Il presidente del Pescara Calcio Daniele Sebastiani

Pescara, Sebastiani dopo la bomba carta: «Non mi faccio intimidire»

Il presidente nel mirino non si tira indietro: «Episodio deprecabile considerando quello che ho fatto negli anni, ma non inciderà sul futuro»

PESCARA. La seconda intimidazione nel giro di tre mesi. Il tribolato campionato del Pescara è ormai agli sgoccioli, ma nelle ultime ore, più che l’ennesima sconfitta del Delfino, ha fatto rumore il secondo atto intimidatorio nei confronti del presidente Daniele Sebastiani. Ieri è stato contattato più volte dal Centro, ma ha preferito commentare l’increscioso episodio all’Ansa e, poi, in serata, ha diramato un comunicato stampa attraverso il sito dalla società. «Io non mi faccio intimidire e vado avanti per la mia strada», ha detto il massimo dirigente biancazzurro, che domenica allo stadio è stato oggetto di numerosi cori da parte degli spettatori. «Non me ne importa nulla. Sorrido quando sento il coro “che zizzità sta società”, però vado avanti per la mia strada senza rispondere alle provocazioni, anche se penso che Pescara non ha mai avuto una società così», aveva detto domenica pomeriggio, subito dopo la partita persa con il Crotone.

leggi anche: Pescara, bomba carta esplode nel giardino di Sebastiani Domenica notte l'ennesima intimidazione dopo quella di febbraio scorso con l'incendio delle automobili

«Quello che è accaduto è un episodio a dir poco deprecabile, considerando quello che ho fatto per Pescara e il Pescara negli ultimi cinque anni», il commento dopo l'esplosione della bomba carta nel giardino di casa. «Ero rientrato da poco», ha raccontato, «e all'improvviso ho sentito un boato. Sono sceso in giardino dopo che un vigilante di uno stabilimento balneare, che si trova di fronte, ha suonato al campanello allarmato dal fumo».
Il presidente, scosso dall'accaduto, dopo l'incendio di due sue auto tre mesi fa, ha poi aggiunto: «Purtroppo, gli stadi sono diventati delle zone franche dove si può insultare chiunque, come accade da tempo all'Adriatico. Questa è una società di capitali in cui io e i miei soci abbiamo il 70%». E a chi gli chiede di farsi da parte, risponde così: «Non si può andare via così dalla sera alla mattina. Ci sono firme da mettere e soldi da tirare fuori. Questo, vorrei dire a chi ci insulta, è un sodalizio di persone serie che lavorano per il bene della società».
Diversi gli attestati di solidarietà nei confronti del patron del Pescara, come il messaggio inviato dal sindaco, Marco Alessandrini, e dall’assessore allo sport, Giuliano Diodati. «La violenza e l'intimidazione non possono essere considerate strumento di dialogo, né espressione di malcontento per le sorti della nostra squadra».
Il presidente in serata, tramite una nota, ha ringraziato «la città intera e le autorità tutte, per gli innumerevoli attestati di solidarietà», e ha ribadito «che questo non inciderà minimamente sul futuro della società». Sebastiani, dunque, non si lascia intimidire e va avanti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA