Serie A

Il commentone della settima giornata di Serie A

20 Ottobre 2025

Giornata povera di gol, con ben quattro 0-0 e solamente nove gol segnati in altrettante gare, in attesa di Cremonese-Udinese. È anche il weekend di passi falsi, con Napoli e Juve che perdono contro Torino e Como, mentre il big match tra Roma e Inter se lo aggiudicano i nerazzurri. Ma soprattutto, c'è una nuova capolista, in solitaria: il Milan di Massimiliano Allegri

Lecce vs Sassuolo, Pisa vs Verona

La settima giornata di Serie A si apre con gli scontri salvezza Lecce-Sassuolo e Pisa-Verona. A regnare è la noia, principalmente nella sfida di Via del Mare ma anche all'Arena Garibaldi. È difficile poter commentare delle gare con così pochi tiri in porta, con così poche occasioni e soprattutto giocate a bassa intensità. È sempre più di attualità la proposta del 12 febbraio 2024, quando l'Assemblea di Lega ha confermato il format a 20 squadre, con solo Juve, Milan, Inter e Roma ad aver votato per la riduzione dei partecipanti. A prescindere dalla decisione presa, lo spettacolo assolutamente non all'altezza messo in scena da queste quattro squadre non è un bello spot per il nostro campionato, che all'estero viene sempre più sottovalutato e meno considerato anche a causa di match come questi.

Torino vs Napoli

Alle 18 il Torino ospita la capolista e campione in carica del campionato, il Napoli di Antonio Conte. È una partita molto importante per i partenopei, che potrebbero approfittare dello scontro diretto tra Roma e Inter ed arrivare al meglio alla gara di settimana prossima proprio contro i nerazzurri. Ma è la formazione granata a partire meglio, che dopo appena 15 minuti è molto sfortunata: Vlasic si ritrova il pallone tra i piedi dopo una bella giocata di Simeone e, dal limite dell’area, fa partire una conclusione mancina rasoterra che si infrange sul palo interno. Che rischio per gli azzurri, che però non si fanno intimorire dall’iniziativa avversaria. E al 23’ arriva una grande chance anche per la squadra ospite: De Bruyne viene favorito da una chiusura non completa di Pedersen e cerca l’angolo più lontano a giro, ma il tiro termina di poco sul fondo. Passano 9 minuti e, da una situazione apparentemente innocua, arriva il vantaggio del Toro: un contrasto di Gilmour ai danni di Adams manda in porta Simeone, che deposita in rete dopo aver saltato prima Di Lorenzo e poi Milinkovic-Savic. È il più classico dei gol dell’ex, che il Cholito non festeggia in segno di rispetto verso la sua precedente squadra. Il 18 granata ha trascorso 3 stagioni all’ombra del Vesuvio, collezionando ben due scudetti e soprattutto tante emozioni, tra cui l’esordio in Champions League contro il Liverpool (condito da un gol dopo appena 3 minuti). Emozioni contrastanti per il Cholito, dunque, che però si rivela una vera e propria spina nel fianco della difesa campana: qualche minuto dopo, Casadei imbuca in profondità proprio per l’argentino che offre un gran suggerimento per Pedersen, ma l’esterno norvegese è poco freddo e da pochi passi cestina l’occasione per il 2-0. Nella ripresa il Napoli è più convinto e cerca di ristabilire l’equilibrio in più occasioni: prima Anguissa colpisce di testa e Israel alza in corner la conclusione con l’aiuto della traversa, poi De Bruyne spreca un ottimo appoggio di Lang a rimorchio e infine Elmas si divora il pari, su situazione analoga a quella del trequartista belga ma da posizione ancora più favorevole. Il match sembra ormai ai titoli di coda, ma nel recupero c’è un doppio, grande colpo di scena: è il 93’ e Politano rientra sul suo mancino, si prepara alla conclusione e poi fa partire il tiro, che si stampa sul palo. La sfera rimbalza però sulla schiena di Israel e diventa buona per Lang, che da due passi non può sbagliare. Sembra un gol decisivo, tanto che lo stesso autore della rete festeggia con grande veemenza, togliendosi la maglia e dirigendosi a gioire assieme al settore ospiti. Ma passa appena un minuto e mezzo e arriva la beffa: il direttore di gara Marcenaro annulla la rete per posizione di offside. Passo falso e prestazione decisamente sottotono per la squadra di Conte, che incassa la seconda sconfitta nelle ultime tre giornate; va invece fatto un elogio agli uomini di Baroni e all’ex tecnico della Lazio perché, nonostante le tante difficoltà e alcune pessime prestazioni a inizio anno, sono riusciti a battere Roma e Napoli e a pareggiare con la Lazio, incassando peraltro il 3-3 al 103’.

Roma vs Inter

In serata l’altra capolista, la Roma di Giampiero Gasperini, affronta l’Inter di Chivu, in questo particolare intreccio tra ex: non molto felice la parentesi dell’ex tecnico dell’Atalanta sulla panchina del Biscione, con il presidente Moratti che dopo appena 5 giornate ha esonerato il piemontese, mentre non si può dire lo stesso per l’ex giocatore rumeno, che ha vestito per quattro anni i colori giallorossi anche se l’addio burrascoso ha lasciato qualche strascico nella considerazione del popolo romanista. Dopo soli 6 minuti, la Beneamata stappa l’incontro: grandissimo pallone in profondità di Barella per Bonny, che si presenta davanti a Svilar, temporeggia e poi lo infila, con il pallone che passa sotto l’ascella del serbo. Assist meraviglioso di Barella e gran finalizzazione di Ange-Yoan Bonny, ma quante responsabilità della linea difensiva capitolina: Hermoso si rende conto in ritardo della troppa libertà concessa al vice-capitano nerazzurro, mentre N’Dicka e Celik non si coordinano per il fuorigioco e lasciano così campo libero all’ex Parma, che sigla il secondo gol consecutivo dopo quello contro la Cremonese. Il primo tempo viene proprio dominato dai meneghini, sia per loro meriti sia per demeriti degli avversari. È sempre difficile reagire dopo un gol a freddo, ma escluso qualche squillo da calcio piazzato non c’è niente di veramente importante da segnalare. Neanche Lautaro e compagni creano occasioni su occasioni, ma sembrano potenzialmente più pericolosi: l’opportunità migliore capita sui piedi di Mkhitaryan, che non sfrutta un ottimo blitz di Bastoni spedendo in curva. Nella ripresa il match cambia: al rientro dagli spogliatoi, la Lupa appare più convinta e determinata. E infatti, dopo l’occasione di Dumfries al 50’, con l’esterno olandese che tutto solo davanti a Svilar si fa ipnotizzare, arrivano tante occasioni, tutte in rapida successione: prima Sommer è miracoloso su Dybala al 52’, poi attento sul colpo di Hermoso nel corner seguente e anche sulla punizione dal limite della Joya; è grandioso anche il salvataggio di Acerbi su Celik al 58’, mentre l’occasione più nitida è al minuto 59: Sommer esce a vuoto sul corner di Dybala ma Dovbyk non ne approfitta, con il colpo di testa dell’ucraino che termina oltre la traversa dall’interno dell’area piccola. Altro errore da matita blu per l’ex Girona, dopo l’incredibile doppio rigore sbagliato in Europa League contro il Lille. Un giocatore però non diventa per caso il capocannoniere di uno dei top 5 campionati europei, motivo per cui lo scarso rendimento attuale del numero 9 può essere riconducibile solamente all’aspetto mentale. Nell’ultimo quarto d’ora la Magica tiene il pallino del gioco alla ricerca di spazi, ma la difesa ospite non concede nulla. Anzi, le migliori occasioni sono proprio per i nerazzurri, che sfiorano il 2-0 a più riprese: prima un tiro deviato di Bastoni sfiora il palo, mentre poi Mkhitaryan centra proprio il montante. Non ci sono altre emozioni, con l’Inter che ottiene 3 punti fondamentali, anzi essenziali alla luce del risultato negativo del Napoli, agganciando a quota 15 proprio partenopei e giallorossi; i nerazzurri continuano ad essere la bestia nera di Gasp, che ha un pessimo score contro i milanesi: sono 16 le partite senza vittorie, con ben 9 sconfitte consecutive.

Como vs Juventus

La domenica inizia con la sfida dell’ora di pranzo tra Como e Juventus. Pronti, via e i biancoblu vanno subito in vantaggio: schema da calcio d’angolo, con Da Cunha che la restituisce di suola a Nico Paz che di prima la mette in mezzo. Il cross del fantasista argentino è di difficilissima lettura per la difesa bianconera, perché il pallone è forte e tagliato: Di Gregorio non esce e Kempf lo batte da pochi passi, trovando la seconda rete stagionale dopo quella contro la Fiorentina, anche stavolta su assist del 10. I lariani tentano di sfruttare l’inerzia a proprio favore, ma senza fortuna: Di Gregorio respinge qualche conclusione, su tutte quella di Alberto Moreno. La Vecchia Signora non sembra in partita, ma come un fulmine a ciel sereno trova il pari: grande combinazione, con Koopmeiners che trova smarcato David a centro area, che non può sbagliare. Ma l’urlo di gioia viene strozzato in gola, perché si alza la bandierina del guardalinee e quindi la rete non è buona. Nei secondi 45 minuti le Zebre non riescono in nessun modo a superare il muro comasco; sono invece gli uomini di Fabregas a sfiorare il 2-0, con Caqueret che fallisce un tap-in da pochi passi. È in generale una gara meno brillante e a ritmi più bassi, complici fasi del match molto spezzettate. Ma a 11 dal termine, arriva il gol che chiude i conti: Perrone guida il contropiede, servendo immediatamente Nico Paz sulla corsa. Il classe 2004 abbassa la testa e punta Cambiaso, rientrando sul suo mancino per eludere l’intervento dell’esterno italiano: da posizione leggermente defilata, senza neanche guardare la porta, la piazza all’angolino alla destra di Di Gregorio, con una traiettoria meravigliosa. Continua a brillare Nico Paz e il Como, che aggancia proprio la Juventus a quota 12; è notte fonda per la squadra di Tudor, che ha ottenuto 5 pareggi e una sconfitta nelle ultime 6, ma soprattutto senza esprimere un’idea di gioco.

Cagliari vs Bologna

Alle 15 si gioca sia all’Unipol Domus che al Ferraris. All’Unipol Domus il Cagliari affronta il Bologna, reduce dalla roboante vittoria per 4-0 contro il Pisa. La sfida è inizialmente di studio tra le due squadre, con qualche accenno ad attaccare ma spesso stroncato sul nascere. Il primo squillo arriva al 30’, con Bernardeschi che si gira in un fazzoletto e fa partire un bolide, che costringe Caprile agli straordinari. Il gol è nell’aria e arriva sul corner immediatamente successivo: parabola arcuata di Bernardeschi sul secondo palo per Odgaard, che riesce a fare la sponda a centro area per Holm, bravissimo a spingerla in porta da attaccante puro. Agli sgoccioli del primo tempo il Casteddu ha una gigantesca occasione per pareggiare, ma non viene sfruttata da Felici: partito all’altezza del centrocampo, l’ex Feralpisalò si presenta davanti a Ravaglia ma non riesce a batterlo. Nella ripresa i felsinei cercano di addormentare la partita, preservando il gol di vantaggio e rallentando il gioco. Ma alla prima vera chance, all’80’, trovano la rete della sicurezza: Orsolini riceve da Dominguez, punta Obert e fulmina Caprile, con un tiro fortissimo e imprendibile. Prima vittoria fuori casa per Italiano, che raggiunge il quinto posto in classifica.

Genoa vs Parma

Al Ferraris il Genoa affronta il Parma di Cuesta, che ancora non è riuscito a esprimere pienamente il proprio gioco. Il pomeriggio non è all’insegna del divertimento, ma c’è un episodio che indirizza la gara: al minuto 42, follia di Ndiaye, che tenta un anticipo ai danni di Vitinha ma colpisce il portoghese, ricevendo la seconda ammonizione e condannando i suoi a giocare in 10 per oltre 45 minuti. Nella ripresa inizia l’assalto rossoblu, con il Grifone che mette in serio pericolo la porta difesa da Suzuki: il giapponese è bravo a distendersi sulla conclusione da fuori di Malinovskyi, mentre è miracoloso sul colpo di testa di Ekhator, che respinge con un riflesso felino. Nel finale succede di tutto: al minuto 95 Ekhator supera Troilo in area e viene steso, guadagnandosi la massima punizione. Dagli 11 metri si presenta Cornet, che però si fa ipnotizzare dall’eroe di giornata Suzuki. Il Genoa non vince più, ancora a secco di vittorie in questo nuovo campionato: è una grave colpa non essere riusciti a sfruttare l’uomo in più per oltre metà partita.

Atalanta vs Lazio

Alle 18 la Lazio va a Bergamo ad affrontare l’Atalanta di Juric. Partenza a rilento della gara, con il primo tiro in assoluto che si registra addirittura al 30’: questo è il simbolo che meglio spiega l’andamento della prima metà di gioco, con due squadre che più che ad attaccare si preoccupano a difendere, a non lasciare possibilità all’avversario di far male. È più la Dea a cercare di fare la partita, con i biancocelesti che tentano qualche azione individuale: è una grande perdita però quella di Cancellieri al 22’, l’uomo più in forma della squadra di Sarri, capace di dare imprevedibilità e anche di attaccare con convinzione la linea difensiva avversaria. Nella ripresa De Roon e compagni sembrano più brillanti, sicuramente più intraprendenti sul piano delle occasioni: i nerazzurri rischiano di più e le tante chances lo dimostrano. Al 50’ Lookman non impatta bene un cross delizioso di De Ketelaere, sprecando da ottima posizione; al 61’ è invece Ahanor a non sfruttare l’opportunità, perché è bravo a prendere il tempo a Nuno Tavares ma parte con una frazione di ritardo e non arriva comodamente sul tap-in da pochi passi, sfiorando soltanto. Passano 10 minuti e Provedel fa una parata incredibile, ai danni del solito Lookman: il nigeriano prepara la conclusione e fa partire un rasoterra forte e preciso, che l’estremo difensore nato a Pordenone manda in corner. Sul successivo calcio d’angolo Krstovic in qualche modo indirizza verso la porta, con Provedel che para grazie anche all’ausilio della traversa. Gli orobici non sanno più cosa inventarsi, con la porta dell’Aquila che sembra stregata: è tutto affidato ancora alle giocate di Ademola Lookman, che è abilissimo a creare superiorità. E, proprio da una sua iniziativa, all’81’, viene servito Zappacosta, che si coordina al volo e colpisce il palo, con il pallone che poi termina sui piedi di De Roon e viene parato ancora da un super Provedel. Termina senza reti anche tra Atalanta e Lazio, con la Dea che ha sicuramente qualche recriminazione in più riguardo al risultato finale.

Milan vs Fiorentina

L’ultima partita della domenica è la sfida tra Milan e Fiorentina. Primo tempo che va in archivio senza particolari occasioni, con i rossoneri che ci provano a più riprese ma che sono anche molto imprecisi in fase conclusiva dell’azione: i tentativi del Diavolo si spengono tutti sul fondo, con ottime preparazioni al tiro ma poca precisione. E al primo tiro in porta, la viola trova il vantaggio, al 55’: a partire da un corner, Fagioli arriva per primo su una respinta di Gabbia e si prepara al contro-cross. Il traversone dell’ex Juve è molto alto e morbido, che trova Ranieri sul secondo palo: il colpo di testa del capitano gigliato viene parato da Maignan, ma un rimpallo con Gabbia favorisce Gosens che, sulla linea di porta, deposita in rete per il più facile dei gol. Doccia gelata per i meneghini, che però trovano subito l’1-1: Leao riceve sulla trequarti, punta e salta Mandragora e poi conclude a giro, con De Gea che non la vede partire e si tuffa in ritardo, quando il pallone è ormai destinato a terminare la propria corsa in fondo alla rete. Non è una situazione nuova per la Fiorentina: gli uomini di Pioli si sono trovati spesso a condurre la gara ma hanno incassato il pari dopo pochi minuti, non riuscendo ad amministrare la situazione di vantaggio. È un gol fondamentale anche per Rafa Leao, soprattutto a livello mentale: il portoghese si sblocca contro l’allenatore che l’aveva lanciato in Italia e contro la sua prima vittima in assoluto nel nostro campionato. I rossoneri continuano a creare, con la più grossa chance al minuto 76: cross invitante di Bartesaghi per Ricci, che sfiora soltanto; il pallone diventa però buono per Giménez, che con una zampata prova a battere De Gea: il portiere spagnolo sventa il pericolo con una parata meravigliosa, con la mano di richiamo, che salva i suoi. All’81’ momento chiave del match: Giménez prova a scatenare il mancino, ma la conclusione viene murata. È sempre il Bebote a provare a far sua la seconda palla, ma non ci arriva per via del contrasto con Parisi. Il var decide di richiamare a on field review Marinelli, che dopo un lungo consulto con la sala var, decide per l’assegnazione del penalty. Decisione che manda su tutte le furie Stefano Pioli, che ritiene il contatto troppo lieve per procurare un calcio di rigore. In effetti, c’è una manata e una trattenuta ai danni dell’attaccante messicano, ma l’entità non sembra tale da decretare il tiro dal dischetto: sembra una situazione da campo, non un chiaro ed evidente errore. Ad ogni modo, dagli 11 metri si presenta Leao, per la prima volta da quando indossa la maglia del Diavolo: esecuzione perfetta, che spiazza De Gea e regala il primato alla formazione di Allegri. Max si prende la vetta della classifica e spera di poter approfittare e allungare sulle concorrenti nella prossima giornata, in cui si affronteranno Napoli e Inter.

A chiudere la settima giornata la sfida tra la sorpresa Cremonese e l’Udinese di Runjaic, che dopo un ottimo inizio sta attraversando un piccolo momento di difficoltà.