L’attaccante del Pescara Manuel Pucciarelli, 29 anni

LA LOTTA PER LA SALVEZZA A 180' DALLA FINE

Pescara a picco, ora vincere non basta 

Girone di ritorno da retrocessione diretta (peggio solo il Livorno), il finale di stagione è legato anche ai risultati delle altre

PESCARA . Pescara in caduta libera. A due giornate dalla fine i biancazzurri sono in zona play out e non è esclusa l’infausta eventualità della retrocessione diretta. Il ko di Trapani ha reso ancora più complicata la corsa salvezza dell’undici di Andrea Sottil che si giocherà il futuro nelle sfide contro Livorno e Chievo.
Lo scenario è quasi drammatico, due vittorie potrebbero non bastare per evitare gli spareggi. Se il Delfino dovesse fare bottino pieno centrerebbe i play out, ma per conquistare subito la permanenza in B quasi sicuramente dovrà sperare su risultati positivi provenienti dagli altri campi. 180’ di fuoco. Domani all’Adriatico (ore 21) arriverà il Livorno che ha già salutato la B con largo anticipo. Sulla carta un impegno agevole, in realtà servirà la massima concentrazione a un gruppo che nel 2020 ha vinto solo 4 gare su 17 (per il resto, 4 pareggi e 9 sconfitte). Nella classifica del girone di ritorno il Pescara occupa il penultimo posto con 16 punti, peggio ha fatto solo il Livorno (9). La lotta per non retrocedere è apertissima, fare previsioni è un rompicapo. A quota 47 ci sono Entella e Venezia che appaiono a un passo dal traguardo. Nelle ultime due gare i liguri sfideranno lo Spezia in trasferta e il Cittadella in casa, mentre i lagunari affronteranno il Cittadella fuori e il Perugia in casa. Quasi fatta anche per l’Ascoli (46 punti) che se la vedrà con Pisa in trasferta e Benevento al Del Duca. A 45 ci sono Perugia (Trapani al Curi e Venezia al Penzo) e Cremonese (Juve Stabia al Menti e Pordenone allo Zini). Poi, in quintultima posizione c’è il Pescara con 42, a +1 sulla Juve Stabia, che dovrà giocare contro Cremonese e Cosenza, e a +2 sul Cosenza terzultimo e atteso dalle gare con Empoli fuori e appunto Juve Stabia in casa. Più staccato, a quota 38, il Trapani (Perugia in trasferta e Crotone al Provinciale). Negli scontri diretti il Pescara è in vantaggio con Ascoli, Cosenza e Juve Stabia, in svantaggio con Venezia, Entella, Cremonese, Perugia e Trapani. Senza dubbio i risultati delle ultime settimane hanno innalzato la quota salvezza. A questo punto, almeno per il Delfino, 48 punti potrebbero non essere sufficienti per evitare i play out. Dunque, la tabella di marcia prevede, oltre a quella con il Livorno, la vittoria contro il Chievo venerdì al Bentegodi sperando che i gialloblù non abbiano più ambizioni play off. La squadra di Aglietti è a -1 dall’ottavo posto e domani farà visita al Benevento. Se dovesse confermarsi dopo aver strapazzato il Cittadella, l’idea di vedere un Chievo arrendevole contro il Pescara sarebbe da scartare.
Passo indietro. L’avvento di Sottil sembrava aver portato un pizzico di carica agonistica in più ai biancazzurri, invece a Trapani sono riemersi i vecchi difetti di tenuta mentale. La porta di Fiorillo è stata violata per 54ª volta in stagione e la difesa ha mostrato di nuovo limiti preoccupanti, soprattutto sulle palle inattive. L’allarme arriva proprio da queste situazioni che, alla luce di una classifica così deficitaria, dovrebbero richiedere una concentrazione assoluta. Fragile, disattenta e senza personalità, la squadra ha confermato di avere guai seri quando bisogna giocare di sciabola e non di fioretto. E con questa mentalità sarà dura raggiungere l’obiettivo.
Drudi, Palmiero e Pucciarelli. Le criticità dell’organico sono ormai note (mancanza di una punta in primis, visto Asencio?), ma al tempo stesso fanno discutere le scelte del tecnico (sia chiaro, il meno responsabile di questa debacle) di non schierare Drudi nella difesa a tre adattando Del Grosso nel ruolo di centrale, o di Palmiero che pur non essendo al meglio avrebbe potuto dare qualità alla manovra. Infine, un’ora di panchina per Pucciarelli, il giocatore con il miglior curriculum della rosa (135 gare in A) dopo Campagnaro e Del Grosso, che era arrivato in Abruzzo per rilanciarsi. Non sarà al top, ma rinunciare all’ex empolese in un attacco già privo di Galano è stata una mossa un po’ azzardata.

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