avvocato Eduardo Chiacchio, difensore del presidente del Teramo davanti alla giustizia sportiva, ma potrebbe arrivare nei prossimi giorni.

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