Lucchesi: Pescara, adesso parlo io

«Ho trattato 55 giocatori in un mese, si può anche sbagliare qualcosa»

PESCARA. Il Pescara non vince e perde posizioni in classifica, con l’aggravante di una evidente crisi di nervi. Nell’occhio del ciclone, inevitabilmente, è finito anche il direttore generale biancazzurro, Fabrizio Lucchesi.

Lucchesi, che cosa sta succedendo?
«La squadra in questo momento non è riuscita ad esprimere a pieno le proprie potenzialità. Ciò non vuol dire che devi vincere tutte le partite o ammazzare il campionato, ma di certo potevi fare meglio. Il Pescara ha cominciato bene, alimentando le aspettative. Però nel calcio non si possono fare valutazioni su 10 partite, ma su 30. Ci siamo un po’ seduti, pensando di essere troppo bravi. Dobbiamo lavorare tanto e ritrovare l’equilibrio che in questo momento abbiamo perso. Con un crescendo continuo dobbiamo affrontare le altre partite e i possibili play off».

Quali sono le cause di questa crisi?
«Qualche giocatore sta dando meno rispetto alle aspettative. Dispiace, ma purtroppo può succedere. Sono successe tante piccole cose negative e oggi potevamo avere qualche punto in più. Dobbiamo fare meglio. L’obiettivo iniziale era quello di fare un campionato da protagonisti, provando il salto di categoria, ma non è facile. L’estate scorsa abbiamo detto che, se non ci fossimo riusciti in questa stagione, ci avremmo provato a tutti i costi la prossima, magari con 4-5 giocatori funzionali da aggiungere».

Questa squadra è assemblata male?
«Abbiamo costruito la squadra in un mese con 20 giocatori nuovi e 35 dismissioni. Ho trattato 55 calciatori in un mese e mezzo, sicuramente qualche errore l’ho fatto. Errori di valutazione, ma non sul singolo. Bensì sulla capacità del singolo nell’integrarsi all’interno di un gruppo e in uno specifico reparto. Forse, alla luce di quello che ho visto, qualche giocatore non mi ha pienamente convinto. Credetemi, con 55 giocatori che vanno e vengono, se uno o due giocatori non stanno rendendo al meglio, francamente non mi do un voto negativo. Ci può stare. Io sono qui a lavorare per migliorare. Non c’è limite al meglio. Questa squadra è costata quattro volte meno rispetto al Napoli, che per vincere un campionato di serie C ci ha messo due anni. La Fiorentina in C ha speso anche di più e vinse il campionato per un punto. Vincere è difficile, l’investimento importante non si trasforma nel termine corazzata».

Forse si poteva ingaggiare qualche giocatore nel mercato invernale?
«L’obiettivo del mercato invernale era ben preciso. Non volevamo fare investimenti, se non con i proventi derivanti da alcune cessioni. Tutto ciò solo se avessimo individuato i giocatori adatti».

E adesso?
«Nulla è perduto rispetto alla logica dei nostri obiettivi. Il Verona non lo piglia più nessuno, a meno che non si comprometta la vita da solo. Tutti hanno ammesso gli errori, come Bonanni, che ha capito che ha sbagliato. Non stiamo bene mentalmente, ma bene fisicamente. Domenica proviamo a vincere, ci mancherebbe altro, ma la cosa che mi fa arrabbiare è che non abbiamo fatto quello che dovevamo fare rispetto alle nostre potenzialità».