Calcio

Galeone a ruota libera: «Il Pescara in B torna a casa. La fine della magìa di Baldini? Mi dicono che siano stati altri i problemi»

27 Luglio 2025

Intervista all’ex allenatore biancazzurro, oggi 84enne, sulla promozione del Delfino, su Vivarini e sui suoi pupilli nel mondo del calcio

PESCARA. Informato, lucido e dissacrante. Insomma, Giovanni Galeone, il “Profeta”, l’allenatore che in due occasioni ha portato il Pescara in serie A. E che a 84 anni vive a Udine con la sua “Checca”, la donna che ha sposato nel 1965.

Buongiorno Galeone, come sta?

«Discretamente bene. Non mi lamento, con i miei acciacchi. Ma bene».

Ha seguito il Pescara? «Beh, certo. E sono contento che sia tornato a casa. In serie B. Non si poteva proprio vedere in C, era contro la storia. Ho sentito allenatore, Silvio Baldini, motivato sin dall’inizio della stagione. Lui è sempre stato molto convinto della promozione. E’ stato primo in classifica fino a dicembre, poi improvvisamente il crollo. Secondo me, a un certo punto, ha pensato a prepararsi per i play off. E ha fatto bene. Si vedeva che squadra stava bene, in condizione e capace di fare un bel gioco. Un po’ di fortuna ha agevolato il cammino, per carità. Ma alla resa dei conti, se vediamo il percorso, ha dominato i play off. Ha vinto a Terni, la finale d’andata. A mio avviso, il Pescara è stato giustamente promosso. Temevo il Vicenza, lì la vedevo piuttosto dura. Invece, è stata una resa dei conti all’interno del girone B».

Come vede Vivarini sulla panchina del Pescara?

«Bene. È un bravo allenatore. Lo conosco da anni, da quando veniva a vedere i miei allenamenti. L’ho visto due anni fa, l’ultima volta che sono stato a Pescara. L’ho seguito a Catanzaro nella scalata dalla C alla soglia della A. All’Adriatico-Cornacchia ha dato una dimostrazione di forza nel novembre 2022, una bella cartolina anche per l’allenatore. Poi, a Frosinone non bene... Anche se lì c’è qualcosa che non va: anche la retrocessione di Eusebio Di Francesco - l’anno precedente - è stata beffarda. Non meritava di scendere in B quell’anno».

Ha visto i play off del Pescara?

«Sì, non ho visto i rigori nella finale di ritorno, di nessuna partita guardo i rigori. E’ più forte di me. Neanche i Mondiali».

Nemmeno quando era in panchina?

«No, ma mi è capitato poche volte. Una volta a Udine in coppa Italia ho perso contro l’Arezzo di Conte, e non li vidi. Forse, poi, un’altra volta con la Spal, roba mai vista. Hanno tirato anche i portieri. Non finiva mai».

Qualcuno ha azzardato anche il paragone Baldini-Galeone per la presa sulla piazza pescarese?

«Non saprei dire. Lui me lo ricordo da Empoli e Carrarese, è molto sicuro di sé. Ha un suo carattere ben preciso. Non me la sento di dire niente».

Baldini prima ha detto che la magìa era finita rinunciando al contratto offerto da Sebastiani e poi è andato all’under 21.

«Non lo so, qualcuno parla di altri problemi… ».

Qualcuno chi? «Radio calcio dice altro».

Chi è radio calcio?

«Mi chiamano, mi raccontano. Si dice in giro… Sa quante cose radio calcio riesce ad anticipare di mesi...».

C’è un giocatore che le è piaciuto particolarmente? «Il portiere Plizzari, bravo. Se ne parla bene da anni. Da quando era al Milan, si è rivelato decisivo nella finale. Ah, i portieri: il mio amico e compianto Gianni Mura - il più bravo giornalista che abbia conosciuto - diceva di me che non capivo di portieri e di vino. Ma Plizzari è bravo».

La famosa battuta che lei fece su Savorani? Il portiere è un optional… «Allora facciamo chiarezza una volta per sempre, Savorani l’avevo portato io a Pescara da Como. Oggi Marco è uno dei migliori preparatori dei portieri non d’Italia, ma d’Europa. La gente pensava che ce l’avessi con lui, niente di più falso. A me il portiere piace in una certa maniera. Ad esempio, oggi per me Oblak dell’Atletico Madrid non lo cambierei con nessuno».

Dalla B alla serie A: chi è la squadra favorita per lo scudetto?

«Arrigo Sacchi dice il Napoli. E se lo dice lui… Diceva anche che Inter avrebbe vinto il Triplete e non ha vinto niente. Comunque, il Napoli sta facendo bene. Ha idee e cresce. Sono curioso di vedere Lucca, il centravanti preso dall’Udinese: se gli riesce questo acquisto fa un bel salto di qualità. Napoli sta facendo due squadre per essere competitivo anche in Champions. Ha De Bruyne. Pep Guardiola (l’ha allenato fino qualche mese fa al Manchester City, ndr) a Pescara mi disse che il belga era uno dei primi cinque che ha allenato. E’ un fuoriclasse. Chi gliela porta via la palla al Napoli l’anno prossimo? Napoli partirà in pole position in serie A».

Allegri al Milan è una minestra riscaldata?

«Non è un termine che uso io. Al Milan lui o Sarri, lo dissi sei mesi fa. A gennaio mandi via Fonseca, e prendi Conceicao? Ma scherzi con due allenatori di quel calibro a spasso? La squadra c’è, tecnicamente sarebbe stata ideale per Sarri. La sostanza c’è. Max gli darà continuità di rendimento. Sono fiducioso, farà bene».

Sarà Allegri contro Conte?

«Magari. Bisogna vedere che cosa fa l’Inter. Chivu ha dimostrato di essere bravo nel Parma, bisogna vedere il salto di qualità, come reagirà. Conte e Allegri hanno fatto bene la gavetta e poi quando sono stati chiamati dalle big hanno dimostrato doti e personalità Vediamo Chivu».

Simone Inzaghi è andato in Arabia dopo aver preso cinque gol nella finale di Champions dal Psg….

«Radio calcio lo sapeva da quattro mesi. Che il figlio era andato in Arabia per preparare il terreno lo sapevano tutti. Anch’io».

Poco mercato, non ci sono più soldi in Italia…

«Sono tutti in Inghilterra, adesso va di moda la Premier come un tempo andava di moda la serie A. E poi non ci sono più proprietà italiane, chi c’è rimasto? De Laurentiis, Lotito, Elkann, pochi. Anche l’Udinese sta vendendo».

Ha visto il mondiale per club?

«Ho visto poco. Non capiscono che negli States il calcio non attecchisce. Tutti ci provano, nessuno ci riesce. È una questione di cultura. Negli Usa hanno un’altra mentalità, diversa dalla nostra. Sono decenni che tentano di esportare il soccer laddove non c’è humus favorevole».

E Gattuso in Nazionale? «Un’idea intrigante, mi piace. E sono contento per Ringhio che è stato un mio giocatore. Ho due allenatori importanti in serie A: Gasperini (Roma) e Allegri (Milan). Ringhio l’ho fatto esordire io a Perugia in serie A. E un altro mio allievo. E poi ci sono due direttori sportivi: Massara (Roma) e Goretti (Fiorentina) che sono bravissimi. Tutti miei allievi. Li seguirò con attenzione e interesse».

Perdoni l’intrusione personale, è tornato a Pescara in queste settimane?

«Non guido, come faccio? Però, ci sono amici disposti a venirmi a prendere e non metto limiti alla provvidenza».

Le hanno affittato la “sua” casa sul mare a Francavilla?

«No, non c’è più. Ma non è quello il problema… Ho inviti da tutto il litorale abruzzese. Da San Salvo a Martinsicuro, passando per Roseto e Giulianova. E Pescara, ovviamente. Dai chissà... Non mi faccia dire niente».

Di che cosa ha più nostalgia?

«Mi hanno mandato una fotografia sul telefonino. Fuori da uno stabilimento balneare, sul muro c’è scritto: ardeteci Galeone e li cannolicchie. Mi hanno detto che quest’anno si rivedono i cannolicchi (i cannolicchi, o anche cappelunghe, sono molluschi bivalvi che vivono nella sabbia all'interno della propria conchiglia dalla forma rettangolare. Si pescano solitamente nell'Adriatico, ndr) e spero che si riveda anche Galeone prima o poi. La cosa più importante, li cannolicchie, è arrivata, l’altra cercherà di farcela perché Pescara manca. Con tutto il rispetto per San Remo… Pescara è Pescara».

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