Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta

PALLA AL CENTRO

La serie A riparte: antichi vizi e nuove tendenze

Si ricomincia, inizia la settimana che riporterà la serie A in campo dopo la sosta per le festività di fine anno. Il duello scudetto Juventus-Inter era nei pronostici sin dall’estate, la sorpresa è la Lazio, potenzialmente a meno tre dalla vetta. Il Napoli, invece, è la delusione visto che era accreditato di un campionato di vertice e, invece, si ritrova lontano dalla zona Champions.
Si ripartirà con una corsa a tre per lo scudetto. La Juve sembra la squadra più attrezzata, l’Inter con il valore aggiunto Conte e con un mercato che dovrebbe aumentare la potenza di fuoco del tecnico salentino; e la Lazio sulle ali dell’entusiasmo e senza gli impegni delle coppe europee che sono una variabile di non poco conto nella corsa al tricolore. Nel passaggio da Allegri a Sarri finora non si sono registrati cambiamenti significativi. Ed è questo che angustia i tifosi bianconeri, perplessi non poco per i tanti gol incassati quando la solidità nelle retrovie è stata sempre un marchio di fabbrica della Vecchia Signora negli ultimi otto anni di dominazione della serie A.
Questi mesi stanno segnando un cambio di mentalità. Il “primo non prenderle” si sta trasformando in «primo darle». E l’Atalanta di Gasperini è l’alfiere di questa tendenza: il suo attacco, infatti, continua a primeggiare. Era stato primo già nello scorso campionato (77 gol, Napoli 74, Juve 70). Si vedono partite più godibili. I gol sono aumentati dai 451 a 490 dopo 17 giornate e c’è una gara da recuperare. Il panorama è stato a volte turbato dagli errori degli arbitri e da qualche svarione del Var, che hanno reso qualche partita come una lotteria. I rigori, grazie alla maggior punibilità dei colpi di mano, sono passati da 41 a 80. Sono lievitati anche gli esoneri. Sono nove al momento. La serie A è primatista di licenziamenti in Europa. E sono due in più rispetto alla scorsa stagione quando dopo 17 turni di campionato gli esoneri erano stati sette, l'ultimo dei quali, il 21 dicembre del 2018, quello di Moreno Longo al Frosinone. Nel mondo solo in Brasile c’è la moda di esonerare gli allenatori più che in Italia. Lì il valzer delle panchine è frenetico, e complicato dal fatto che, nel corso della stessa stagione, un tecnico può passare da una panchina all'altra, come in Germania e Inghilterra.
@roccocoletti1.

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