Il commentone della 5a giornata di Serie A

Il Milan batte il Napoli e raggiunge la vetta della classifica, dove c'è anche la Roma di Gasperini! Stop Juve con l'Atalanta mentre l'Inter accorcia le distanze. Giornata importantissima anche per due bomber: si sbloccano Pio Esposito e Camarda, possibile coppia azzurra del futuro
Como vs Cremonese
La quinta giornata di campionato si apre con il derby lombardo tra Como e Cremonese, che tornano ad affrontarsi in Serie A a 40 anni di distanza dall’ultima volta. Partono meglio i padroni di casa, che alla mezz’ora sbloccano il match: grande lavoro spalle alla porta di Douvikas, che controlla e, senza guardare, serve Jesus Rodriguez in profondità. L’ex Betis punta poi l’uomo e riesce a servire con un cross rasoterra intelligentissimo Nico Paz, che non sbaglia il “rigore in movimento”. Ancora decisivo Nico Paz: sono 6 i gol segnati finora dal Como e tutti questi sono influenzati dal 10 argentino, con 3 gol e 3 assist all’attivo. Dopo aver sbloccato la gara, i lariani cercano subito il raddoppio, ma Silvestri non è della stessa idea e tiene a galla i grigiorossi: il secondo portiere della Cremonese, chiamato in causa a sorpresa per via dell’infortunio di Audero nel riscaldamento prepartita, salva su Jesus Rodriguez in chiusura del primo tempo e su Nico Paz e Douvikas nella ripresa, dimostrandosi più che affidabile. I biancoblu non riescono a siglare il +2 e la squadra di Nicola ne approfitta, al minuto 69: corner preciso di Vasquez per la testa di Baschirotto, che da due passi trova la deviazione decisiva. Si conferma pericolosissimo da palla inattiva l’ex capitano del Lecce, già a quota due dopo la rete alla prima di campionato. Dopo il gol subito, il Como è frenetico e non riesce a sviluppare possibili occasioni, forse dovuto anche all’inferiorità numerica degli ultimi minuti: Jesus Rodriguez viene espulso dopo on field review per un colpo a palla lontana rifilato a Terracciano, rovinando la sua ottima settimana dopo la doppietta in Coppa Italia e l’assist in questa gara. Finisce 1-1 tra Como e Cremonese, con gli ospiti che tornano a casa con un ottimo punto e con ancora l’imbattibilità intatta.
Juventus vs Atalanta
Alle 18 la Juve affronta l’Atalanta, reduce da due vittorie senza discussioni contro Lecce e Torino. Partenza feroce dei bianconeri, che creano azioni su azioni in avvio di gara: prima Yildiz pennella sulla testa di Kalulu, che prende il tempo a Zappacosta e colpisce il palo, poi Carnesecchi respinge le conclusioni velenose di Koopmeiners e Adzic, infine è la fortuna ad assistere la Dea, con la conclusione deviata di Thuram che termina a lato di un soffio. Nonostante l’ottima prima metà di gara, la Vecchia Signora si addormenta negli ultimi minuti del primo tempo: palla persa con troppa leggerezza da Adzic, che regala la sfera a Sulemana. Il 7 nerazzurro abbassa la testa e parte in dribbling, lasciando sul posto Gatti e mandando poi la palla in buca d'angolo: è la seconda rete consecutiva per Kamaldeen Sulemana, bravo e caparbio nella circostanza. Nella ripresa cambiano gli equilibri: la Juve sembra aver incassato il colpo e fatica a reagire mentre gli orobici sono più sciolti e riescono a ripartire con più facilità. Dopo l’incredibile chance divorata da Krstovic al 52’, Di Gregorio riesce a mettere in corner una parabola insidiosa di Pasalic e Cambiaso salva sulla linea la testata a colpo sicuro di Bellanova. E nel momento migliore della Dea, quasi come successo nel primo tempo ma a parti inverse, arriva il pareggio delle Zebre: traversone dalla trequarti di Joao Mario, svirgolata clamorosa di Kossounou e facile appoggio in porta da pochi passi di Cabal, che sigla il primo gol in assoluto in Serie A. Passano appena due minuti e l’inerzia del match pende sempre più dalla parte juventina: De Roon perde un rimpallo e poi stende McKennie, rimediando la seconda ammonizione e lasciando in 10 i suoi. Inizia allora l’assalto finale Juve, arrembante per certi tratti: l’occasione più grande è sul mancino di McKennie, che però è troppo centrale e facile preda di Carnesecchi. Anche tra Juventus e Atalanta finisce 1-1, con un pareggio che non accontenta nessuna delle due. Ad ogni modo, la squadra di Juric esce con una sempre più grande consapevolezza: nonostante i dubbi riguardo all’inizio di campionato altalenante, i nerazzurri sono sembrati molto compatti e coraggiosi, giocandosela alla pari contro una delle squadre candidate alla vittoria finale. Sono due punti persi invece per la Juve, che davanti al proprio pubblico e in superiorità numerica dall’80’ non è riuscita ad assicurarsi i 3 punti: questo stop potrebbe far scappare il Napoli e far riavvicinare le altre contendenti al titolo, Inter, Roma e Milan su tutte.
Cagliari vs Inter
In serata il Cagliari ospita l’Inter, che dopo aver perso già due gare non può permettersi altri passi falsi. Pronti, via e i nerazzurri la sbloccano subito, con il ritorno al gol del proprio capitano: Bastoni crossa di prima a centro area per Lautaro Martinez, che salta in testa a Obert e trafigge Caprile. Dodicesimo gol in dodici gare per l’argentino contro il Cagliari, che si conferma la sua vittima preferita, ma soprattutto 117 reti in Serie A con il Biscione, che gli consentono di occupare in solitaria il quinto posto dei migliori marcatori all-time dell’Inter nella massima serie italiana. Nel secondo tempo non cambia il canovaccio tattico del match: la Beneamata ha il pallino del gioco mentre i rossoblu provano a ripartire, anche se nel primo tempo non si sono mai affacciati dalle parti di Josep Martinez. Come spesso raccontato, però, i nerazzurri faticano a chiudere le gare: Calhanoglu è sfortunato a colpire il palo interno al 52’, mentre è fenomenale Caprile a salvare con la mano di richiamo una bella conclusione di Thuram, che era arrivato al tiro dopo aver superato in bello stile Jerry Mina. Il risultato rimane però in bilico e i meneghini rischiano tantissimo: al 73’, corner perfetto di Sebastiano Esposito per la girata aerea di Folorunsho, con il pallone che si infrange sul palo. Dopo qualche altra occasione pericolosa, su tutte il tiro di punta di Frattesi salvato sulla linea da Idrissi, arriva finalmente lo 0-2: azione tutta di prima tra Lautaro, Calhanoglu e Dimarco, con l’esterno italiano che mette subito in area: il pallone termina tra i piedi di Pio Esposito, che non può sbagliare a porta completamente vuota. Primo storico gol per l’ex bomber dello Spezia, che si sblocca davanti agli occhi del fratello Sebastiano e chiude la partita. Continua la rincorsa interista in classifica, con la squadra di Chivu che sta pian piano crescendo ed esprimendo un buon gioco, anche se è ancora troppo “sprecona” in fase realizzativa.
Sassuolo vs Udinese
La domenica inizia con la sfida salvezza tra Sassuolo e Udinese. Partenza a razzo dei neroverdi, che trovano immediatamente il vantaggio, all’8’: Pinamonti stacca più in alto di Kristensen e favorisce l’avanzata di Berardi, che a sua volta allarga su Laurienté: il capocannoniere in carica della Serie B prende la mira e con un gran destro a giro la spedisce a fil di palo, dove Sava non può arrivare. Passano appena 4 minuti e arriva il raddoppio emiliano: Koné riceve da Laurienté vicino al vertice dell’area di rigore, salta secco Palma e poi conclude con il piattone, trovando il 2-0. Uno-due letale degli uomini di Grosso, che già al 12’ mettono la gara in discesa. Nel restante tempo della prima frazione di gioco, ci sono solo da segnalare due episodi: l’arbitro Perenzoni assegna e poi revoca ben due rigori all’Udinese. Nella ripresa i bianconeri rientrano meglio in campo e cercano di dimezzare lo svantaggio: prima Davis non inquadra la porta per poco, poi fa 2-1 con un comodissimo tap-in, a seguito di una grande azione individuale di Atta. Sulle ali dell’entusiasmo, la squadra di Runjaic sfiora più volte il pari, sempre con lo scatenato Davis e Solet, ma per centimetri le loro conclusioni terminano larghe. Il Sassuolo è molto bravo a capire i momenti della partita, a gestire il pallone quando necessario per addormentare il match, cercando di mettere la sfida sul piano tecnico e non fisico. E, come un fulmine a ciel sereno, arriva il gol che chiude la gara: lancio lungo per Fadera, che l’addomestica e serve sul secondo palo Iannoni, al posto giusto nel momento giusto. Fa 2/2 in casa la formazione neroverde, che tra le mura amiche riesce a mettere quasi tutti in difficoltà; seconda sconfitta consecutiva per l’Udinese, che dopo un ottimo inizio sta pian piano perdendo le proprie sicurezze.
Pisa vs Fiorentina
Alle 15 si giocano Pisa-Fiorentina e Roma-Verona. Il derby toscano è ricco di occasioni e capovolgimenti di fronte, tra due compagini ancora a secco di vittorie ma aventi un morale ben diverso: da una parte, il Pisa ha strappato un punto all’Atalanta e ha impressionato in questo avvio, giocando tra le altre una partita di altissimo livello al Maradona; d’altra parte, c’è la Fiorentina di Stefano Pioli, che sembra non essere riuscito a dare la propria impronta alla sua squadra. Dopo appena 6 minuti Nzola sfiora il palo per centimetri e, nell’azione successiva, Kean risponde allo stesso volume. Si combatte in ogni zona del campo, si risponde colpo su colpo: l’intensità è altissima così come l’agonismo, e ne viene fuori una sfida divertente. Passa qualche minuto e i nerazzurri per poco non vanno in vantaggio: azione personale meravigliosa di Akinsanmiro, che arriva sul fondo e mette in mezzo un cross invitantissimo per Nzola, sfortunato a centrare in pieno la traversa. Anche nel secondo tempo il livello atletico del match non cala e le Torri spaventano moltissimo De Gea: prima viene annullato un gol a Meister per tocco di mano con overrule, cioè senza che il direttore di gara riveda l’azione personalmente al monitor, poi Cuadrado salta Dodo con una delle sue solite finte e colpisce il secondo legno di giornata. Infine, da segnalare che nel prosieguo dell’azione in cui Cuadrado sfiora l’1-0, c’è un tocco di mano di Pongracic in area, ma né l’arbitro Manganiello né il VAR Pezzuto né l’AVAR Maresca segnalano infrazioni: il tocco è molto evidente e il braccio è abbastanza largo, mentre di contro il movimento è a chiudersi e il pallone arriva da posizione abbastanza ravvicinata. Resta più di qualche dubbio per questa decisione. Termina 0-0 il derby tra Pisa e Fiorentina ma non senza emozioni. Difficilissimo l’avvio stagionale per i viola: solo 3 punti in 5 partite sono un risultato che allarma tifosi e squadra, specie perché non ci sono recriminazioni particolare da fare: prestazioni di basso livello, scarsa concentrazione nei momenti clou dei match, fase difensiva non esattamente impeccabile e media di 0.6 gol a partita.
Roma vs Verona
All’Olimpico la Roma affronta il Verona, che ha vissuto una settimana molto particolare: prima l’ottimo pareggio casalingo contro la Juve, poi la cocente delusione in Coppa Italia, con l’eliminazione ai calci di rigore contro il Venezia. Pronti, via e la squadra di Gasperini mette subito la freccia: cross fantastico di Celik per Dovbyk, che sfrutta l’indecisione di Montipò e infila all’angolino. Torna a segnare dopo 147 giorni di astinenza l’attaccante ucraino, che si lascia andare a un’esultanza rabbiosa dopo la rete. Ma nonostante il gol subito, gli scaligeri non si abbattono e, anzi, trovano la forza di gettarsi immediatamente all’attacco: Gift Orban è il grande protagonista, che prima centra in pieno il volto di Svilar e poi si divora il gol più semplice di giornata, colpendo la traversa da due metri. Capiamo l’entità dell’errore tramite un dato: ogni conclusione ha un valore xG corrispondente. Gli xG sono gli Expected Goals, cioè una metrica progettata per quantificare la probabilità che un tiro si traduca in un gol. Il colpo di testa di Dovbyk ha un valore xG di 0.09, cioè ha il 9% di probabilità di segnare da quella posizione, con quell’equilibrio, con quella marcatura; la conclusione dell’ex attaccante dell’Hoffenheim, invece, ha un valore xG di addirittura 0.89, cioè l’89% di segnare da quella posizione. Un errore clamoroso, che non può che condizionare la gara del nigeriano. Nella ripresa la partita è giocata sulla falsa riga del primo tempo: la Lupa, avendo dalla propria parte il punteggio, lascia il pallino del gioco nelle mani del Verona, che cerca a più riprese il gol della parità: Serdar e Giovane non prendono il bersaglio, mentre Belghali non impensierisce Svilar. L’estremo difensore giallorosso è però super al minuto 67: Orban salta in velocità Mancini e Svilar, sfruttando l’ultimo tocco non impeccabile dell’avversario, sradica il pallone dai piedi del numero 16, con un tempismo eccezionale. Al 79’ arriva il gol che sigilla il risultato, fondamentale per come si era messa la partita: Koné ruba palla a centrocampo e poi imbuca per Ferguson. L’attaccante in prestito dal Brighton continua la sua corsa e poi appoggia a rimorchio sempre per Koné, che nel frattempo aveva seguito l’azione: in quest’occasione è anche fortunata la Magica, perché il centrocampista francese tenta di restituire il pallone all’irlandese ma, dopo un rimpallo, la sfera diventa buona per Soulé, che da due passi fa 2-0 e scaccia i fantasmi. Nel recupero, annullato un gol a Orban per fallo di mano. Continua a vincere la Roma e per qualche ora raggiunge il Napoli in testa alla classifica, mentre rimane l’ottima prestazione gialloblu in uno stadio molto caloroso e caldo.
Lecce vs Bologna
Alle 18 il Bologna va a fare visita al Lecce, che ha un solo punto in classifica ed è in piena crisi. Inizia subito con il botto la gara, con una chance importantissima sui piedi di Rowe: l’ex Marsiglia intercetta un passaggio sbagliato di Kouassi e prova a concludere rasoterra, trovando però il riflesso felino di Falcone a salvare il risultato. Ma alla prima occasione della propria partita, i salentini sbloccano il match: costruzione dal basso rischiosa ma molto efficacie della squadra di Di Francesco, che arriva in zona offensiva. Gallo dalla trequarti crossa in area per Pierotti, la cui deviazione aerea viene però respinta dal gran colpo di reni di Skorupski: l’azione non finisce qui, con Berisha che rimette in mezzo e Coulibaly, favorito da un rimpallo tra Miranda ed Heggem, deposita in rete da pochi passi. È un gol di fondamentale importanza, perché consente ai padroni di casa di avere la mente più libera. Ed è proprio così: al 18’ Tete Morente, dopo un'altra grande azione, colpisce la traversa con un tiro deviato, a portiere battuto. Altro grande brivido per il Bologna e altra grande chance per i giallorossi. Tuttavia, agli sgoccioli della prima frazione di gara, una leggerezza di Kouassi consente ai felsinei di poter riportare l’equilibrio: intervento in ritardo dell’ivoriano su Dallinga e penalty concesso. Dagli 11 metri Orsolini spiazza Falcone e pareggia i conti, siglando il 67esimo gol in maglia Bologna e superando un mito come Beppe Signori in questa speciale classifica. Nella ripresa la partita non cambia tatticamente e il Lecce, affamato di punti, continua ad attaccare: ripartenza ancora affidata a Gallo, che arrivato sul fondo la appoggia a rimorchio per Coulibaly, che colpisce il secondo palo di giornata. È sempre Gallo a essere protagonista delle occasioni più importanti: ruba palla a Bernardeschi in una zona rischiosissima di campo ma, a tu per tu con Skorupski, conclude male, non riuscendo a superare l’estremo difensore polacco. E, come nel primo tempo, nel miglior momento giallorosso arriva la doccia gelata: cross di Holm che trova completamente smarcato Odgaard, bravo a controllarla in area e fortunato a battere Falcone grazie a una sporcatura. Sembra il gol che possa condannare i salentini alla sconfitta, ma non è così: se al minuto 80 sembrano ancora una volta accompagnati dalla sorte avversa, con Pierotti che colpisce il terzo legno, all’ultima occasione della gara arriva il meritato pareggio: corner di Berisha e anticipo sul primo palo di Francesco Camarda, che diventa il più giovane marcatore del Lecce in Serie A con 17 anni, 6 mesi e 18 giorni. Risultato più che meritato per la squadra di Di Francesco, che nonostante non smuova la classifica dà morale per il futuro.
Milan vs Napoli
L’ultima gara della domenica è il big match di giornata, la sfida tra Milan e Napoli: le due squadre sono tra le favorite per lo scudetto e sono solo 3 punti a dividerle in classifica, con i partenopei ancora a punteggio pieno mentre i rossoneri sono a quota 9. Fin dai primi minuti la partita non è deludente sul piano delle emozioni, tanto che i rossoneri la sbloccano dopo appena 3 minuti: grandissimo movimento di Pulisic, che prima anticipa Marianucci e poi lo salta nuovamente qualche metro più avanti: lo statunitense dà poi uno sguardo al centro dell’area e serve sul secondo palo l’accorrente Saelemaekers, che non può sbagliare il più facile dei gol. La rete in avvio consente al Diavolo di poter fare la partita che più preferisce, potendo contare di un gol di vantaggio nei confronti dell’avversario. È scatenata però la squadra di Allegri, che dopo una doppia occasione concessa ai partenopei, sulla quale si deve opporre due volte Maignan ma senza troppe difficoltà, sfiora prima e trova poi il 2-0: se al 27’ Fofana non inquadra la porta su suggerimento ancora una volta di Pulisic, al 31’ è proprio Capitan America a raddoppiare: cavalcata incredibile di Pavlovic palla al piede e appoggio a rimorchio per Fofana, che di prima la aggiusta all’ex Chelsea, che infila Meret anche con una deviazione di Juan Jesus. Risultato più che meritato per i meneghini, che giocano a viso aperto e sono molto bravi a mettere in crisi la difesa, più che rimaneggiata, degli azzurri. È vero che le scelte difensive sono molto limitate per Conte, che schiera dal primo minuto gli esordienti Marinucci e Gutierrez, ma è per merito dei rossoneri se il parziale è fissato sul 2-0. Pulisic è la chiave del match: la sua posizione è di difficile lettura, perché dovrebbe agire al fianco di Giménez ma in realtà è libero di svariare per il campo, riuscendo spesso a trovare spazio tra la linea difensiva e quella del centrocampo. Nella ripresa però cambia tutto: al 54’ traversone arcuato di Politano e stacco imperioso di McTominay, con Maignan che si supera; il pallone però non viene allontanato e Di Lorenzo sta per spingerlo in porta, ma viene trattenuto da Estupinan. Chiffi non ha dubbi e indica il dischetto, ammonendo il numero 2 rossonero. Tuttavia, l’ecuadoregno non prova a recuperare il pallone e dunque il direttore di gara viene richiamato al var per il colore del cartellino: infatti, non essendo un intervento genuino ma volto solo a svantaggiare l’avversario, il DOGSO non è depenalizzato. La decisione finale è quindi l’espulsione diretta nei confronti dell’ex Brighton, oltre all’assegnazione della massima punizione: dal dischetto è glaciale De Bruyne, che spiazza Maignan e accorcia le distanze. Nonostante però l’uomo in più e il tanto tempo a disposizione, i campani faticano a rendersi pericolosi: l’unica iniziativa degna di nota è l’azione personale di Neres, che dopo aver puntato Bartesaghi converge verso il centro e conclude a giro sul secondo palo, scheggiando il legno. Vittoria di un’importanza incredibile per il Diavolo, che aggancia il Napoli in vetta alla classifica e divide il primato anche con la Roma di Gasperini; delude invece la squadra di Conte, che non si è dimostrata all’altezza dell’avversario in 11 vs 11 e non ha sfruttato la superiorità numerica nell’abbondante mezz’ora finale. Questo è un successo da scudetto per Allegri, che prima ha giocato meglio dell’avversario e poi si è adeguato alle necessità della partita, soffrendo il giusto e meritando i 3 punti.
Chiudono la quinta giornata i posticipi Parma-Torino e Genoa-Lazio, con la squadra di Sarri che più di tutte deve fare assolutamente punti per rialzarsi dal terribile inizio di stagione, con solo una vittoria e ben tre sconfitte.