La Lega Pro condanna gli ultrà del Chieti

1 Maggio 2014

Il direttore generale Ghirelli: «Tutto questo è inaccettabile: gli autori non sono sportivi, ma delinquenti ignoranti»

CHIETI. Francesco Ghirelli condanna gli ultrà del Chieti. Il giorno dopo le scritte macabre apparse sulle mura dello stadio Angelini (tolte ieri dagli operai del Comune) e la richiesta della tifoseria, poi accettata dalla società, di non far più allenare la squadra a Chieti, il direttore generale della Lega Pro usa parole forti. «Assurdo, inaccettabile quello che succede a Chieti: non sono tifosi, non sono sportivi, sono delinquenti ignoranti. Ma lo sanno che in un campionato c’è chi perde? Lo sanno che i presidenti mettono soldi? In questi anni ho visto i sacrifici del presidente Bellia, ho ascoltato i tentativi per avere ossigeno, ho capito la passione che mette, ho sentito il dolore quando le cose andavano male. Il calcio deve ritrovare il limite», aggiunge Ghirelli, «non tutto è consentito e guai a dare giustificazioni. I veri tifosi soffrono, non offendono la propria città e non fanno violenza. Sanno che si vince, ma si può anche perdere e retrocedere. Guai ad accettare diktat perché si cede ai delinquenti».

Ieri è arrivata anche la reazione del presidente Bellia che ha usato toni decisamente più pacati rispetto a quelli di Ghirelli. «La contestazione dei tifosi, per quanto le modalità possano essere discutibili, va compresa», spiega il presidente teatino ai microfoni di Chieti Calcio Tv, «perché con la sconfitta e prestazione sconcertante di Caserta abbiamo perso tutti. Siamo amareggiati per l’epilogo di questo campionato e io sono il primo ad essere deluso. Il Chieti non doveva retrocedere perché questa città non lo merita. Ammetto i miei errori ma ho sempre agito per il bene di questi colori».

Bellia parla a ruota libera e risponde anche all’ex ds Federico che nei giorni scorsi aveva detto che a gennaio la società non aveva la forza per rinforzare la squadra. «I giocatori si potevano prendere, ma dovevamo essere bravi a togliere quelli che non ci servivano. Cosa che non è stata fatta». Il momento cruciale è ora: Bellia ripartirà in serie D? «Per sette anni sono andato avanti da solo senza chiedere niente a nessuno. Adesso è un momento difficile perché siamo retrocessi. Non voglio piangere, ma da solo non posso continuare. Per rialzarsi le istituzioni devono stare vicino a questa società. Non possiamo permetterci il lusso di retrocedere e fallire. Solo tutti uniti possiamo riportare in alto i colori neroverdi».

La squadra, intanto, si allena a Bucchianico. Tutti presenti tranne Antonio Gaeta, rimasto a Napoli.

Da due giorni l’attaccante non si presenta agli allenamenti perché dice di avere la febbre. E’ questa la motivazione data dal giocatore, il cui campionato è stato un autentico disastro.

Giammarco Giardini

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