Serie D

La missione di Pochesci è riportare L’Aquila in Serie C

23 Settembre 2025

Un uomo schietto e temprato dalla vita, capace di rialzarsi sempre

L’AQUILA. Un personaggio divisivo, schietto, fumantino e per il quale non è contemplabile alcuna scala di grigio, nel calcio come nella vita di tutti i giorni. Difficile, se non impossibile, contenere Sandro Pochesci all’interno di un’etichetta. Il tecnico romano è l’anima dell’Aquila che quest’anno punta senza mezzi termini alla promozione in Lega Pro. Originario di Rocca di Cave, un piccolo comune di appena 400 anime, vicino Palestrina, Pochesci rappresenta totalmente l’animo fiero di Roma, quello di una città che sogna, ma che sa mantenere anche i piedi per terra, che considera i giocatori alla stregua di undici gladiatori pronti a dare la vita pur di avere la meglio sugli avversari mentre la folla in trance ne osanna il gesto atletico dagli spalti, che parla di conquiste, battaglie e vittorie.

Da calciatore, Pochesci registra una discreta carriera, un buon centrocampista in giro per i campi romani di terra battuta, distinguendosi in diverse squadre dilettanti. Appesi gli scarpini al chiodo, indossa le vesti di allenatore mentre, per mantenersi, lavora come portantino nel reparto di dialisi ad Ostia. Un lavoro part-time lo avrebbe definito anni dopo, ma che certamente contribuì a temprare la sua indole, stando a contatto quotidianamente con tanti pazienti alle prese con una lotta tra la vita e la morte sul lettino di un ospedale. Forse anche per questo è un tecnico amato in ogni spogliatoio che ha diretto, capace di arrivare dritto al cuore dei suoi calciatori e, di riflesso, dei tifosi. Passionale, verace e senza peli sulla lingua, l’uomo dietro il personaggio pubblico è l’emblema della caduta e della risalita, come dopo la tragica scomparsa della moglie Patrizia il 3 dicembre 1990. Fu un amore a prima vista, racconta spesso il tecnico aquilano, concretizzatosi nel matrimonio nel 1987 e dal quale sarebbe nato il figlio Cristian due anni dopo. Fin quando una notte, all’improvviso, la compagna si sentì male morendo tra le sue braccia a causa del prolasso della valvola mitrale. Un dolore incommensurabile per l’allora 27enne, ritrovatosi da solo con un bambino di appena quindici mesi da crescere.

Declino e risalita, dunque, anche da allenatore, partito dall’Eccellenza fino alla serie B con la Ternana. Una carriera mai banale e monotona, fatta di successi ed esoneri, compresa la squalifica di un mese nel 2020 quando sedeva sulla panchina del Carpi per alcune dichiarazioni poco ortodosse rivolte alla terna arbitrale durante la partita contro la Triestina. Un personaggio social ancor prima che il mondo virtuale esplodesse del tutto: celebre la conferenza stampa dopo la mancata qualificazione della Nazionale ai mondiali del 2018, scagliandosi contro il ct Ventura e il sistema calcio, reo di aver perso contro la Svezia: «Oltre che ad avere perso contro una squadra di profughi, ci siamo fatti pure menare. Ma che siamo diventati tutti ‘pariolini’? Il calcio italiano è finito. Ecco cosa accade a portare tutti questi stranieri in Italia: non c’è più un italiano che mena. Se andiamo fuori dal Mondiale perdiamo tutti: ci dobbiamo svegliare». Oppure la valutazione per la quale Ibrahimovic, all’epoca al Manchester United, «nella mia Ternana potrebbe avere difficoltà perché gioca e vince da solo, mentre qui noi giochiamo di squadra».

Insomma, i tifosi aquilani sanno che con Pochesci non ci si annoia mai, anzi. Le prime tre giornate hanno confermato un gruppo frizzante ed interessante, già a partire dal cambio di posizione di Banegas dietro le due punte che sta dando i suoi frutti. Proprio come annunciato dallo stesso allenatore ex Ternana nella sua presentazione: «L’Aquila è una piazza in cui si devono fare i fatti e che dobbiamo far uscire al più presto tra i dilettanti. Chi viene all’Aquila non può pensare solo di partecipare, qui l’unico obiettivo è vincere il campionato e gli uomini di questo gruppo sono stati selezionati individualmente per riuscirci». La guerra è ancora lunga, intanto il generale Pochesci prepara la prossima battaglia, quella di domani pomeriggio alle 18 in casa con la Recanatese. Con lo stesso spirito di chi lotta, suda e vince.