Missione fallita, addio primo posto

Traversa di Mengoni e due gol annullati: biancazzurri al tappeto

FOGGIA. Dal primo al terzo posto in classifica. Le speranze di promozione diretta del Pescara sono ormai ridotte al lumicino. A due giornate dalla fine del campionato, solo un miracolo potrà portare i biancazzurri direttamente in B. Fine della rincorsa, quindi.
La sconfitta di Foggia - abbinata alle vittorie di Verona e Portogruaro - si è rivelata pressoché letale per le ambizioni di promozione diretta. E nemmeno basta pensare allo scontro diretto tra le capolista in programma al Bentegodi all’ultimo turno.

Per tagliare per primo il traguardo, infatti, il Pescara dovrebbe conquistare sei punti negli ultimi 180’ e le rivali non andare oltre due pareggi. Oggettivamente è uno scenario impensabile.
Resta il fatto che i biancazzurri hanno l’obbligo di tenere il piede pigiato sull’acceleratore per ottenere il 2º posto, quello che concede indubbi vantaggi nei play off.
La resa del Pescara è maturata al termine di una gara piacevole, non ricca di contenuti tecnici, ma vivace e gagliarda. Sempre sul filo dell’equilibrio. E decisa dagli episodi, tutti a favore dei rossoneri che hanno compiuto un passo decisivo nella corsa alla salvezza.

Il Foggia ha ottenuto il settimo risultato utile di fila (quattro successi e tre pareggi) tirando una sola volta in porta. I biancazzurri, invece, non l’hanno quasi mai inquadrata. Si va dalla traversa di Mengoni, colpita sullo 0-0, ai due gol annullati per fuorigioco a Zizzari e a Olivi, passando per un paio di rigori reclamati: uno per un fallo di mano nel primo tempo su conclusione di Ganci e l’altro per il placcaggio di Burzigotti su Zizzari, all’inizio della ripresa.
Una domenica storta, non c’è che dire. Non hanno demeritato il biancazzurri. Ottimi i primi venti minuti, possesso palla, circolazione e qualche occasione da rete.

Il Foggia ha impostato la partita sulla difensiva, aspettando gli avversari per poi colpirli in contropiede. Soprattutto, ha cercato di infilzare la retroguardia ospite, cercando gli attaccanti sul filo del fuorigioco. Una tattica premiata alla prima vera occasione, nel momento migliore del Pescara, quando la difesa alta voluta da Di Francesco è stata trafitta al 24’ da Francesco Millesi, al primo gol in maglia rossonera in questa stagione. Il Pescara ha accusato il colpo, ha impiegato tempo per ritrovarsi. Leggermente meglio nella ripresa. Il placcaggio di Burzigotti su Zizzari, davanti al portiere Milan, è ancora lì che grida vendetta. Il Pescara è tornato a tessere il filo del gioco con pazienza senza però brillare negli ultimi venti metri. Il Foggia in contropiede ha anche sfiorato il raddoppio, ma è stato costretto a soffrire fino alla fine anche perché è rimasto in dieci per l’espulsione, al 25’, di Agnelli, il cervello del centrocampo.

Rossoneri a difesa del vantaggio con tutti i mezzi a disposizione, una bolgia lo stadio Zaccheria. Petardi, fumogeni, carta ingienica in mezzo al campo, dall’inizio alla fine.
Negli ultimi venti minuti si è giocato poco e niente. Mancava sempre il pallone. Eppure il Pescara ha avuto le sue buone occasioni, le ha sprecate per imprecisione e frenesia. Squadra viva, quella biancazzurra. In buona condizione e capace di esprimere un calcio gradevole. Ma il gol resta un problema. Anzi, un’impresa, nonostante la scorsa estate sia stata scandita dall’arrivo di bomber di grido.

Fine della rincorsa al primo posto; il terzo è pressoché acquisito. Ma per partire in pole position nei play off, il Pescara deve conquistare la piazza d’onore.

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