SABATO EMPOLI-PESCARA

"Mancuso fa i gol", l'idolo dei tifosi è ora un incubo

Prima partita da avversario dopo due anni ottimi con i biancazzurri

PESCARA . Aveva salutato lo scorso 26 maggio, il giorno del suo ventisettesimo compleanno. Una serata triste per lui e per il Pescara, sconfitto in casa dal Verona ed eliminato dalla semifinale play off. Sabato il bomber dell’Empoli Leonardo Mancuso si troverà di fronte i suoi vecchi compagni e di sicuro ripenserà a quella partita in cui ha visto infranto il sogno di giocarsi fino in fondo la serie A.

Leonardo Mancuso con la maglia dell'Empoli

Il suo cartellino era già della Juventus e, indipendentemente dal risultato finale, al termine della stagione sarebbe rientrato a Torino. Tuttavia, qualche settimana prima del match con gli scaligeri, l’attaccante aveva esternato le sue intenzioni future mettendo in chiaro la sua volontà. «Se riuscissi a conquistare la promozione con il Pescara», le parole di Mancuso, «sarebbe bellissimo poter vestire questa maglia anche in A». Non è andata come i tifosi speravano e a luglio Mancuso è stato ceduto a titolo definitivo dalla Juventus all’Empoli per cinque milioni di euro. Dall’operazione il Delfino ha incassato circa un milione e mezzo di euro. A gennaio 2018, infatti, il bomber cresciuto nelle giovanili del Milan era passato alla Juve per due milioni di euro in cambio dell’arrivo (per la stessa somma) di Cristian Bunino e Fabio Morselli, che ora sono in prestito rispettivamente al Padova e al Rende. L’intesa prevedeva che, in caso di vendita dei calciatori in questione, Juventus e Pescara si sarebbero divisi il 50% degli introiti dopo aver stornato il costo del cartellino indicato sul bilancio. Dunque, dei circa cinque milioni di euro pagati dall’Empoli, uno e mezzo è finito nelle casse del Delfino.
Idolo dei tifosi. Nelle due stagioni in cui ha vestito la maglia del Pescara, Mancuso ha totalizzato 77 presenze tra campionato e coppa Italia impreziosite da 28 reti e 8 assist. Arrivato a parametro zero nell’estate del 2017 dopo la splendida avventura nella Sambenedettese in serie C (26 gol in 42 gare), il centravanti ha chiuso il primo torneo in biancazzurro segnando 9 reti in 34 partite. All’inizio in panchina c’era Zeman, che lo utilizzava in posizione di ala destra. In seguito, dopo la parentesi di Massimo Epifani, il cambio di marcia con l’avvento di Bepi Pillon e i 5 centri nelle ultime otto giornate decisivi per la salvezza, conquistata faticosamente nel match conclusivo a Venezia.
Ma la vera consacrazione a uomo copertina del Pescare e idolo dei tifosi è avvenuta nella passata stagione, quando Mancuso, schierato come punta centrale da Pillon, è diventato un killer implacabile. Alla fine, grazie ai 19 gol realizzati, ha chiuso la sua esperienza in riva all’Adriatico con i gradi di terzo cannoniere del campionato alle spalle di Massimo Coda (21 reti con il Benevento) e del re dei bomber Alfredo Donnarumma (25 col Brescia). “Mancuso fa li gol”, l’indimenticabile tormentone che ha accompagnato la cavalcata di una squadra capace di sovvertire i pronostici e lottare per la promozione. A Pescara Leo si trovava benissimo, aveva legato con la gente e i compagni di squadra (su tutti Andrea Cocco), che per via della sua passione per la pesca lo hanno ribattezzato “Sampei”, il protagonista di un vecchio cartone animato giapponese che si dilettava con ami e lenze. Il suo nome era musica per le orecchie dei tifosi che però sabato se lo ritroveranno da avversario in una sfida delicatissima, soprattutto per l’Empoli che sta attraversando un periodo buio. Finora Mancuso ha segnato 4 gol, ma è a secco da un mese. Se dovesse tornare al gol, difficilmente esulterà. Qualora ci riuscisse, di certo userebbe discrezione, tipica del suo carattere mite. A luglio il bomber si è trasferito in Toscana con l’obiettivo di guadagnarsi la A sul campo, tuttavia dopo un inizio scintillante la corazzata toscana ha accusato un calo evidente (3 punti nelle ultime 5 gare) che ha messo a rischio la posizione di Cristian Bucchi. E proprio a Mancuso l’ex tecnico del Delfino si affiderà per scongiurare l’esonero.

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