Ludovisi è il leader della cooperativa del gol

29 Aprile 2009
14 giocatori in rete nella Pro Vasto, il centravanti è il più prolifico e il più presente
 

Nella cooperativa del gol il più produttivo è Dario Ludovisi. La Pro Vasto ha realizzato 44 reti in 31 partite con 14 marcatori diversi. E il centravanti originario di Velletri (stabilitosi a Grottammare) ne ha messe a segno 12. E’ il più prolifico e il più presente: 2.611 minuti in campo. Un centravanti atipico, più portato a giocare per la squadra che all’ossesiva ricerca del gol. Nel 4-2-3-1 disegnato da Pino Di Meo è la punta centrale chiamata a giocare spalle alla porta.
 
Domenica, contro l’Agnonese, ha sbloccato il risultato e ha spianato la strada verso la settima vittoria consecutiva che ha permesso alla Pro Vasto di conservare il primato in classifica, rintuzzando il ritorno del Fano che insegue a una lunghezza.
 Ludovisi, lei non è il tipico centravanti che vive per il gol.

 «Assolutamente, gioco più per la squadra. Sono l’esatto contrario dell’attaccante egoista. Alla classifica dei cannonieri preferisco quella generale dei punti».

 Siete primi.
 «Se ripenso a quando siamo partiti in ritiro...».

 Che cosa accadde?
 «Che nessuno avrebbe scommesso un euro su di noi. Addirittura, dopo la prima partita di coppa, c’era già chi lanciava sentenze».

 Quali?
 «Una per tutte: la Pro Vasto farà fatica a schivare i play out».

 E invece...
 «Siamo in testa alla classifica con pieno merito. Già in ritiro eravamo convinti delle nostre possibilità. Non dico che puntavamo al primo posto, ma, di certo, non ci sentivamo gli ultimi della classe».

 Avvertivate lo scetticismo della piazza.
 «La piazza voleva grandi nomi e non era soddisfatta di quelli arrivati. Quasi tutti nuovi e quasi tutti sconosciuti».

 Ora, invece, l’atteggiamento del pubblico è cambiato.
 «Sì, si è riavvicinato e ci sta dando una grossa mano. Credo che ce la darà anche domenica».

 A proposito, è la trasferta decisiva?
 «Tutte e tre le partite saranno decisive. Non solo una. Nelle condizioni in cui ci troviamo dobbiamo puntare al massimo».

 Il Campobasso è l’avversario più forte tra quelli rimasti da affrontare.
 «Sulla carta è così, ma io non vado oltre la prossima partita».

 Parla come Pino Di Meo.
 «Grande mister, grande come uomo e come allenatore. E’ ancora un leader. E sa come far stare bene i giocatori».

 Il 4 marzo scorso, dopo aver perso il recupero casalingo contro il Chieti, eravate a dieci punti dalla vetta.
 «E proprio quel giorno ho detto: “Lotteremo fino alla fine per la promozione”. Sì, sembravamo spacciati, ma conosco lo spogliatoio, la sua forza di reazione. E i risultati mi hanno dato ragione».

 Il successo di Fano vi ha dato ulteriore convinzione.
 «Ce la siamo andati a giocare a viso aperto, dimostrando tutta la nostra forza».

 Tra i compagni chi l’ha sorpreso?
 «Nessuno in particolare, il nostro è un grande collettivo. Non a caso siamo andati quasi tutti in rete».

 Tre rigori realizzati e uno sbagliato a Canistro (0-0), nel girone d’andata.
 «Capita. Andare sul dischetto non mi crea ansia. Sono tranquillo».

 C’è un collega centravanti che stima in modo particolare nel suo girone?
 «Andrea Bucchi della Santegidiese, è molto bravo».