Calcio serie D

L’Aquila, mister Fucili parte bene: la vetta ora è a meno 8

3 Novembre 2025

I rossoblù, guidati dal nuovo allenatore, soffrono ma riescono a battere la Vigor Senigallia 1-0 grazie al gol di Di Renzo nella ripresa

L’AQUILA. Serviva un segno. Di ripresa o di riscatto. Nel momento di maggiore necessità, a sette giorni dallo schianto col Sora, i tifosi chiedevano una prova di maturità che potesse riempire il vuoto lasciato dall’esonero di Pochesci. E così è stato. Nonostante sul campo siano mancate le emozioni, la squadra è comunque riuscita a battere un colpo. L’Aquila porta a casa il match interno col Vigor Senigallia e si mette a nudo di fronte alla sua gente. Non ci sono filtri. È un cantiere umano in cerca della sua identità. Bisogna ricostruire un’idea di gioco che sappia, in primis, valorizzare i singoli. E poi aumentare la quantità della manovra. Ma a Fucili dovrà essere concesso il suo tempo.

Per questo il gol di Di Renzo è accolto come la manna dal cielo. E se da un lato decide una partita difficile, segnata dall’egemonia ospite - specialmente nel primo tempo - dall’altro consente ai suoi di guadagnare tempo in vista di una crescita collettiva. Attorno alla visione dell’allenatore. Già in settimana si intuivano possibili stravolgimenti di formazione rispetto all’undici sceso in campo al Tomei. Il tecnico si schiera a quattro dietro, con Astemio e Trifelli sugli esterni. La sorpresa è nei tre d’attacco: Sparacello si accomoda in panchina e lascia il posto a Ndoye, largo sulla sinistra, a fare reparto con Banegas e Di Renzo, terminale offensivo.

Le aspettative aquilane si schiacciano col passare dei minuti. Il Senigallia prende le misure ai padroni di casa e si costruisce un suo habitat, in cui L’Aquila si trova, suo malgrado, a coesistere. Almeno sei occasioni cristalline nel primo tempo per i ragazzi di Giuseppe Magi. Rossoblù sottotono, macchinosi. Tanti errori in fase di costruzione e poche idee oltre l’ultima tre quarti. Per la prima conclusione a rete bisogna attendere quaranta minuti, quando Brunetti, dalle retrovie, guadagna un corridoio centrale e calcia di forza dalla lunga distanza. Senza trovare lo specchio.

Fischi in odore di contestazione al rientro della squadra nel tunnel per l’intervallo. La sensazione è che la debacle sorana abbia lasciato in eredità alla squadra tessuti molli e scarso appetito. Manca la giusta intensità, il salto agonistico in chiave tanto muscolare, quanto motivazionale. Banegas e Buchel non convincono. E gli esterni di difesa fanno fatica ad esprimersi in fase di costruzione. Eppure, Fucili sa che può bastare una scintilla a innescare il cambiamento. E allora prova a mettere in campo forze fresche che possano ridare vita ai reparti. L’ingresso di Carella stravolge le dinamiche della gara. Voglioso, ispirato. Si mette a disposizione dei compagni e li trascina. Sullo 0-0, al quarto d’ora, guantoni e reni di Michielin salvano il risultato su un colpo di testa di Braconi all’angolino basso di sinistra. Il portiere si ripete pochi minuti dopo su una deviazione aerea di Urso su un calcio d’angolo marchigiano.

Poi la svolta del match. Carella si procura un calcio di punizione sulla trequarti da posizione defilata. Zampa si incarica della battuta, la mette tesa al centro, Scognamiglio fa da torre per Di Renzo che la insacca di testa alle spalle di Novelli. È, probabilmente, il gol più importante della stagione. E non solo perché decide una partita appesa all’iniziativa ospite. Ma perché risponde alla chiamata di una classifica spietata (vetta a -8) e ridà entusiasmo a un ambiente deluso da un avvio di campionato stonato. «Di certo si potrà affrontare la settimana verso il Teramo con un piglio migliore», ha spiegato a fine gara Fucili. In attesa di riacquistare le certezze e i riferimenti perduti.