Calcio Eccellenza

L’argentino Cernaz e il gol con la Rosetana: “Qui per rinascere”

3 Dicembre 2025

Valentino Cernaz (27 anni, nella foto), arrivato a quota 10 reti, cresciuto nel River Plate e passato dal Pescara: «Ho ancora fame»

ROSETO. Gol dalla fine del mondo, li definirebbe Luis Sepulveda. Sono quelli di Valentino Cernaz, 27 anni, bomber della Rosetana che arriva dalla Patagonia argentina. Domenica scorsa ha firmato una tripletta, contro il Casoli Fontanelle, salendo a quota 10 centri in 13 giornate nel girone A di Promozione. Chi lo vede giocare non può non chiedersi: ma che ci fa uno così in Promozione? «Ho fatto un percorso importante, ma negli ultimi anni non sono riuscito a trovare continuità. Non cerco scuse: alcune scelte non hanno funzionato e non ero nel posto giusto al momento giusto. La Promozione per me non è un passo indietro, ma un punto da cui ripartire con fame e umiltà. Sto costruendo di nuovo il mio cammino», racconta il sudamericano, che si gode la sua nuova Eldorado: «A Roseto ho trovato un ambiente sano e una squadra che mi fa sentire subito parte del progetto. L’allenatore mi conosce e mi mette nelle condizioni ideali. E poi c’è mio fratello, che è stato fondamentale per la mia scelta di venire qui: averlo vicino mi dà equilibrio e tranquillità. Anche i miei compagni sono eccezionali, sia in campo che nel gruppo, e lavorare con persone così rende tutto più facile».

Il tecnico Lamedica gli ha ridato la collocazione ideale in campo: «Sono una seconda punta. Mi piace muovermi, creare spazi, ricevere tra le linee e attaccare la porta. Vicino alla punta riesco a esprimermi al meglio».

Arrivato in Italia tramite l’amico e conterraneo Gerardo Masini e il talent scout Roberto Druda: Pescara la prima tappa. «Sono stato sei mesi, mi sono serviti tantissimo per adattarmi al calcio italiano. Mi sono sentito subito a mio agio e quell’esperienza è stata il passaggio che mi ha preparato al mondo professionistico. È un ricordo positivo».

Poi Fano e Cavese: «Non sono riuscito a trovare la continuità che serve per restare nel professionismo. A volte nel calcio contano i dettagli: maturità, fiducia, il momento giusto. Io in quel periodo non avevo tutto questo, anche se le qualità c’erano e ci sono. Oggi ho un’altra mentalità e voglia di dimostrare».

Da Roseto inizia la sua rinascita: «Il mio obiettivo è fare bene qui e aiutare la Rosetana a crescere. Se ci fosse la possibilità di salire insieme a questa società, sarei felice. Sogno di tornare in alto. Eccellenza, serie D: non mi pongo limiti. Ho ambizione, ma con umiltà e lavoro».

Valori che gli sono stati trasmessi fin da ragazzino al River Plate: «Sono arrivato lì a 11 anni, ci sono rimasto fino alla Primavera. Sono cresciuto come giocatore e come persona. Poi mi ha cercato il Pescara, ed è iniziata la mia avventura in Italia. La Patagonia mi manca sempre: è casa, è famiglia. Ma il calcio mi ha portato qui e oggi sono concentrato sul presente e su quello che posso costruire».