L’Abruzzo piange l’ammiraglio Venturoni: primo italiano a capo della Nato

Il teramano Guido Venturoni è morto ieri nella sua casa di Roma: è stato il militare abruzzese dalla carriera più importante di sempre. Mercoledì i funerali di Stato
TERAMO. È morto ieri nella sua casa di Roma l’ammiraglio Guido Venturoni, probabilmente il militare abruzzese dalla carriera più importante di sempre. Venturoni aveva compiuto 91 anni il 10 aprile scorso ed era gravemente malato da tempo, ma fino a pochi anni fa tornava regolarmente nella sua Teramo, la città natale lasciata da ragazzo dopo il diploma al liceo Delfico, quando entrò all’accademia navale di Livorno, ma mai dimenticata. Non a caso dopo i funerali di Stato, fissati mercoledì a Roma (sede e orario saranno resi noti oggi), la salma – per espressa volontà del defunto – tornerà a Teramo per essere tumulata nella cappella di famiglia, nel cimitero monumentale di Cartecchio, accanto a quelle dei genitori Andrea e Adelaide Ciafaloni e dei fratelli.
LA CARRIERA MILITARE Guido Venturoni entrò all'Accademia navale a 18 anni nel 1952 e il 1º luglio 1956 venne nominato guardiamarina. Nei primi anni di carriera venne impiegato come ufficiale di rotta su diverse imbarcazioni frequentando nel contempo (1958-1959) dei corsi negli Stati Uniti d'America per il conseguimento del brevetto di pilota per operare su portaerei; ottenne anche il brevetto di pilota di elicottero nel 1966, divenendo comandante del 2º Gruppo elicotteri di Catania dell'Aviazione navale, divenendo poi capo servizio della locale squadra navale. Promosso capitano di corvetta dal 1º luglio 1967, divenne aiutante di bandiera dell'ammiraglio Birindelli, comandante in capo della squadra navale, seguendolo poi a Malta quando Birindelli venne nominato comandante del comando navale alleato del Sud Europa. Nell'arco della sua carriera è stato comandante delle corvette Danaide, Urania e Albatros, della fregata Virginio Fasan e dell'incrociatore lanciamissili Caio Duilio. Elevato al grado di contrammiraglio il 31 dicembre 1982, divenne ammiraglio di squadra l'11 gennaio 1990. Fu sottocapo di Stato maggiore della Marina dal 28 dicembre 1989 al 14 gennaio 1991 e da quella data comandante in capo della squadra navale. Dal febbraio 1992 al dicembre 1993 ha ricoperto la carica di capo di Stato maggiore della Marina militare. Il consiglio dei ministri lo ha nominato capo di Stato maggiore della Difesa il 1º gennaio 1994 ed è rimasto in carica fino al 14 febbraio 1999. Il 6 maggio di quell'anno ha iniziato a ricoprire la carica di presidente del comitato militare della Nato (“Chairman Nato Military Committee”), primo italiano di sempre, fino al 2002.
L’ATTIVITÀ D’IMPRESA Dopo il congedo Venturoni è stato nominato consigliere di amministrazione di Finmeccanica il 12 luglio 2005. Dal 13 febbraio 2013, dopo l'arresto del presidente e amministratore delegato Giuseppe Orsi, è stato nominato vice presidente di Finmeccanica e, dal 16 febbraio, ha ricoperto ad interim l'incarico di presidente della società, fino alla nomina di Gianni De Gennaro avvenuta il 4 luglio 2013. Ha lasciato il Cda di Finmeccanica il 15 maggio 2014.
LA FAMIGLIA L’ammiraglio lascia la moglie Giuliana Marinozzi, livornese, conosciuta ai tempi dell’Accademia e sposata nel 1959, e i figli Paolo, Roberto e Isabella, che vivono e lavorano tutti all’estero e in queste ore stanno rientrando in Italia. Guido Venturoni era nonno di nove nipoti e a Teramo vivono decine di parenti tra i quali Dino, capo della redazione teramana del nostro giornale. A lui e a tutti i familiari le condoglianze del Centro.

