Serie A

Conte e Gasp in testa, il Milan sprecone: ecco i temi della Serie A

6 Ottobre 2025

Il pari tra Juve e Milan fa felici le altre contendenti al titolo, con Napoli e Roma che scappano e l'Inter che accorcia

Verona vs Sassuolo

La sesta giornata di campionato si apre al Bentegodi, con la sfida tra Verona e Sassuolo. Inizio di partita scoppiettante, con una prima frazione di gara giocata a ritmi altissimi: alla triplice occasione neroverde, con doppio salvataggio di Freese e poi di Nelsson, risponde Serdar con una conclusione da fuori area, che Muric disinnesca con un miracoloso intervento con la punta delle dita. In seguito, viene anche prima concesso e poi revocato un calcio di rigore al Verona, causa fallo sul portiere precedente al tocco di mano di Volpato. Nella ripresa la gara resta divertente: occasioni da una parte e dell’altra, con continui ribaltamenti di fronte. Gli emiliani non si fanno impensierire dalle conclusioni di Giovane, sempre al centro del gioco gialloblu, ma, anzi, sfiorano l’1-0 al minuto 60: contropiede guidato da Fadera e poi pallone appoggiato al limite a Thorstvedt, che tenta lo scarico laterale ma il pallone viene intercettato da Bradaric: mentre il centrocampista norvegese viene travolto da una scivolata, la sfera prende una traiettoria stranissima sbattendo prima sul palo, poi sulla testa di Montipò e infine nuovamente sul legno. Situazione incredibile, che per poco non stava per generare l’autogol dell’anno. Ad ogni modo, l’arbitro Fourneau assegna il penalty per l’intervento su Thorstvedt, ma anche stavolta viene corretto dal var: in questa circostanza l’episodio è evidente, tuttavia il punto in cui avviene l’infrazione è appena fuori dall’area di rigore, motivo per cui viene assegnato solo un calcio di punizione alla squadra di Grosso. Al 69’ il momento chiave del match: Fadera riceve nel cuore dell’area di rigore e Serdar gli frana addosso, concedendo la massima punizione agli ospiti. Stavolta non c’è niente da obiettare e Pinamonti si incarica della trasformazione dal dischetto: l’ex attaccante dell’Inter si fa ipnotizzare da Montipò, ma sulla ribattuta è il più lesto e ribadisce in rete da pochi passi. Nel finale gli scaligeri ci provano con ogni risorsa possibile, ma un super Muric e un po’ di imprecisione impediscono ai padroni di casa di pareggiare, meritatamente, i conti. Prima vittoria fuori casa per i neroverdi, che dopo un inizio complicato si stanno ora affermando come un avversario ostico per chiunque.

Lazio vs Torino

Il sabato inizia con le due gare delle 15: Lazio-Torino e Parma-Lecce. All’Olimpico torna da ex mister Baroni, che ha rescisso il suo contratto con i biancocelesti lo scorso 2 giugno dopo un girone di ritorno non esattamente esaltante e ora è a rischio esonero con il Torino, che finora non è riuscito a esprimere un gran calcio. Inizio di partita in cui i granata partono meglio, riuscendo anche a sbloccarla al 16’: azione prolungata, con il pallone che termina sul secondo palo tra i piedi di Pedersen: l’esterno norvegese prova la conclusione a giro, con Provedel che respinge ma proprio sui piedi di Simeone, al posto giusto nel momento giusto. Ma anziché incassare il colpo, l’Aquila risponde dopo appena 8 minuti: Cancellieri riceve in profondità un lancio di Pedro, converge sul mancino e tira un missile, che Israel sfiora soltanto. Ma non è sazio l’ex esterno di Parma ed Empoli: sul finire di primo tempo, aggancia a seguire una sventagliata meravigliosa di Basic, poi evita il rientro di Lazaro sterzando sul sinistro e con una conclusione rasoterra insacca in rete, portando la Lazio in vantaggio a fine primo tempo. Nella ripresa la gara stenta a tornare sui ritmi dei primi 45 minuti: i capitolini cercano di addormentare il match, ma il vantaggio minimo di un gol non consente disattenzioni. E infatti, al 73’, arriva il 2-2: grandissima giocata del neoentrato Nkounkou, che passa in mezzo a due e poi la crossa rasoterra a centro area per Adams, che apre il piattone e la piazza all’incrocio. Nel recupero succede DI TUTTO: al 93’ Coco trafigge Provedel da due passi, siglando una rete che sembra essere decisiva ai fini del risultato finale; ma al 96’, all’ultima azione della partita, errore prima di Dembelé e poi dello stesso Coco, che risultano fatali: l’ex Venezia non riesce a proteggere una rimessa dal fondo e Noslin gliela scippa, venendo poi atterrato dall’equatoguineano. In un primo momento Piccinini non assegna il rigore, ma dopo on field review decreta il tiro dal dischetto: dagli 11 metri è infallibile Cataldi, che spiazza Israel e pareggia in extremis. Continua comunque a faticare la Lazio, che non riesce a dare continuità alla bella vittoria esterna di lunedì scorso contro il Genoa; ottima gara invece per il Torino, che ottiene un altro buon risultato all’Olimpico dopo la vittoria contro la Roma, nonostante qualche errore individuale che però è costato carissimo alla formazione allenata da Baroni.

Parma vs Lecce

Al Tardini si gioca la sfida salvezza tra Parma e Lecce, ancora a secco di vittorie in questo campionato. La gara stenta a decollare, con poche occasioni realmente degne di nota: Bernabé colpisce l’esterno della rete in avvio, Berisha mette sull’attenti Suzuki alla mezz’ora. Il gol del vantaggio giallorosso arriva al 38’: Sottil riceve da Gallo, se la porta sul piede forte e mette in area un tiro-cross insidiosissimo, che nessuno tocca e che termina in porta. La partita si sblocca con un episodio, una situazione ingannevole per la difesa crociata, che però rimane troppo ferma e si fa beffare. Nel secondo tempo i ducali non creano opportunità particolarmente importanti per circa 45 minuti, fino al tempo di recupero: Falcone respinge con un incredibile colpo di reni un colpo di testa di Del Prato e, sul corner successivo, Benedyczak impatta ma non inquadra il bersaglio. Primo successo per gli uomini di Di Francesco, che dopo il pareggio all’ultimo istante contro il Bologna ottengono un altro risultato utile; ci si aspetta però di più dal Parma di Cuesta, che è apparso un po’ in difficoltà specialmente negli ultimi metri.

Inter vs Cremonese

Alle 18 l’Inter affronta la Cremonese, ancora imbattuta dopo un super inizio di stagione. I nerazzurri spingono fin da subito, sbloccando la gara al 6’: Barella sradica il pallone a Sanabria e d’esterno imbuca per Bonny, che di prima intenzione serve Lautaro, che va a segno per la quarta volta nelle ultime tre considerando tutte le competizioni. I nerazzurri sono feroci, riconquistano tanti palloni a centrocampo e cercano immediatamente di mandare in archivio la partita: viene annullato un gol ad Akanji al 12’ per fuorigioco, mentre è al 38’ che arriva il 2-0: azione manovrata sull’out mancino, con la combinazione a tre tra Mkhitaryan, Bastoni e Dimarco che manda l’esterno italiano al cross sul primo palo, dove arriva prima di tutti Bonny, che anticipa Silvestri e insacca alle sue spalle. Doppio vantaggio ma soprattutto prestazione dominante, nella quale si vede molto la mano di Chivu; nonostante il modulo sia rimasto lo stesso, le differenze con il gioco di Inzaghi si possono scorgere: sicuramente un palleggio meno insistito, con verticalizzazioni istantanee e pressing alto non appena persa palla, che contribuiscono a dare imprevedibilità ad alcune fasi del match. Inoltre, il tecnico rumeno è stato finora molto bravo a non rivoluzionare niente, ma anzi ad aggiungere qualche accorgimento dove necessario. La ripresa è giocata sulla falsa riga del primo tempo, con il 3-0 che viene siglato al 55’ da Federico Dimarco: Bonny raccoglie la respinta su un corner di Barella e ricambia il favore a Dimarco, che con un gran rasoterra non lascia scampo a Silvestri. Passano appena due minuti e Barella mette il punto esclamativo, tornando al gol dopo quasi 10 mesi: recupero palla di Mkhitaryan, appoggio a Bonny e gran filtrante d’esterno per il vice-capitano nerazzurro, che non può sbagliare da pochi passi. Nel finale, una palla persa in uscita da Diouf non consente al Biscione di mantenere la porta inviolata, con Bonazzoli che sigla il gol della bandiera dall’interno dell’area piccola. Vittoria importante per la Beneamata, che dopo la sosta affronterà la Roma all’Olimpico.

Atalanta vs Como

In serata l’Atalanta affronta il Como. Il secondo derby lombardo di giornata, dopo Inter-Cremonese, si stappa dopo appena 6 minuti, con il secondo gol consecutivo tra Serie A e Champions League di Lazar Samardzic: l’ex Udinese fa tutto da solo, vince un rimpallo e chiude il mancino sul primo palo, sorprendendo Butez. La Dea continua a spingere sulle ali dell’entusiasmo, cercando di portare sempre più dalla propria parte il risultato: doppia occasione gigantesca per i nerazzurri, con Butez che respinge un bel tiro da fuori di Ederson e soprattutto con Perrone, che salva in scivolata una conclusione a colpo sicuro di Sulemana. Risponde subito però il Como, che con una ripartenza fulminea si divora l’1-1: Addai parte dalla propria metà campo e punta la porta, scaricando il pallone solo al limite dell’area a Nico Paz. Il fantasista argentino allora trova un corridoio interessantissimo per premiare l’inserimento di Da Cunha, che però non riesce da pochi metri a superare Carnesecchi, che si “sdraia” e devia in corner. Ma come un fulmine a ciel sereno arriva il gol che ristabilisce la parità: Perrone approfitta di un errore di Pasalic e tenta di crossarla a centro area con l’esterno, ma la colpisce male: la sfera prende una traiettoria insidiosa, che termina sul palo, poi viene toccata da Carnesecchi e infine sbatte anche contro la parte inferiore della traversa. Ma nonostante il tentativo di salvataggio in extremis di Carnesecchi, il pallone ha varcato la linea di porta, dunque viene assegnata la rete ai lariani. Nella ripresa Lookman prima e Maldini poi tentano di superare Butez, ma in entrambe le circostanze è bravo l’estremo difensore biancoblu. Finisce 1-1 tra Atalanta e Como, con la Dea che sciupa una ghiottissima occasione per agganciare, seppur momentaneamente, la vetta della classifica.

Udinese vs Cagliari

La domenica si apre con l’anticipo dell’ora di pranzo tra Udinese e Cagliari. I bianconeri non sono reduci da un grande periodo di forma, ma, anzi, dopo un ottimo inizio, stanno affrontando parecchie difficoltà. Tuttavia, i friulani partono fortissimo, sfiorando il vantaggio all’8’: errore di Palestra che favorisce Zaniolo, bravo a smarcarsi e sfortunato a colpire il montante. Nonostante il buon avvio, la formazione di Runjaic incassa la rete in una delle prime sortite offensive del Casteddu, determinato e anche accompagnato dalla buona sorte: una conclusione al limite di Prati viene murata da Kabasele, ma il successivo rimpallo con Adopo favorisce Borrelli, che non può sbagliare a porta praticamente vuota. Prima rete in carriera in Serie A per l’ex attaccante del Brescia, che dedica il gol al compagno di reparto Belotti, che nell’ultima gara è stato sfortunatamente protagonista della rottura del legamento crociato anteriore. Da questo momento in poi si prende la scena il vero eroe di giornata, Elia Caprile: prima l’ex estremo difensore del Napoli salva con uno straordinario colpo di reni una conclusione deviata di Atta, poi si distende su un tiro ravvicinato di Piotrowski. Nel mentre i padroni di casa sfiorano in altre circostanze il pari, con Atta che è sempre l’uomo più pericoloso: il francese sfiora il palo per centimetri con una conclusione al volo e poi centra in pieno la traversa in anticipo sul primo palo. Ma nella ripresa cade il muro rossoblu: corner profondo di Zaniolo, sponda di Solet e girata d’esterno di Kabasele, che esulta con commozione, che come spiegato nel postpartita da Runjaic è dovuto alla recente scomparsa della nonna. Nel tempo rimasto a disposizione i bianconeri si divorano le chances del definitivo 2-1: prima Zaniolo calcia alle stelle dal limite dell’area piccola, poi Bayo fa anche di peggio, tirando alto da posizione più ravvicinata e a porta completamente vuota, con Caprile che era leggermente avanzato per chiudere, con successo, lo specchio della porta a Keinan Davis. Termina 1-1 tra Udinese e Cagliari, con un risultato che fa più felice la squadra di Pisacane che quella di Runjaic.

Bologna vs Pisa

Alle 15 si gioca sia a Bologna che a Firenze. Al Dall’Ara arriva il Pisa di Gilardino, che finora ha raccolto solo due punti in questo campionato ma offrendo sempre buone prestazioni. Primo tempo spaziale dei rossoblu, che mettono in cassaforte il successo già al 40’. Ad aprire le danze è Cambiaghi al 24’, su assist di Dallinga: l’attaccante olandese si ritrova sulla fascia destra e mette un cross basso e teso per l’esterno nato a Monza, bravissimo a prendere in controtempo Semper. Gol a ruoli invertiti, dato che solitamente le zone di competenza di assist-man e goal-scorer sono esattamente opposte. Al 36’ le speranze di rimonta del Pisa, che fino a quel momento era rimasto in partita nonostante non avesse creato granché in zona offensiva, si spengono quasi definitivamente: Touré sbaglia il retropassaggio verso il proprio portiere e trattiene Cambiaghi da ultimo uomo, con Abisso che non può che espellere il 15 nerazzurro. Sul conseguente calcio di punizione, Moro fa passare il pallone attraverso la barriera (che non rimane compatta) e torna a segnare in Serie A dopo 658 giorni. Passano appena 2 minuti e Orsolini cala il tris: altra grande iniziativa di uno scatenato Cambiaghi, che con il mancino trova tutto solo dall’altra parte Orsolini, infallibile sottoporta. Al 43’ Orsolini e Cambiaghi vanno entrambi vicini alla doppietta, ma il palo al primo e un miracoloso Semper al secondo negano il 4-0. Arriva comunque il poker felsineo, con Jens Odgaard: il danese rientra sul suo mancino e, complice anche una deviazione, trafigge per la quarta e ultima volta in questo match l’incolpevole Semper. Vince e convince la squadra di Italiano; d’altra parte, le Torri subiscono una batosta, anche se l’espulsione nel primo tempo ha condizionato la gara, che probabilmente non avrebbe avuto un esito diverso ma un passivo meno pesante.

Fiorentina vs Roma

Al Franchi la Fiorentina ospita la Roma, in testa alla classifica dopo 5 giornate. Pronti, via e però è la viola ad andare in vantaggio, con il ritorno al gol di Moise Kean: il bomber italiano riceve da Nicolussi-Caviglia, converge sul destro e fa partire un bolide, che Svilar sfiora soltanto. Grandissimo gol del vice-capocannoniere della scorsa Serie A, che ancora non era riuscito a trovare la rete in questo avvio di campionato. Ma i gigliati, come visto più volte da inizio anno, non riescono a preservare il risultato: l’1-0 dura solamente 8 minuti. L’azione del pari è bellissima: Koné trova Dovbyk, che di prima fa un’ottima sponda per Soulé. L’ala giallorossa allora carica il suo mancino e con un fantastico sinistro a giro non lascia scampo a De Gea. Al 30’ arriva anche la rete del sorpasso, firmata Bryan Cristante: il mediano friulano prende il tempo alla difesa avversaria ed è bravissimo a girare di testa il corner di Soulé. È sempre dal mancino del Flaco Soulé che nascono le occasioni più importanti dei capitolini, che finora sta avendo un impatto devastante: 3 gol e 2 assist nelle prime 6 giornate, numeri da fuoriclasse. Negli ultimi 10 minuti della prima frazione di gioco, una grande chance per parte: prima Dovbyk sfiora soltanto un traversone di Wesley, mettendo a lato da un metro; poi Kean va a un passo dalla doppietta, concludendo splendidamente, stavolta con il mancino, e colpendo il palo. Nella ripresa la gara continua a essere ricca di emozioni. È la Fiorentina a creare maggiormente, soprattutto per via del risultato maturato fino a quel momento: la squadra di Pioli non ha ancora trovato i 3 punti in campionato, quindi prova il tutto e per tutto. Ma la viola è anche molto sfortunata: al 74’ Piccoli alza un campanile con un colpo di testa, poi riprende il pallone e tira di collo pieno, con la sfera che prima si alza e poi si abbassa improvvisamente, stampandosi clamorosamente sulla traversa. Nonostante a questo punto Pioli metta in campo tutto il proprio potenziale offensivo, con le tre punte a combattere eventuali spioventi, l’unica opportunità è sul mancino di Gosens, che arriva a tutta velocità su un traversone rasoterra di Fortini ma la spara in curva. Continua a viaggiare la Lupa, che si conferma in testa alla classifica: dopo la sosta arriverà l’Inter all’Olimpico, forse il primo vero scontro diretto per le prime posizioni; continua il periodo nero della Fiorentina, che abbandona il campo accompagnata da bordate di fischi che rappresentano a pieno il brutto momento.

Napoli vs Genoa

Alle 18 scendono in campo i Campioni d’Italia contro il Genoa di Patrick Vieira, che lo scorso anno aveva provato a rovinare la festa scudetto pareggiando per 2-2 negli ultimi minuti. Il primo tempo non è, per usare un eufemismo, molto entusiasmante, con i partenopei che faticano contro la difesa organizzata e ben piazzata dei rossoblu. L’unica vera chance nasce da un dribbling di Neres, che lascia sul posto Sabelli e mette in mezzo, con Politano che arriva con i tempi giusti ma spara alto. Come detto, il Grifone si difende molto bene, ma è anche vero che non crea pericoli dalle parti di Milinkovic-Savic. E alla prima vera occasione, i liguri sbloccano la gara: Norton-Cuffy riceve da Ekhator, salta Olivera mandando il pallone da una parte e continuando la propria corsa dall’altra e poi prova a restituirla al classe ’06, che di tacco sorprende tutti e sigla l’1-0. Seconda rete nel nostro campionato per il prodotto del settore giovanile rossoblu, che, per un’incredibile coincidenza, torna al gol esattamente un anno dopo, avendo segnato il 5 ottobre 2024 nella sconfitta per 5-1 contro l’Atalanta a Bergamo. Nella ripresa cambia tutto: gli azzurri entrano in campo con un piglio diverso e, complici gli ingressi di due giocatori di grande qualità come Spinazzola e De Bruyne, la pericolosità offensiva della squadra di Conte cresce sempre più. La chiave tattica è quella del lancio lungo: infatti, poiché gli uomini di Vieira accettano l’1 vs 1 in ogni zona del campo, si creano grosse potenziali opportunità per Neres e Hojlund su tutti, con Milinkovic-Savic che diventa l’indiziato principale per il rinvio lungo. È proprio da una circostanza simile che arriva il pareggio: lancio lunghissimo e molto preciso dell’ex estremo difensore del Torino, con Spinazzola che addomestica perfettamente. Arrivato al limite, l’esterno italiano rientra sul destro e mette in mezzo un traversone morbidissimo, sul quale Vasquez anticipa Hojlund con un miracolo: il pallone resta però in area e Anguissa arriva prima di tutti, depositando in rete da pochi passi. L’inerzia del match è ora tutta dalla parte dei campani, che vengono spinti quasi fisicamente dal Maradona, che si conferma il dodicesimo uomo in campo: l’ultima sconfitta casalinga dei partenopei risale a 14 gare fa, precisamente alla 15esima giornata dello scorso campionato contro la Lazio, in cui aveva deciso l’incontro il gol di Isaksen. Dal 70’ iniziano 5 minuti di pressione incredibile, con prima un gol annullato a Hojlund per fuorigioco di De Bruyne, che si era inventato un filtrante meraviglioso, poi il palo di Di Lorenzo, sempre su traversone di De Bruyne, e infine il gol del 2-1, siglato da Rasmus Hojlund: sponda di McTominay per Anguissa e conclusione rasoterra, che Leali vede all’ultimo e riesce a salvare. Ma non può niente sulla ribattuta dell’ex Atalanta, che chiude una settimana da sogno dopo la doppietta in Champions League allo Sporting, la terza in carriera nella massima competizione europea. Aggancia la vetta della classifica anche la squadra di Conte, brava a prendere i 3 punti da questa partita nonostante qualche defezione.

Juventus vs Milan

Il big match tra Juventus e Milan chiude la sesta giornata. È la gara del ritorno a casa di Max Allegri, il secondo allenatore con più panchine nella storia della Juve con ben 407 panchine, di cui 271 vittorie, 75 pareggi e 74 sconfitte, oltre a ben 12 trofei in 8 anni. Accolto con un’ovazione e uno striscione di benvenuto dai suoi ex tifosi, Allegri è parso commosso ma soprattutto contento, soddisfatto di aver lasciato un bel ricordo a Torino. La partita è molto chiusa, tra due squadre che non vogliono sbilanciarsi per evitare di concedere possibili chances all’avversario, ma così non ne giova lo spettacolo. Di fatti, le situazioni più pericolose diventano i calci piazzati, anche se nessuna delle due riesce a sfruttarli. Il primo tempo va in archivio senza particolari squilli, solo qualche piccola scintilla: Giménez ci prova due volte, prima di piatto e poi di testa, ma senza disturbare più di tanto Di Gregorio, mentre dall’altra parte David ha una buonissima opportunità ma scivola sul pallone. Nella ripresa non cambia il canovaccio tattico del match, ma già dalle prime battute arrivano occasioni più promettenti: al 48’ Gatti si ritrova tra i piedi un’occasione clamorosa, ma colpisce in pieno Maignan, sicuramente molto bravo nella circostanza ma da quella posizione sono più i demeriti del difensore bianconero che i meriti del portiere della nazionale francese. Passano appena 4 minuti e arriva l’episodio che può cambiare l’incontro: Modric lancia per Giménez, con Kelly che inciampa e trascina a terra anche l’attaccante messicano. Guida non ci pensa due volte e assegna il penalty, anche se il contatto è definibile al limite: sembra fortuito lo scontro tra i due, ma allo stesso tempo è vero che arreca un “danno” al Bebote. Dagli 11 metri si presenta Christian Pulisic, che calcia malissimo, spedendo il pallone sopra la traversa. Secondo errore in carriera per Pulisic dal dischetto, che non è mai stato uno specialista (15 rigori calciati) ma si è sempre dimostrato affidabile. Ma non in questa serata, che inevitabilmente condiziona anche la gara dello statunitense: Capitan America prova in tutti i modi a rimediare, ma invano. Nell’ultimo terzo di partita i rossoneri creano anche qualche altra occasione, complice l’ingresso di Leao sul terreno di gioco: il portoghese prima prova una magia da centrocampo, non inquadrando per poco lo specchio della porta, poi si divora due ottime opportunità. La prima arriva al 73’: su assist del solito Pulisic, il portoghese aggancia con il petto e di mancino deposita sul fondo da pochi passi; l’altra invece al tramonto del match: imbucata fantastica di Modric per lo scatto in profondità del 10, che però mastica la conclusione e Di Gregorio ha vita facile. E quindi, la sfida più attesa della sesta giornata termina 0-0, con non molte occasioni. È un risultato che comunque non dispiace a nessuna delle due, in quanto continuano a rimanere attaccate al gruppone lì davanti, anche se il rammarico per l’evoluzione della gara può esserci, specialmente per il Diavolo: il rigore sbagliato e le due occasioni di Leao pesano, soprattutto perché i 3 punti potevano significare primo posto con Napoli e Roma. D’altra parte, anche la Vecchia Signora può avere qualche rimpianto: l’occasione di Gatti avrebbe potuto cambiare la partita e i bianconeri, giocando le coppe europee, al contrario dei rossoneri, potrebbero inciampare anche in ostacoli apparentemente meno complicati, per via del dispendio fisico e mentale che porta la Champions League