sei nazioni

Galles, un uragano. L'Italrugby gioca solo il primo tempo

Finisce 7-33 la prima sfida giocata davanti a Mattarella. Azzurri avanti con una meta di Gori, ma nella ripresa il disastro: troppi falli e parziale di 0-30

INVIATO A ROMA. Quaranta minuti a scalare l’Everest gallese e al momento di piantare la bandierina, il terreno ti manca sotto i piedi e l’Italia frana in un burrore. Poco importa se a spingerti di sotto con Win Jones e compagni ci sia pure l’arbitro J.P. Doyle. Il risultato non cambia. Dal 7-3 alla pausa al 7-33 finale. Trenta punti in 40 minuti.

Gli azzurri di Conor O’Shea come quelli di Jacques Brunel chiudono al 60’ un incontro dominato fino al 40’ ma sarebbe ingeneroso dire che l’Italia sia rimasta negli spogliatoi. Anzi. La fiducia è stata sgretolata da una rimonta fatta a calci da Halfpenny, poi accelerata da tre piccoli errori in sequenza iniziati con l’avanti di Padovani e culminati con il giallo al pilone Lovotti. Ed è stata mattanza della cavalleria rossa. Finalmente il Galles è riuscito a violare due volte l’area azzurra nei 10 minuti in 15 contro 14, sempre al largo, dove c’era l’uomo in più, con il centro Jonathan Davies e l’ala Liam Williams.

Le decisioni di Doyle hanno accompagnato questa sequenza, nulla di impreciso solo che 16 falli fischiati agli azzurri e cinque ai dragoni non fotografano la realtà del campo. E pur in maniera elegante ma non meno clamorosa O’Shea ha detto la sua sull’arbitro («Dobbiamo cambiare la percezione di chi ci guarda», «Non voglio fare un focus sull’arbitro. Ma guardatevi i primi due minuti di partita»). Critica tagliente in salsa british. Non succedeva dai tempi del più latino Berbizier che al suo esordio da ct a Dublino nel 2006 (primo tempo vinto dagli azzurri, poi sorpasso del trifoglio) battè un pugno sul tavolo davanti alla stampa irlandese urlando “We want the same right” (vogliamo gli stessi diritti) puntando l’indice sul grande O’Driscoll libero di passeggiare sulla schiena di Mirco Bergamasco.

La partita però è stata persa sul campo, l’energia pronosticata per 80 minuti s’è esaurita prima, il “rollercoaster” di emozioni ha punito il Galles all’avvio e poi ha schiacciato gli azzurri.

Una prova monstre di Sergio Parisse, macchiata da uno stupido fuorigioco e dalla solita comunicazione alterata con gli arbitri. Ma soprattutto l’illusione che tutte le intuizioni di O’Shea sul nuovo corso si fosse concretizzate così presto, in una manciata di minuti, sotto gli occhi di un altro Sergio (il presidente Mattarella) e dei 40.986 dell’Olimpico (record negativo, il pubblico ha comprato i biglietti per l’Irlanda di sabato prossimo).

L’equilibrio dura mezz’ora, uno 0-0 che fotografa il possesso italiano e una certa arroganza gallese. Al 15’ su un fallo di Benvenuti, l’apertura Biggar decide di calciare la penaltouche e non fra i pali: addio a tre punti facili, vuole la meta. La palla esce a cinque metri dalla meta e Ken Owens ha diritto di lancio. Palla fuori, il Galles fissa il gioco con una maul su cui gli azzurri fanno fallo. Biggar rinuncia a tre punti facili e va per la touche. La scena di ripete tre volte ma alla fine si chiude con Biggar che sbaglia passaggio e Jonathan Davies si trova la palla fra le gambe con Lovotti che sventa la meta e rompe l’assedio. Sul calcio di liberazione Liam Williams se la fa sotto e sbaglia una facile ricezione. Il rollercoaster prende la pressione dagli azzurri e la butta sui gallesi. Che fino alla pausa non capiscono più nulla. Halfpenny sbaglia il piazzato dello 0-3 e pare un segnale.

L’Italia stabile in attacco. L’Italia fa la spavalda, Parisse va a raccogliere un pallone in cielo, il pack lo spinge sulla linea di meta. I gallesi ci mettono una pezza. Stavolta sono gli azzurri che rinunciano a calci per mischia e i gallesi a collassare. Finché si apre una falla con Parisse che fa un sottomano per Steyn e tutti dentro in mezzo ai pali. Gori tocca, Canna trasforma. Al 39’ azione fotocopia del possibile raddoppio, Nicky Smith mette le mani dove non deve e salva. Doyle lo grazia. L’Italia smette di segnare.

Al rientro tre calci di Halfpenny (45’, 52’ e 55’) fanno il sorpasso, il giallo apre la strada a due mete scolastiche. Addio anche al bonus difensivo.Poi poca lucidità: Halfpenny in difesa piglia l’ovale al volo, pur sotto pressione spiazza tre azzuri e apre allo sprinter North una pista da 80 metri. Non basta. Il Galles vuole il bonus mete e Liam Williams, pur placcato, raggiunge la linea ma deve girarsi per schiacciare così Furno ha il tempo di mettere il braccio sotto l’ovale e tenerlo alto. Doyle fischia la fine.

©RIPRODUZIONE RISERVATA