Il Chieti trema per Arlotti: si teme uno stop di 6 mesi

È prevista domani la risonanza per l’attaccante neroverde: il rischio è la lesione del crociato I teatini masticano amaro per il pari. Il portiere Zanin: ci teniamo la prestazione
CHIETI. L’orgoglio per un’altra prestazione di livello contro la corazzata del girone, il rammarico per l’ennesima rimonta subita e la preoccupazione per le condizioni di Scott Arlotti. Stati d’animo contrastanti in casa Chieti dopo il pareggio con L’Aquila, il quarto in cinque partite.
I riflettori sono puntati sull’infortunio di Arlotti. Il 26enne attaccante romagnolo è uscito in barella per un brutto infortunio al ginocchio. Lacrime e mani nei capelli non lasciano spazio a sensazioni positive. Domani Arlotti farà una risonanza. Si teme la lesione del crociato, infortunio che il giocatore ha già subito quattro anni fa a Rimini ma all’altro ginocchio. I tempi di recupero sarebbero lunghi (6-7 mesi). Si aspettano gli esami per avere più certezze. Il Chieti incrocia le dita. Giocatore forte nell’uno contro uno, Arlotti nelle ultime due partite si era adattato a giocare anche a tutta fascia a destra nel nuovo 3-4-2-1 disegnato da Del Zotti. L’infortunio dell’attaccante è la nota stonata di un derby dove la squadra neroverde ha dimostrato di essere dominante sul piano del gioco per lunghi tratti.
Il Chieti ha tenuto testa al Teramo e all’Aquila, giocando anche meglio, ed esce dai due derby con la consapevolezza di potersela giocare con le big del girone. I punti raccolti (7 in 5 gare) sono pochi rispetto a quello che la squadra ha dimostrato in campo. Sono tante le occasioni sprecate. Tra Coppa Italia e campionato, sono quattro le situazioni in cui i teatini sono stati ripresi da situazioni di vantaggio e non sono riusciti a conquistare bottino pieno.
A conti fatti, i punti persi sono quelli con Fossombrone e Sora. Nei due derby con Teramo e L’Aquila si è preso la scena il portiere Igor Zanin, classe 2005, che ha dimostrato personalità e affidabilità. Un paio di parate decisive con L’Aquila, l’assist su rinvio per il gol di Vuthaj e la padronanza nel giocare la palla con i piedi e nel scegliere il tempo giusto per colpire di testa nelle uscite. «Quando ero più piccolo e giocavo nei Pulcini e negli Esordienti, chiedevo al mister di farmi uscire dalla porta e di giocare davanti», racconta Zanin. «La palla a scavalcare la loro linea l’avevamo studiata in settimana perché sapevamo che L’Aquila faceva fatica a scappare e che Vuthaj è molto forte nell’attaccare la profondità».
Uomo assist e anche uomo ragno tra i pali. «La parata più difficile è stata quella su Trifelli nel primo tempo. Quello è stato un gesto tecnico. L’ultima su Brunetti nel finale è stata più una parata d’istinto. Sono contento per me e per la squadra. Abbiamo fatto un’ottima partita contro un avversario forte. Peccato per l’autogol di Donsah. Il rammarico per non aver vinto c’è. Abbiamo avuto tante occasioni, colpito due traverse. Ci teniamo però la prestazione che ci permette di tornare a lavorare carichi per la prossima partita».
C’è un altro derby alle porte: domenica il Chieti giocherà al Savini contro la rivelazione Notaresco. Pinto tornerà a disposizione.
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