Calcio

Serie A: Modric decisivo a 40 anni, la potenza di Napoli e Juventus

15 Settembre 2025

Dopo la sosta torna il campionato con verdetti sorprendenti: cadono Roma e Lazio contro Torino e Sassuolo, il Milan si impone di misura e dilagano Atalanta e Napoli. Infine, nel big match di giornata, la Juve si porta a casa il derby d'Italia con un risultato pirotecnico

Cagliari vs Parma

Dopo la settimana di stop per la pausa nazionali, la Serie A riprende da Cagliari, dove il Casteddu affronta il Parma del giovanissimo Cuesta. Il match è molto divertente, ricco di occasioni da entrambe le parti. Inizia meglio il Parma, che ha un’incredibile doppia chances all’8’: Pellegrino viene favorito da un rimpallo, vince un contrasto con Mina e conclude verso la porta, con Caprile che gli nega la prima gioia stagionale; sulla ribattuta il pallone diventa però buono per Cutrone, ma ancora un super Caprile si oppone, stavolta con un intervento molto più complicato. Passano i minuti ma non cambia la partita: arriva un’altra opportunità per i ducali, che sono bravi a recuperare un altro pallone in mezzo al campo e ad arrivare in porta: è nuovamente Cutrone a cercare di sorprendere Caprile, ma l’ex estremo difensore del Napoli sventa anche in questa circostanza. E alla prima vera palla-gol, i rossoblu trovano il vantaggio: traversone interessante di Obert per Belotti, con Suzuki che respinge goffamente e non può nulla sul facile tap-in di Mina, bravo a farsi trovare al posto giusto nel momento giusto e ad approfittare dell’errore del portiere giapponese. Il secondo tempo è giocato sulla falsa riga del primo: i gialloblu provano ad abbattere il muro sardo, mentre i padroni di casa si affidano alle ripartenze. E all’imprecisione emiliana si aggiunge anche un po’ di sfortuna: prima Cutrone e Bernabé sfiorano il palo, poi invece è l’ex Oristanio a centrare la traversa, sull’occasione migliore della partita parmigiana. Nel finale, la formazione allenata da Pisacane trova anche il gol della sicurezza: ripartenza guidata magistralmente da Palestra e Borrelli e poi affidata ad Adopo, che scheggia il palo dopo la leggera sporcatura di Suzuki. Il pallone arriva poi sui piedi di Felici, che non sbaglia e trova la prima rete in assoluto in Serie A. Prima, fondamentale vittoria per il Cagliari, mentre il Parma resta con un solo punto in classifica.

Juventus vs Inter

È Juve-Inter il big match della terza giornata. Le due squadre arrivano a questa sfida con un morale ben diverso: la Vecchia Signora a punteggio pieno, i nerazzurri reduci invece dalla sconfitta casalinga contro l’Udinese. La gara è fin da subito scoppiettante e il risultato finale è incredibile, con rimonte, contro-rimonte e tanti gol. Barella va vicinissimo al gol dopo soli 4 minuti, ma sono i bianconeri a sbloccarla: i meneghini non riescono a rinviare dopo un corner di Koopmeiners e il pallone diventa buono per Locatelli, che dal limite dell’area cerca e trova con gran precisione Bremer. Il brasiliano è bravissimo a prendere posizione su Dumfries e a rigiocarla a centro area per Kelly, che si coordina al volo e trova il primo timbro in maglia Juve. Gran gol ma anche gravi disattenzioni del Biscione, con Calhanoglu che perde palla a centrocampo, Lautaro non riesce a spazzare, Dumfries si fa sorprendere con un pallone morbido e Akanji si perde il goal scorer. Alla mezz’ora di gioca torna l’equilibrio grazie a uno dei peggiori in campo fino a quel momento, Hakan Calhanoglu: Carlos Augusto appoggia a rimorchio per il turco che, di prima intenzione e con il mancino, fulmina Di Gregorio. Ma è un altro lampo a riaccendere la partita: Bremer trova tra le linee Yildiz, lasciato ancora troppo solo da Calhanoglu. Il 10 bianconero fa però tutto alla perfezione: controllo orientato, tocco per aggiustarsela e conclusione dai 20 metri che termina all’angolino, con Sommer che sfiora soltanto. Giocata da fenomeno del classe 2005, che dopo la doppietta dello scorso anno si iscrive anche stavolta al match. Nel secondo tempo non cambia il canovaccio tattico: l’Inter fa la partita e la Juve aspetta. Tuttavia, la gara nerazzurra non è granché brillante, con un possesso palla più sterile che efficace, specie nell’ultima porzione di campo; d’altro canto, i piemontesi attendono l’avversario e provano a ripartire in contropiede, sempre con gran pericolosità. Nella ripresa la Beneamata viene però scossa da Chivu e, nei primi 20 minuti, mette sotto pressione la difesa avversaria, riuscendo a trovare il pareggio al 65’: Zielinski appoggia di testa a Calhanoglu, che la addomestica con il petto e, prima che la sfera tocchi terra, fa partire un destro fantastico, imprendibile per Di Gregorio. Che doppietta dell’ex Milan, che risponde alle critiche nel migliore dei modi. Passano appena 11 minuti e i nerazzurri mettono la freccia, andando in vantaggio per la prima volta: corner di Dimarco e stacco quasi da fermo di Thuram, che ribalta il match a un quarto d’ora dalla fine. Ma da questo momento in poi il Biscione crolla: è incredibile, perché Lautaro e compagni erano sempre rimasti in partita, riuscendo a ribaltarla nonostante le difficoltà ma, quando il sorpasso era stato ormai effettuato, i nerazzurri perdono la concentrazione nel momento più importante. All’82’ Khephren Thuram pareggia sia il match che la propria sfida personale con il fratello Marcus e, al 91’, Adzic completa la contro-rimonta con un bolide da 30 metri, che sorprende Sommer e si infila all’incrocio dei pali. Anche per Vasilije Adzic è la prima gioia juventina, che non poteva trovare momento migliore per segnare. Il derby d’Italia termina così con un pirotecnico 4-3, con la Juve che va in testa a punteggio pieno mentre l’Inter resta nella seconda metà di classifica.

Fiorentina vs Napoli

Infine, in serata si affrontano Fiorentina e Napoli. I partenopei partono subito a mille, sbloccandola dopo pochi minuti: a seguito di una grande triangolazione a tre tra De Bruyne, Anguissa e Di Lorenzo, il capitano azzurro viene ipnotizzato da De Gea e Gosens salva sulla linea il tap-in di Hojlund. Il pallone resta però in area e Comuzzo compie una leggerezza, cercando di allontanare in scivolata ma non accorgendosi dell’arrivo di Anguissa, che conquista un calcio di rigore dopo appena 3 minuti. Dagli 11 metri è glaciale Kevin De Bruyne, che batte De Gea per la quarta volta in carriera. I campani sono una furia e volano sulle ali dell’entusiasmo, con giocate anche di gran classe: il raddoppio arriva su invenzione dell’asse Spinazzola-Hojlund, con il terzino ex Roma che d’esterno premia il movimento in profondità del neoarrivato, che resiste a Pongracic e infila De Gea, tornando alla rete nel nostro campionato a distanza di 832 giorni dall’ultima volta. Un gol da centravanti puro, proprio quello che voleva Conte: bravo spalle alla porta, veloce e capace di attaccare lo spazio. Sono ancora De Bruyne e Hojlund a creare grattacapi alla difesa gigliata: l’ex City riceve dal danese e tira, ma De Gea riesce a salvare miracolosamente con le unghie nonostante la deviazione di Comuzzo. Nella ripresa gli azzurri chiudono il match, con il primo sigillo di Beukema con la sua nuova squadra: corner di Politano che viene prolungato sul secondo palo dove arriva Anguissa, che di prima intenzione la rigioca all’interno dell’area piccola per l’ex Bologna, che trova il gol proprio all’esordio. Nel finale la viola la riapre con Ranieri, bravo a raccogliere una respinta corta e a trafiggere Milinkovic-Savic, che buca l’intervento facendo passare il pallone sotto al fianco. I toscani cercano di accorciare ancora di più le distanze negli ultimi minuti ma senza successo, pagando la prestazione non all’altezza fino al 75’. Anche gli uomini di Conte corrono in testa alla classifica, mentre la Fiorentina resta a quota 2.

Roma vs Torino

La domenica si apre con la sfida all’Olimpico tra Roma e Torino. La partita stenta a decollare, con i giallorossi che gestiscono il possesso palla e i granata che si sistemano con un blocco molto basso, pronti a sfruttare eventuali ripartenze. È proprio qui la chiave del match: Baroni tenta di mettere a frutto la velocità del tridente Vlasic-Simeone-Ngonge e di infoltire la parte centrale del campo, concedendo piuttosto le corsie laterali ai capitolini. E infatti, la Lupa fatica a creare occasioni da gol limpide: la maggior parte derivano da palle inattive, che però non sono mai realmente una minaccia per Israel. Nel secondo tempo lo schema resta sempre lo stesso ed è proprio il Toro a sbloccarla, al 59’: ottimo disimpegno gestito da Biraghi e Vlasic, con il croato che riesce a trovare Simeone. Il figlio d’arte fa scorrere il pallone con un velo e si libera in grande stile di Koné, correndo verso la porta difesa da Svilar: arrivato sulla trequarti allarga dall’altro lato per Ngonge che prima resiste di fisico a Mancini e poi gliela restituisce, stavolta però al limite dell’area. L’argentino allora rientra sul piede forte e, in caduta, fa partire un destro a giro imparabile per l’estremo difensore giallorosso, che nulla può alla prodezza del Cholito. Dopo oltre un anno di astinenza dal gol, torna a segnare il nuovo numero 18 granata. Ed ecco allora che il posizionamento tattico torinista diventa ancora più importante: in vantaggio di un gol, la strategia di Baroni sembra funzionare e può trovare maggiormente sfogo nell’ultima mezz’ora, tanto che vengono sostituiti proprio Simeone e Ngonge per fare spazio ai più freschi Adams e Aboukhlal. È proprio il marocchino a sfiorare il 2-0: Vlasic resiste a Wesley e appoggia a rimorchio per il colpo a botta sicura dell’ex Tolosa, sul quale Svilar si esalta e tiene a galla i suoi. Le uniche chances degne di nota della Magica arrivano nel lungo recupero finale: prima Pisilli colpisce senza troppa cattiveria dal limite dell’area piccola, poi Soulé sfiora il palo con una conclusione di controbalzo, infine El Shaarawy tenta di sorprendere Israel al volo ma la conclusione è facile preda del portiere uruguaiano. Arriva così anche il primo passo falso dell’era Gasperini, che forse avrebbe potuto fare meglio: fa discutere la scelta iniziale di non schierare una punta di peso ma Dybala ”falso nueve”, che sicuramente non ha pagato. Inoltre, zero minuti concessi ad Artem Dovbyk, che nonostante l’avvio complicato è riuscito a chiudere la scorsa stagione con 17 reti. Sembra che alla base ci siano altri problemi, con lo stesso Gasp che in conferenza stampa ha giustificato la scelta criticando lo scarso impegno in allenamento dell’ex Girona.

Atalanta vs Lecce

Alle 15 si gioca sia a Bergamo che a Pisa. Al Gewiss Stadium arriva il Lecce, contro cui la Dea vuole far bene e cerca di ottenere il primo successo stagionale. I nerazzurri sbloccano il match al 37’ da corner: gran calcio d’angolo di Zalewski per Scalvini, che impatta in terzo tempo e manda alle spalle di Falcone. Gioca bene la squadra di Juric, che vuole divertirsi e soprattutto far divertire i propri tifosi. Il 2-0 arriva al 51’ e porta la firma di De Ketelaere: CDK riceve una sponda da Krstovic, se la sposta sul destro e con un colpo da biliardo la manda in buca d’angolo, confermando l’ottimo stato di forma dopo i due assist con la sua nazionale. Cercano tutti il gol, specie i nuovi acquisti: Zalewski sfiora la rete centrando la traversa con un missile da calcio di punizione, poi Krstovic si divora un gol già fatto da pochi passi. Se per Nikola Krstovic non sembra essere giornata, non è lo stesso per l’ex Inter Zalewski: il polacco riceve proprio dal montenegrino, converge verso il centro e chiude la conclusione sul primo palo, prendendo in controtempo Falcone. Il Lecce esce anche mentalmente dalla partita e il quarto gol ne è la dimostrazione: Siebert manca uno stop facile, favorendo la cavalcata di De Ketelaere che, a tu per tu, sigla la doppietta personale e mette il punto esclamativo sulla gara. Nel finale arriva anche il gol della bandiera dei salentini con N’Dri, che con una gran botta da fuori rende il parziale meno amaro. Ottima vittoria per Juric, mentre sembra sempre più in difficoltà il Lecce di Di Francesco, che non è riuscito a dare una propria impronta alla sua nuova squadra.

Pisa vs Udinese

All’Arena Garibaldi di Pisa va in scena Pisa-Udinese. Pronti, via e ciò che succede dopo appena 2 minuti sarà lo specchio della partita: tantissimi errori da entrambe le parti ma anche molte occasioni. Come detto, al 2’ Sava rischia di combinarla grossissima: pressato da Meister, opta per il rinvio lungo ma con il piede d’appoggio sposta involontariamente il pallone, mancandolo con il destro in maniera decisamente goffa. Tuttavia, l’attaccante danese non approfitta del regalo dell’avversario, colpendo l’esterno della rete. È invece l’Udinese a trovare il vantaggio, con un’azione ben costruita e anche un pizzico di fortuna: grande uno-due tra Atta e Davis, con il centrocampista francese che tenta la conclusione ma viene murata dalla difesa nerazzurra. La sfera però resta lì e il più lesto è Iker Bravo, che con un gran destro spiazza Semper e porta i friulani in vantaggio. Mentre l’ex Real Madrid sfrutta l’occasione, non si può dire lo stesso per Davis prima e per Morfeo poi, che sciupano due grandi possibilità, derivate anche stavolta da due clamorose sviste: l’inglese manca la porta dal limite dell’area piccola dopo essere stato favorito da un retropassaggio sbagliato di Aebischer; l’italiano, invece, non riesce a sfruttare il liscio di Solet, concludendo sopra la traversa. Nella ripresa non ci sono grandi emozioni e i bianconeri portano a casa un altro risultato utile, andando a posizionarsi alle spalle di Napoli e Juve con ben 7 punti.

Sassuolo vs Lazio

Alle 18 al Mapei il Sassuolo ospita la Lazio di Maurizio Sarri, che dopo un inizio complicato ha dominato il Verona in casa con un sonoro 4-0. Primo tempo non molto divertente, per usare un eufemismo, con nessuna chance importante. L’unico episodio è il cartellino rosso prima sventolato e poi revocato a Vranckx, che interviene con imprudenza su Rovella ma senza metterne seriamente a rischio l’incolumità, motivo per cui l’arbitro Tremolada ritorna sui suoi passi dopo on field review. La seconda metà di gioco è un po’ più intrigante, con le squadre che tentano di vincere la partita e conseguentemente si allungano, generando ribaltamenti di fronte più o meno frequenti in alcuni frangenti: è gigantesca l’occasione sulla testa di Zaccagni al minuto 62, con l’esterno italiano che prende il tempo a Coulibaly e indirizza verso la porta, trovando il salvataggio decisivo di Muric, che sfiora il pallone quel tanto che basta per mandarlo sopra alla traversa. All’opportunità biancoceleste rispondono i neroverdi, che però sono più cinici rispetto agli avversari: corner di Volpato e stacco di Muharemovic verso lo specchio, con Fadera che da due passi corregge in porta con la coscia, beffando l’incolpevole Provedel. È il gol che vale i 3 punti, i primi dell’era Grosso sulla panchina emiliana; doccia gelata per l’Aquila, che non approfitta del passo falso della Roma per agganciarla in vista della sfida di settimana prossima.

Milan vs Bologna

A chiudere la domenica il Bologna va a trovare il Milan a San Siro. L’ultima volta che le due compagini si sono affrontate è stato nella scorsa finale di Coppa Italia e, come ricordiamo, il Bologna è tornato ad alzare un trofeo dopo 51 anni, mentre il Milan ha perso l’occasione di poter giocare l’Europa League, terminando la scorsa stagione senza partecipazione alle coppe europee. Rispetto alla gara contro la Cremonese, lo stadio Meazza sembra essere l’uomo in più per i rossoneri, con una spinta incessante fino alla fine nonostante l’assenza della Curva Sud. Il Diavolo sembra essere in una buona serata, anche se la sfortuna si frappone in parecchie circostanze: al 24’ Estupinan è molto bravo a rientrare sul destro e, nonostante non sia il suo piede forte, cerca di superare Skorupski con un tiro a giro, che scheggia il legno e termina sul fondo; poi, al 45’, Santiago Giménez cerca di rimettere un pallone in mezzo ma anche in questa circostanza prende il palo, non riuscendo nella sponda. Sembra stregata la porta felsinea, ma il muro rossoblu cade al 61’. Anche qui è una prima volta, ma una prima volta storica: Saelemaekers dà uno sguardo in area e decide di servire Modric quasi all’altezza del dischetto del rigore, con il pallone d’oro croato che infila Skorupski e fa 1-0. È un gol storico, come detto, perché l’ex Real Madrid è il sesto calciatore 40enne a segnare un gol in Serie A, dopo, in ordine cronologico, Piola, Vierchowod, Costacurta, Ibrahimovic e Quagliarella. A distanza di qualche minuto Ricci e nuovamente il Bebote Giménez colpiscono per altre due volte il montante, impendendo ai meneghini di poter vivere gli ultimi minuti con più tranquillità. Infine, da segnalare anche un episodio molto controverso: Nkunku, appena entrato, riceve un invito in profondità e cade a seguito di una spinta di Lucumì, poi si rialza e cade nuovamente, stavolta a seguito di un contatto con Freuler, con Marcenaro che indica il penalty. Tuttavia, il direttore di gara viene richiamato alla revisione al var e decide di negare la concessione del tiro dagli 11 metri. La decisione fa discutere soprattutto perché le immagini mostrate dal VAR Fabbri e dall’AVAR Paterna sono legate solo all’ultimo contrasto e non alla spinta di Lucumì, sulla quale non ci sarebbe stata discussione in merito e probabilmente avrebbe anche potuto portare all’espulsione del colombiano. Il verdetto fa infuriare Massimiliano Allegri, che viene espulso per le proteste troppo veementi. Altro successo per i rossoneri, mentre prestazione nuovamente sottotono per la formazione di Vincenzo Italiano, molto simile a quella messa in campo nella prima giornata all’Olimpico contro la Roma.

A chiudere la terza giornata le sfide Verona-Cremonese, con la possibilità per i grigiorossi di agganciare la vetta della classifica, e Como-Genoa, entrambe reduci da una sconfitta di misura nell’ultima gara prima della sosta.