I temi della A: comanda Conte, ma ci sono 7 squadre in 5 punti

Il punto dopo la decima giornata. Il Napoli in testa da solo grazie al ko della Roma contro il Milan. Avanza (a fatica) l’Inter. Spalletti fa il colpo in trasferta con la sua Juve
Udinese vs Atalanta
La decima giornata di Serie A si apre con la sfida tra Udinese e Atalanta. È una sfida molto fisica, giocata principalmente a centrocampo: infatti, sia i bianconeri che i nerazzurri sono tra le squadre con l’altezza media più alta del campionato. Nella prima frazione di gara sono i padroni di casa a creare le occasioni più promettenti, con il vantaggio che arriva al minuto 40: uno-due sull’out mancino tra Kamara ed Ekkelenkamp, con l’ivoriano che arriva sul fondo e mette a rimorchio per Zaniolo, freddissimo a battere Carnesecchi. Terzo gol nelle ultime quattro partite per l’ex Roma, che sembra aver trovato la motivazione giusta per rilanciarsi dopo alcune avventure non esattamente esaltanti. Passano appena 3 minuti e le Zebrette sfiorano il doppio vantaggio: Karlstrom salta Pasalic e tira dai 20 metri, ma Carnesecchi dice di no con la punta delle dita. Nella ripresa ancora poche emozioni e fasi di gioco molto frammentate, con continue interruzioni da parte del direttore di gara Fabbri. La Dea ha però qualche opportunità importante: prima Krstovic si divora il pari al 62’, masticando la conclusione solo davanti al portiere; poi Bellanova colpisce al volo una respinta corta della difesa, con Atta che si oppone per evitare che il pallone termini in rete. Finisce così con la vittoria dell’Udinese, che decreta la prima sconfitta in campionato dell’ultima squadra ancora imbattuta, l’Atalanta di Juric, che non è mai sembrata realmente pericolosa.
Napoli vs Como
Alle 18 gioca la formazione campione in carica, che affronta tra le mura amiche del Maradona il Como di Fabregas. Intreccio particolare tra i due allenatori, con Cesc che è stato allenato per un biennio da Conte, nella parentesi londinese al Chelsea. A bocce ferme si poteva pensare a un match in cui i biancoblu avrebbero atteso gli azzurri per poi ripartire in contropiede, ma fin da subito accade tutt’altro: sono i lariani a fare la partita, mentre i partenopei aspettano pazientemente nella propria metà campo. Ciononostante, sia per l’attenzione dell’una a non lasciare spazi scoperti sia per l’attenzione dell’altra di mantenere il pallino del gioco, le occasioni non sono parecchie. La prima vera opportunità è comasca: Diao lancia in profondità Morata che salta Milinkovic-Savic e viene steso: penalty ineccepibile. Dagli 11 metri si presenta proprio lo spagnolo, che però calcia male e si fa ipnotizzare dal gigante serbo: è il secondo rigore parato in cinque giorni, che conferma lo status di eccezionale pararigori. Nella ripresa il canovaccio tattico non cambia: ottima gestione del pallone dei lombardi, mentre pian piano salgono in cattedra anche i campani. Ma anche nella ripresa non ci sono circostanze parecchio promettenti: ci provano Gutierrez, Politano e Hojlund, non minacciando particolarmente la porta difesa da Butez. 0-0 tra Napoli e Como, con Conte che per una notte si prende la vetta della classifica, con il rischio di poter però perdere il primato per mano della Roma.
Cremonese vs Juventus
In serata va in scena l’esordio di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus, nella cornice dello Zini di Cremona. Pronti, via e dopo neanche 90 secondi i bianconeri stappano il match: McKennie imbuca per Openda, che di suola cerca alle sue spalle Vlahovic. Il pallone è impreciso e viene deviato da Vandeputte, che involontariamente serve Kostic: il serbo è glaciale, spiazza Audero e fa 1-0. L’ex Eintracht sembrava sul punto di partire in estate, relegato ai margini della rosa da Tudor: ma con grande impegno e dedizione si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa e, nel giorno del suo compleanno, sigla una rete pesantissima, fondamentale per mettere la gara in discesa. La Vecchia Signora, sulle ali dell’entusiasmo, gioca in scioltezza, creando occasioni con grandi trame di gioco: il 2-0 viene sfiorato a più riprese, specialmente con Locatelli al 26’: il centrocampista azzurro riceve da Cambiaso e conclude con un diagonale, che Audero salva con l’aiuto del palo. Nel secondo tempo i grigiorossi sono ancora troppo timidi, mentre i piemontesi cercano il gol che dia maggiore tranquillità: al 58’ viene sfiorato per ben tre volte, con prima Vlahovic, poi McKennie e infine nuovamente il numero 9 che non arrivano sul pallone per questione di centimetri. Ma 10 minuti più tardi arriva lo 0-2: gran giocata di Conceicao, che salta Floriani Mussolini e mette in mezzo. C’è un po’ di confusione in area, con un rimpallo che favorisce Cambiaso: l’esterno ligure prende la mira e trafigge Audero, che non può nulla. Nel finale c’è spazio anche per la gloria personale di Jamie Vardy, che combatte con Gatti e, dopo oltre 20 metri palla al piede, spiazza Di Gregorio. Torna a farsi prepotentemente sotto la Juve, che con Spalletti sembra aver trovato nuova linfa: è chiaro che ci vorrà del tempo per assimilare gli schemi del tecnico di Certaldo, ma pare esserci anche un’ottima predisposizione al lavoro. È emblematico come alcuni giocatori non valorizzati da Tudor siano sembrati immediatamente a proprio agio: Koopmeiners ha forse giocato la miglior partita da quando veste la maglia bianconera, nell’inedito ruolo di terzo di difesa; Openda è stato molto elettrico, mettendo in costante apprensione la linea difensiva della Cremo; Kostic è tornato ai livelli di qualche anno fa.
Verona vs Inter
All’ora di pranzo di domenica il Verona ospita l’Inter di Chivu, che vuole approfittare del passo falso del Napoli per accorciare la distanza in classifica. Partenza furiosa dei meneghini, che vogliono cercare di indirizzare la partita sin dai primi minuti: Montipò si supera su Zielinski al 3’, mentre Nelsson salva sulla linea un pallonetto di Lautaro al 7’. Dopo le occasioni nei primi minuti, i nerazzurri trovano il vantaggio con uno schema da corner: Calhanoglu mette un pallone teso al limite dell’area per Zielinski, che al volo la spedisce all’incrocio dei pali. Gol favoloso, con il polacco che corona al meglio la prima presenza da titolare in Serie A. Ma, dopo il gol, la Beneamata si rilassa troppo e gestisce con lentezza il possesso palla: con il trascorrere dei minuti sono però gli scaligeri a migliorare il livello della prestazione, con un pressing sempre più alto che spiazza gli avversari. E, a seguito di un recupero palla, arriva il gol del pari: anticipo secco di Bella-Kotchap su Lautaro, con l’azione che si sviluppa tramite scambi di prima. Il pallone giunge poi sui piedi di Orban, che cerca in profondità Giovane: l’ex Corinthians sfida Bastoni, lo salta e conclude di potenza con il destro, il piede debole, mandando il pallone all’incrocio dei pali. Gol meraviglioso anche per il brasiliano, che sigla così la prima rete in assoluto nella massima serie italiana. Nel recupero del primo tempo c’è spazio per un’altra super occasione gialloblu: Belghali arriva sul fondo e la mette a rimorchio per Orban, che colpisce il palo a Sommer battuto. Dunque, il parziale dopo la prima metà di gara recita 1-1, con un rischio gigantesco corso dai nerazzurri nel finale. La ripresa è giocata sulla falsa riga dei primi 45 minuti: il Biscione continua a far girare il pallone alla ricerca dell’occasione giusta, ma lo fa in maniera sterile e prevedibile, mentre la formazione allenata da Zanetti è molto attenta senza palla e determinata quando offende. L’Inter sembra più pericolosa grazie all’ingresso in campo di tre titolari quali Dumfries, Barella e Dimarco, con proprio l’ex di giornata che ha sul mancino una ghiotta possibilità: smarcato dall’ottima gestione del pallone di Pio Esposito, Dimarco prova a incrociare il tiro, ma Montipò risponde presente e nega il nuovo vantaggio. Ma nel recupero, quando la beffa sembra ormai concretizzarsi, i nerazzurri trovano il gol-partita: Barella si prende la responsabilità di crossare a rientrare dalla trequarti, con Lautaro ed Esposito che vanno a vuoto ma ingannano Frese, che goffamente colpisce con la nuca e lascia di sasso il proprio portiere. Vittoria fondamentale per la squadra di Chivu, che con un episodio molto fortunato ottiene 3 punti d’oro su un campo difficilissimo; sconfitta, invece, per i padroni di casa, che stanno ottenendo meno punti di quanti meriterebbero, avendo messo in crisi molte avversarie dall’inizio del campionato.
Fiorentina vs Lecce
Alle 15 si giocano Fiorentina-Lecce e Torino-Pisa. Al Franchi arriva il Lecce, che affronta una viola in uno dei periodi più bui della sua storia recente. I toscani iniziano con intraprendenza, ma alla prima vera occasione del match incassano la rete: Berisha recupera palla ai danni di Ndour e favorisce Stulic, che allarga sulla destra per Tete Morente. L’ex Elche aggancia e crossa perfettamente per Berisha, che apre l’azione e poi la chiude alla perfezione. I gigliati hanno la possibilità di pareggiare al minuto 31, ma non la sfruttano: Kean aggancia un lancio di Pongracic, rientra sul destro e prova a beffare Falcone sul suo palo, ma l’estremo difensore nato a Roma gli sbarra la strada. Nella ripresa gli ospiti, soddisfatti del risultato, cercano di difendere il gol di vantaggio, mentre la Fiorentina prova a creare qualche situazione interessante: non sono molte le chances, fatta eccezione per quella clamorosa capitata sul destro di Kean al 79’: il bomber italiano prova a correggere in porta una spizzata di un suo compagno, ma Falcone si supera e tiene incollata la sfera alla linea di porta, compiendo un’autentica prodezza. Nel finale episodio clou: contatto tra Ranieri e Pierotti, con Rapuano che prima indica il dischetto e poi torna sui suoi passi dopo on field review. In effetti, è il capitano viola a cercare la gamba dell’avversario, che non compie alcun intervento irregolare. Da condannare, invece, la protesta dello stesso Ranieri, che esagera nei modi e viene graziato dal direttore di gara, che lo ammonisce solamente. Il nervosismo in casa Fiorentina è tangibile, tuttavia dal capitano ci si aspetta un atteggiamento diverso, mentre Ranieri prima minaccia di abbandonare il campo, poi non resta a distanza dall’arbitro durante la revisione al monitor, dopo ancora si rotola per terra a causa della decisione, infine va testa a testa con il quarto uomo. Non si sa se questa sarà l’ultima partita di Stefano Pioli, ciò che è certo è che stavolta non ci sono scusanti: l’avversario era alla portata e la classifica è indegna per una società come quella gigliata; gran balzo in avanti per i salentini, invece, che vanno a +4 sulla zona retrocessione.
Torino vs Pisa
All’Olimpico Grande Torino il Toro affronta il Pisa di Gilardino. La partita si decide nella prima metà di gara, che è incredibile: tanti gol, due traverse e grande agonismo. A cercare per primi il vantaggio sono i granata, che all’8’ colpiscono un legno clamoroso: Simeone imbuca per Pedersen, che arriva sul fondo e la mette a rimorchio per Adams, la cui conclusione viene parata con il piede da Semper e poi carambola sulla traversa, per l’incredulità dello scozzese. Passano appena 5 minuti e passano in vantaggio le Torri: Leris crossa a rientrare, Moreo sfiora e Akinsanmiro centra in pieno la traversa. L’azione però non termina qui: Leris ripropone di testa e Moreo trafigge Paleari, con una conclusione al volo che non lascia scampo al secondo portiere torinista. A 32 anni e 125 giorni, l’ex Brescia trova la prima gioia personale in Serie A. Al 27’ episodio chiave: Moreo gestisce perfettamente la ripartenza e serve al momento giusto Vural, che viene steso da Casadei: rigore solare. Dagli 11 metri lo stesso Moreo spiazza Paleari e raddoppia, aumentando il margine di vantaggio. Ma il Toro non demorde e, dopo 13 minuti, accorcia le distanze con un gol complicatissimo: Simeone ruba il tempo a Canestrelli e lo anticipa, sfruttando il cross deviato di Ismajli e pescando l’angolino alla destra di Semper. Se al 44’ sempre il Cholito salta il portiere ma scivola sul più bello, nel recupero arriva il gol del pari: Adams riceve un altro traversone sporcato, rientra sul sinistro e scarica un missile sotto la traversa, con una freddezza incredibile. Nella ripresa non ci sono particolari emozioni, con la sfida che termina sul punteggio di 2-2: sono forse due punti persi per il Pisa per come si era messa la partita, ma contrastare il potenziale offensivo granata è impresa difficile per chiunque, specie per una neopromossa.
Parma vs Bologna
Alle 18 si gioca il derby dell’Emilia, tra Parma e Bologna. Dopo appena 12 secondi la sfida si sblocca: lancio immediato di Suzuki, triangolazione un po’ fortuita ma efficace tra Bernabé e Benedyczak, con il regista scuola Manchester City che la piazza all’angolino con il destro. È il gol più veloce di questo campionato fino a questo momento, peraltro fondamentale per il match. La rete è importante anche per quanto riguarda la spettacolarità della partita, che è ricca di occasioni: Orsolini prova a pareggiare i conti ma si divora l’1-1 tutto solo contro Suzuki, mentre un minuto dopo Britschgi si inventa una conclusione meravigliosa da fuori area, che però sbatte sulla traversa. Passa poco più di un giro di orologio e arriva il gol che ristabilisce l’equilibrio: Holm arriva sul fondo e mette in mezzo per Castro, che da due passi infila Suzuki. Ma l’episodio che decide la gara si registra al 35’: follia di Ordonez, che compie un fallo tattico ai danni di Odgaard e rimedia il secondo cartellino giallo nel giro di 7 minuti, lasciando i propri compagni in 10 per oltre un tempo. E infatti la ripresa è a senso unico, con un assedio rossoblu: Rowe, Odgaard e Castro minacciano la porta di Suzuki, mentre al 68’ è proprio l’argentino a siglare il gol che completa la rimonta: traversone di Miranda, rimpallo tra tre giocatori e pallone che schizza tra i piedi di Castro, che al volo deposita in porta sotto al diluvio del Tardini. Quarto gol in campionato per l’ex Vélez, sempre decisivo fin qui nelle partite in cui è finito nel tabellino dei marcatori. Nel finale Miranda mette il punto esclamativo sull’incontro: Cambiaghi premia la sovrapposizione del terzino spagnolo, che arriva a tutta velocità e conclude sotto la traversa, sorprendendo Suzuki che si aspettava un traversone. È il primo gol in assoluto in Serie A per Miranda, che arriva alla sua 39esima presenza nella massima serie. Riprende a vincere il Bologna dopo i due pareggi contro Torino e Fiorentina, mentre arriva un’altra sconfitta per gli uomini di Cuesta, condizionati dall’inferiorità numerica.
Milan vs Roma
A chiudere la domenica il big match tra Milan e Roma, tra due squadre che si trovano nelle zone altissime della classifica a lottare per il primo posto. La Roma di Gasperini ha un’opportunità d’oro, cioè di andare in vetta in solitaria in caso di vittoria, sfruttando il pareggio del Napoli; d’altro canto il Milan vuole evitare quest’evento, poiché con una vittoria andrebbe ad agganciare proprio i giallorossi e l’Inter a -1 dal Napoli. È la Magica a partire senz’altro meglio, con un’intensità e un’aggressività incredibile: dopo neanche un minuto Cristante sfiora il palo, al 10’ N’Dicka ha sulla testa una chance ghiottissima ma spreca dal limite dell’area piccola, al 17’ Dybala aggancia in area ma conclude malamente con l’esterno. I rossoneri sembrano completamente fuori dalla gara, con il centrocampo particolarmente in difficoltà: troppa frenesia e poca lucidità, con tanti palloni sbagliati che favoriscono il buon momento degli avversari. Ma al 39’, alla prima vera opportunità, il Diavolo trova il gol del vantaggio: Leao viene servito da Saelemaekers sulla fascia sinistra, dove riesce a prendere velocità e a lasciarsi alle spalle N’Dicka prima di appoggiare a rimorchio a centro area, con Pavlovic nell’insolita posizione di centravanti che batte Svilar e firma l’1-0. La rete, per certi versi anche inaspettata, cambia completamente la partita: Leao serve Bartesaghi in ripartenza, con il classe 2005 che serve a centro area Fofana, che da pochi passi spiazza Svilar ma non centra lo specchio della porta. Nella seconda metà di gioco le due squadre riprendono da dove avevano lasciato: i meneghini attaccano alla ricerca del 2-0, mentre la Lupa fatica a trovare le distanze giuste con gli avversari. E infatti sono tantissime le opportunità nel raggio di 5 minuti: prima una conclusione di Ricci dalla distanza termina fuori di un soffio, poi Fofana ancora a tu per tu con Svilar sbaglia, stavolta calciando addosso all’estremo difensore serbo, dopo è ancora Svilar il protagonista, che ha un riflesso clamoroso su un tiro deviato di Leao. Sembra finita l’ira rossonera, ma sul corner seguente i capitolini vengono graziati: dal centro dell’area piccola, Nkunku viene “colpito” dal pallone, che sbatte incredibilmente sul palo. Passati i 5 minuti di avvio del secondo tempo, gli uomini del Gasp prendono le contromisure, arginando le avanzate avversarie. Ma al 68’ altra, gigantesca occasione per il Diavolo: Bartesaghi addomestica un traversone troppo lungo di Fofana e conclude, con Svilar che para. Il pallone termina poi sui piedi di Hermoso, che però sbaglia tutto: lo spagnolo serve inavvertitamente Ricci, che centra Svilar; la sfera è ancora in area e carambola sui piedi di Leao, che però prende in pieno Hermoso, provvidenziale a rimediare al proprio errore. I giallorossi possono recriminare per non aver sbloccato il match, ma tra fine primo tempo e la ripresa sono state tantissime le chances per i rossoneri. Tuttavia, la sfida resta ancora aperta, con un episodio potenzialmente decisivo all’80’: Pellegrini calcia una punizione dal limite, con Fofana che si oppone ma con il gomito largo: per Guida non ci sono dubbi, è calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Paulo Dybala: l’argentino cerca di beffare Maignan incrociando la conclusione, ma il francese intuisce l’intenzione dell’ex Juve e salva, tornando a parare un rigore a distanza di 392 giorni. Dopo due pareggi consecutivi, la formazione allenata da Max Allegri torna al successo e lo fa in un momento topico, portandosi a una sola lunghezza di distanza dalla capolista; la Roma resta comunque attaccata alla vetta, venendo agganciata proprio dai rossoneri: resta comunque l’ottima prestazione del primo tempo, oltre al rammarico per il rigore fallito che le avrebbe consentito di restare in vetta.
A chiudere la decima giornata la sfida salvezza tra Sassuolo e Genoa, con Vieira che ha deciso di fare un passo indietro dopo l’inizio shock e verrà sostituito ad interim da Criscito, e la gara tra Lazio e Cagliari, la cui distanza in classifica è di soli 3 punti a favore dei biancocelesti, sia per un buon inizio da parte del Casteddu sia per qualche difficoltà di troppo affrontata dall’Aquila.

