COSI’ MUORE LA SPERANZA DI CAMBIARE
di STEFANO TAMBURINI Fuori sparano, nello stadio muore la speranza. Muore la speranza di cambiare questo calcio. Una vergogna, le rovine della civiltà che si sbriciolano su se stesse, di fronte allo...
di STEFANO TAMBURINI
Fuori sparano, nello stadio muore la speranza. Muore la speranza di cambiare questo calcio. Una vergogna, le rovine della civiltà che si sbriciolano su se stesse, di fronte allo scempio di uno Stato di diritto che abdica di fronte ai feudatari delle curve per chiedere il “permesso” di giocare, con un’ora di ritardo. Ammesso e non concesso che quel che è accaduto nei dintorni sia estraneo a questo mondo, è la reazione che comunque lega la mentalità criminale di chi ha colpito fuori con quella distorta di chi crede che allo stadio valgano altre regole. Di fronte al presidente del Senato e a quello del Consiglio, i funzionari dello Stato trattano con gli ultrà per poter dare il via libera alla gara. Il capo dei capi esibisce una maglietta con scritto “Speziale libero”. Speziale è l’ultrà del Catania condannato per l’omicidio del poliziotto Filippo Raciti nel 2007. Comanda lui e comandano quelli peggio di lui, la sconfitta più dura da accettare è questa. Di fronte a ciò sembrano poca cosa i fischi all’inno di Mameli e la bomba carta contro un vigile del fuoco. Il tutto con il sottofondo della telecronaca Rai, inadeguata, prona di fronte a un disastro non percepito o minimizzato, e non si sa cosa sia peggio. Tanto per restare in linea con il resto del disastro.
@s__tamburini
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